Le richieste dei giovani ai decisori politici: un sondaggio di UNICEF

Salute, alimentazione, istruzione, cura della prima infanzia. Sono alcune delle tematiche che 900 giovani di 7 paesi, tra cui anche una delegazione italiana composta da 23 ragazzi di entrambi i sessi tra i 14 e i 21 anni, che fanno parte delle Youth Advisory Board (YAB) dell’Unicef, hanno portato all’attenzione dei rappresentanti del Gruppo di lavoro Politiche e interventi sociali in attuazione della Child Guarantee, il sistema di contrasto alla povertà minorile e all’esclusione sociale lanciato dalla Commissione europea. Il sondaggio ha analizzato i vari aspetti socio-economici e ha attestato i bisogni che i giovani avvertono come più urgenti. Questi i risultati:

  • Un bambino/adolescente su quattro (25%) denuncia la carenza di un supporto psicologico dopo la pandemia e la mancanza o la limitata offerta di servizi di prevenzione (22%). Chiedono inoltre di potenziare l’accesso alla salute pubblica, soprattutto nelle aree periferiche.
  • Alimentazione. Il 38% degli adolescenti e giovani sottolineano la necessità di maggiore sensibilizzazione sui disturbi del comportamento alimentare, ovvero fare educazione sulla corretta alimentazione (20%) e avere modelli standard di bellezza da seguire (20%).
  • Cura della prima infanzia. Emerge fra i giovani la necessità di più servizi di cura della prima infanzia, finalizzati alla prevenzione di problemi in età adolescenziale e adulta, ma chiedono anche maggiore attenzione alla violenza sui minori (25%) e a offerte di supporto ai neo genitori (22%).
  • Istruzione. Il 36% dei ragazzi auspica il miglioramento della qualità dell’insegnamento, ovvero la valorizzazione delle diversità e maggiore attenzione alla sfera emotiva e psico-sociale degli studenti. I contenuti della scuola dovrebbero includere e riguardare anche l’educazione sessuale, civica e competenze trasversali che facilitino l’inserimento lavorativo (26%).
  • Condizioni abitative. Il 33% denuncia la difficoltà di accedere a condizioni abitative dignitose per costi troppo elevati. Abitare per i giovani significa anche partecipare alla vita di comunità e il 38% denuncia l’assenza di azioni di recupero di spazi abbandonati per la creazione di strutture ricreative, culturali e sportive.
  • Esclusione sociale. Emarginazione per diffidenza, paura, incomprensione: sono alcuni dei fattori che secondo i giovani portano all’esclusione sociale, dovuti a gap sociali, economici e culturali (33%). Se per molti l’esclusione sociale è subita, tanti dichiarano di auto-escludersi, perché pensano di non avere i requisiti per entrare a fare parte del gruppo.

C’è dunque ancora molto su cui bisogna riflettere e lavorare.

Francesca Morelli

 

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