Le donne sono più sorridenti, hanno un sorriso più “aperto” e gli attribuiscono un importante valore estetico. Sono alcune delle “caratterizzazioni” al femminile del sorriso diffuse, in occasione della Giornata della Salute della Donna, da Straumann Group. In media, secondo l’indagine, le donne sorriderebbero 62 volte al giorno, solo 8 gli uomini, caricando il sorriso di valori simbolici, ricadute psicologiche e, naturalmente, di aspettative estetiche. Come suggerisce uno studio su “Esthetic Restorations and Smile Designing”, secondo cui le donne darebbero maggiore peso al valore estetico del sorriso anche per ragioni legate all’immagine personale, alla pressione sociale e al modo di sorridere che tende a mostrare in maggiore misura, rispetto all’uomo, l’esposizione gengivale, per via di un sorriso più “aperto”. Una caratteristica, quest’ultima, che viene percepita come più armoniosa e coerente con i tratti femminili. «Un bel sorriso è quello che ti assomiglia. La vera eccellenza – commenta la dottoressa Grazia Tommasato, odontoiatra e membro di Women Implantology Network (WIN) – un network globale di 5.000 professioniste in oltre 20 Paesi nel mondo ideato da Straumann Group – non è farlo perfetto, ma farlo autentico».
Per preservare un bel sorriso è fondamentale la prevenzione, soprattutto riguardo a quelle problematiche orali che sono maggiormente prevalenti nelle donne, tra queste bruxismo e disordini temporo-mandibolari (TMJ), fino a tre volte superiori rispetto agli uomini, secondo uno studio pubblicato su The Journal of Prosthetic Dentistry, caratterizzati da tensione mandibolare, dolori cervicali e cefalee ricorrenti, fino a ultime ricerche che, oltre a fattori meccanici o occlusali, evidenzierebbero tra le cause di queste due problematiche anche stress cronico, somatizzazione di stati depressivi. Inoltre le donne sarebbero più predisposte a secchezza orale, soprattutto in post-menopausa: all’età di 75 anni, oltre il 61% delle donne lamenterebbe secchezza orale notturna rispetto al 53% degli uomini a causa di variazioni ormonali, uso di farmaci e malattie autoimmuni. Infine non sono da dimenticare infiammazioni gengivali e carie, più probabili soprattutto in fasi di oscillazione ormonale (pubertà, gravidanza, menopausa) e la sindrome della bocca urente (Burning Mouth Syndrome), caratterizzata da bruciore orale cronico, più tipica in donne sopra i 50 anni. Le donne però sembrano avere abitudini di igiene orale più accurate, si sottopongono più frequentemente a controlli preventivi e hanno una maggiore consapevolezza dell’impatto della salute orale sul benessere generale rispetto agli uomini. In termini di prevenzione, raccomanda la dottoressa Tommasato, è bene fare attenzione ai periodi di vita o a determinati sintomi: ad esempio in gravidanza, meglio pianificare una visita odontoiatrica nel secondo trimestre per monitorare la salute gengivale e prevenire gengiviti gravidiche, in menopausa, effettuare una valutazione parodontale specialmente prima di intraprendere terapie con bifosfonati per l’osteoporosi, che possono interferire con interventi chirurgici orali, in situazioni di forte stress, prestare attenzione a segnali come mal di testa al risveglio, sensibilità o usura dentale che possono essere campanelli d’allarme del bruxismo. Infine, in presenza di secchezza orale, stimolare la salivazione con alimenti fibrosi (come sedano o mele) o chewing gum senza zucchero, evitando cibi secchi o troppo salati. Nei casi più persistenti, è consigliabile confrontarsi con l’odontoiatra di fiducia sull’eventuale utilizzo di sostituti salivari specifici, quali spray, gel o mousse umettanti.
Francesca Morelli