Il virus della paura: lo psicologo può essere d’aiuto

<Non abbiate timore a rivolgervi allo psicologo, se avete difficoltà a gestire la paura del contagio dal Coronavirus>. Lo ribadisce il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Psicologi, David Lazzari, che sta collaborando con i referenti delle associazioni di psicologi nella Protezione Civile e con i coordinamenti degli Psicologi della Croce Rossa, CISOM e Associazione Alfredino Rampi. <La “percezione del rischio” può essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico del tutto ingiustificate, che possono aumentare il rischio, perché portano a comportamenti irrazionali e anche un abbassamento delle difese immunitarie>. Ecco le raccomandazioni del presidente Lazzari:

-E’ bene affidarsi alla comunicazione diffusa dalle autorità pubbliche e alle indicazioni di prevenzione: Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus; Istituto Superiore di Sanità: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/;

-Non cercare di placare l’ansia inseguendo informazioni spesso amplificate ed incontrollate. Ricordare che l’eventuale esposizione al virus non è sinonimo di malattia, che la contagiosità non equivale alla reale pericolosità per la salute, che esistono indicazioni pratiche per ridurre il pericolo. Avere timori e paure è normale, ma non ansia generalizzata, angoscia o panico, che non aiutano e sono controproducenti. Un atteggiamento psicologico di autocontrollo può aiutare non solo chi lo mette in atto, ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando il “quoziente di resilienza” dei singoli, della famiglia, della comunità.

-Il CNOP (Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi) pubblicherà e metterà a disposizione un vademecum per aiutare le persone a confrontarsi nel modo migliore con il problema. Raccomandiamo comunque a chi avverte un particolare disagio psicologico di chiedere, senza timore o vergogna, un aiuto professionale.

<In queste ore ci viene segnalato che aumentano le persone che chiedono aiuto psicologico, anche se molti sono preoccupati o trattenuti dal timore di avere contatti personali>, aggiunge il presidente. <Risulta evidente che i cittadini devono sentirsi sereni nel chiedere un aiuto psicologico, che può essere molto importante per la gestione soggettiva e comportamentale del problema e gli psicologi devono essere tranquilli di poterlo dare nel rispetto delle raccomandazioni fornite dalle Autorità sanitarie. Per le attività in studio con adulti, individuale o di gruppo, non ci sono controindicazioni, laddove professionista e utenti sono asintomatici e non vi sono fattori epidemiologici di rischio. Per i bambini si raccomanda la igienizzazione del materiale usato in terapia, anche se il virus appare meno pericoloso in età pediatrica. Il ricorso a consulenze a distanza può essere indicato qualora ci si trovi in zone con restrizioni particolari o ci sia la presenza di fattori epidemiologici di rischio; tale modalità non va quindi generalizzata come alternativa ma utilizzata con criteri specifici e motivati>.

Paola Trombetta

Articoli correlati