“Panacea”: una lettura ad alto tasso terapeutico

A una prima occhiata i personaggi del libro ricordano un po’ quelli bizarri e surreali di Daniel Pennac, ma… meglio approfondire. Scrivono gli autori (nella foto a lato): “Panacea è un libro corale, dal quale emerge tutta una vita di sogni, i nostri. Il sogno di ospitarvi nel miglior forno-pasticceria dell’universo, in cui soddisfare le golosità più selvagge e raffinate; il sogno di vedere le persone prendere in mano le loro vite per tornare a fiorire; il sogno di diffondere la consapevolezza che vivere una vita gioiosa sia la base della salute;… il sogno di dire tutto questo attraverso personaggi reali e surreali pieni di luci e miserie, dai quali vi separerete a malincuore;… Non pretendiamo di insegnare niente a nessuno, lanciamo solo domande al vento. Attenzione però: sono domande di un certo peso…”.

Un libro divertente, da prendere sul serio? Senz’altro sì. Perché accanto a Giuseppe Ermenegildo Soro (già funzionario tributario presso l’Agenzia delle Entrate di Sassari, oggi dirigente di un Ufficio territoriale del Ministero dell’Economia e delle Finanze, al suo primo libro), la co-autrice Luciana Giordo, specializzata in Economia Internazionale e in Gestione Finanziaria, dopo 12 anni di direzione aziendale decide di diventare counselor in Psicosomatica. Un’ulteriore conferma del rigore del testo viene dalla prefazione scritta da un chirurgo oncologo, il dottor Elio Martin (“…Un libro senz’altro per tutti, ma non si aspettino certezze assolute. È piuttosto uno stimolo a porsi domande sul senso del vivere, sulla sofferenza, sulla responsabilità di ciascuno nel disegnare la propria vita…”). Carte in regola dunque per sostenere che quella di Panacea è una storia che nasce dall’esperienza di fondere temi profondi come la relazione tra mente, emozioni e corpo con i principali fattori di guarigione, confermati dalla psicosomatica recente: la gioia, il gioco, il piacere, il senso del proprio esistere, il sentirsi parte di una comunità e della natura… l’amore, la passione, la tenerezza e l’ilarità. Panacea contiene tutto questo e, alternando profondità, leggerezza e risate, si rivela una lettura ad alto tasso terapeutico. Spiega l’autrice: “Io e il mio caro amico Giuseppe Soro abbiamo voluto parlare dei meravigliosi intrecci tra felicità e salute in una storia frizzante e profonda, leggera e colorata, surreale e divertente”. Sembra proprio ci siano riusciti. Un vortice di personaggi bizzarri, situazioni imprevedibili e travolgenti invenzioni linguistiche avvolge infatti il lettore che si avvicina a queste pagine. La storia lievita a poco a poco tra le mani sapienti dei suoi autori, proprio come le fantasiose pagnotte e i dolci, frutto di ardite sperimentazioni, create all’interno del forno che dà il titolo al romanzo. Volete saperne di più?

Ecco la storia. A Sàlari, città di mare e di sole di una grande Isola del Mediterraneo, è primavera. Da quando il Forno Panacea ha aperto i battenti, i livelli di piacere, gioia e voglia di vivere sono lievitati. Gli orgasmi di gusto provocati dai prodotti del panificio fanno affiorare bisogni e desideri dimenticati che, nelle mani del misterioso dottor Duruà, diventano chiavi di vita nuova, felicità e salute. Aldo invece è un cliente del Forno che preferisce cercare la “pillola miracolosa”. Deluso dalla medicina moderna, con un gruppo di altri disperati, parte su un furgone scassato alla ricerca dei guaritori dell’Isola che ricorrono ancora alla medicina tradizionale. I “pellegrini” non sapranno mai cosa li abbia davvero guariti, ma troveranno dentro di sé qualcosa di prezioso che li riempie e li fa stare bene. A qualcuno però non conviene che le persone siano più felici e più sane e trama nell’ombra per sabotare il progetto del forno, pilotando l’ispezione fiscale più surreale e feroce della storia. A condurla sarà il severo dottor Carestia, autentico jedi del fisco, addestrato dai Grandi Maestri Tributari in persona, che grazie alla sua abilità rimarrà sorpreso dalle sue stesse scoperte.

Il libro è stato presentato il 4 ottobre a Cagliari.

Giovanna Tettamanzi

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