Una guida contro la dipendenza del gioco d’azzardo

Una guida per riconoscere la dipendenza dei giovani dal gioco d’azzardo. E’ curata dall’Istituto Bambino Gesù per la Salute del Bambino e dell’Adolescente, diretto dal professor Alberto Ugazio, ed è stata presentata i giorni scorsi presso la Caritas di Roma. Dà suggerimenti pratici su come riconoscere e gestire il problema e indica i percorsi terapeutici da seguire in caso di vera e propria dipendenza. I dati della dipendenza dei minori dal gioco d’azzardo sono allarmanti: secondo gli studi IPSAD ed ESPAD del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in Italia il 33,6% degli under 18 tenta la sorte con i “gratta e vinci” e frequenta le agenzie di scommesse. Spesso genitori e insegnanti non sono in grado di riconoscere i segnali lanciati dai giovani a rischio. Il gioco d’azzardo si trasforma in pericolosa dipendenza quando chi gioca perde la capacità di controllare i propri comportamenti; non riesce più a rispettare un limite di tempo e denaro da impiegare e ha come scopo della giornata la ricerca compulsiva dell’attività che genera piacere. Questa dipendenza non riguarda solo gli adulti e il rischio si corre sia all’esterno che all’interno delle mura domestiche, a causa dell’utilizzo, anche tra i più piccoli, di App o siti internet che consentono un facile accesso al gioco.

<La dipendenza da gioco d’azzardo – spiegano gli specialisti del Bambino Gesù – deriva da una complessa interazione tra fattori biologici, psicologici e ambientali. Dal punto di vista biologico, nei giocatori d’azzardo i circuiti cerebrali che guidano il comportamento subiscono una sorta di “inganno”, iniziando a rispondere come se l’azione del gioco fosse necessaria alla sopravvivenza. Il tratto psicologico che predispone allo sviluppo delle dipendenze è la scarsa capacità di autocontrollo (tipica dell’adolescenza), mentre i principali fattori di rischio ambientali sono rappresentati dal contesto socio-economico in cui i ragazzi vivono e dalla familiarità con le dipendenze e con altre patologie psichiatriche>.

L’attenzione da parte della famiglia è fondamentale per cogliere tutti i segnali che indicano una possibile dipendenza. Tra questi, l’interesse continuo per il gioco d’azzardo, le ridotte capacità di controllo sul tempo dedicato a questa occupazione, il disinteresse per lo studio e per le attività ricreative, il calo della resa scolastica, le frequenti assenze ingiustificate, l’ansia, l’irritabilità, gli atteggiamenti aggressivi non motivati, i disturbi del sonno e l’insorgere di comportamenti come mentire ripetutamente o rubare.

<Uscire dal vortice della dipendenza da gioco d’azzardo è possibile – sottolineano gli esperti del Bambino Gesù – ma il risultato è strettamente connesso alla motivazione che spinge il ragazzo ad aderire al progetto di cura. Per questo motivo, molto spesso, i percorsi terapeutici sono lunghi e complessi>. All’Ospedale Pediatrico della Santa Sede sono stati seguiti alcuni casi di giovani invischiati nel gioco d’azzardo. Per chiedere informazioni, per segnalare una situazione di rischio o per ricevere l’aiuto degli specialisti di Neuropsichiatria Infantile del Bambino Gesù, è attivo l’indirizzo e-mail: iogioco@opbg.net.

Paola Trombetta

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