“Stress da pandemia” nei bambini: come riconoscere i campanelli d’allarme

Nonostante sia ripresa la scuola, anche i bambini e gli adolescenti sono stati travolti dall’ onda pandemica. Che ha creato non pochi disagi che si manifestano con varie reazioni, come evidenziano gli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, che impattano sui comportamenti e la qualità della vita. Ecco i campanelli di allarme cui mamma e papà devono fare attenzione per individuare lo “stress da pandemia” nei propri figli.

– Scarsa qualità del sonno: riposo disturbato, soprattutto da episodi di “terrore notturno” che si ripetono nel tempo e, alla lunga, possono ostacolare la vita del piccolo.

Ritorno a un linguaggio infantile o insorgenza di balbuzie intermittenti: possono denunciare un disagio emotivo. Gli esperti consigliano di contattare il pediatra e/o fissare una visita specialistica se il bambino a 18 mesi non batte le mani, non dice ciao o non indica gli oggetti; se tra 3 e 6 anni ha periodi lunghi di balbuzie, che non si risolvono da soli e sono associati ad altri segnali di stress, come i disturbi del sonno; se non parla a scuola in questa fascia di età.

– Schizzinoseria: il rifiuto nei bambini verso alcuni tipi di cibo o negli adolescenti il cambiamento radicale delle abitudini alimentari possono rappresentare una spia meritevole di essere discussa con il pediatra.

– La DAD: può aumentare problemi di attenzione/concentrazione e di apprendimento, può diminuire l’interesse per lo studio con ripercussioni anche sull’emotività divenuta, soprattutto in adolescenza, più instabile, fragile e fonte di disagio psicologico o di “somatizzazione” con la comparsa di dolori addominali o emicranie, irritazione, rabbia, esplosioni di aggressività.

– Autolesionismo: infliggersi intenzionalmente dolore fisico e lesioni con graffi, tagli o bruciature sulla pelle, esporsi a situazioni di pericolo, ma anche cambiamenti repentini dell’umore e particolare riservatezza nel mostrare alcune parti del corpo, anche d’estate, possono essere indicatori da non sottovalutare. In presenza di questi sintomi o di altri sospetti, è comunque bene rivolgersi e parlarne con tempestività con il proprio medico curante e/o di riferimento.

Francesca Morelli

 

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