MADRE-FIGLIA: COMPLICITA’, AFFETTO, CONTRASTI

Il rapporto con la mamma: unico e inalterabile. Questa relazione, infatti, tiene insieme due generazioni al femminile e rappresenta una sorta di “imprinting” per ogni figlia. Non sempre, però, è un rapporto facile e a volte può diventare addirittura un campo minato, fatto di incomprensioni e litigi. Nonostante ciò, né madre né figlia riescono a fare a meno di questa relazione e, anche quando le loro vite si separano, c’è sempre una ricerca di complicità e di appoggio…

Per far luce su questo rapporto, a volte all’insegna di amore-odio, abbiamo parlato con Anna Salvo, docente di psicologia dinamica all’università della Calabria e autrice di Madri e figlie. Legami e conflitti tra due generazioni, Mondadori (15 euro)

Legame unico e indissolubile

<La mamma è il primo oggetto d’amore sia per il figlio maschio sia per la bambina. Per la femmina, però, è anche un modello di confronto, una sorta di specchio in cui riconoscersi, o a cui opporsi. In entrambi i casi, è una delle relazioni più importanti della vita, durante la quale c’è una sorta di passaggio del testimone che permette alla figlia di creare la propria autostima e, soprattutto, il proprio modo di vivere la femminilità. Eppure, la relazione madre–figlia spesso è tra le più difficili nell’ambito familiare: come mai? Perché in questa relazione si confrontano due donne, tanto vicine affettivamente, ma non sempre simili. Soprattutto ognuna delle due fa i conti con un’idea immaginaria di mamma e di figlia e non è detto che realtà e sogno collimino. A volte, per esempio, la figlia non realizza le inconsce aspirazioni materne, soprattutto quando la mamma, senza rendersene conto, cerca attraverso la figlia un riscatto ai propri

insuccessi e vorrebbe che la sua bambina non incappasse nei suoi stessi errori. Dall’altro lato, invece, non sempre la propria madre è l’incarnazione di quell’idea di mamma che ognuna ha dentro di sé. Per questo, il rapporto è segnato da tanto amore, ma anche da momenti di incomprensione o di vera burrasca>.

Quali sono i momenti della vita a due in cui più facilmente si creano contrasti?

<Durante l’adolescenza, quando è frequentissimo trovare deludente la propria madre, o far fatica ad accettarla per quello che è. Il conflitto, d’altra parte, è la spia di un rapporto affettivo sano e vitale, e rientra nel percorso di distacco dall’infanzia ed è una tappa di crescita, naturale e fisiologica. Insomma, opporsi alla propria madre è utile per tagliare il cordone ombelicale e uscire da quella simbiosi infantile per cui la bambina esiste perché c’è la mamma. Per qualcuna il confronto si conclude con un rifiuto totale della propria madre, altre scoprono di volerle assomigliare e altre ancora ne rivalutano alcuni aspetti. Purtroppo, ci sono donne che continuano a combattere con la propria madre anche a 40 anni, ma chi lo fa dovrebbe ricordarsi che questa lotta sfianca anche chi la ingaggia. Insomma, finito il periodo adolescenziale, si dovrebbe fare pace, recuperando la mamma come persona. Guardandola e accettandola con occhi più tolleranti>.

Che fare se non si riesce a riallacciare il rapporto?

<Rendersi conto che l’amore materno non è perfetto e che la mamma non è la fata turchina che tutto risolve e tutto realizza. E’ “solo” una donna normale, che a sua volta è stata una bambina, col suo vissuto e coi suoi limiti. Questa consapevolezza, possibile solo dopo l’adolescenza, può appianare molti rancori e rendere meno dolorosi gli scontri: se si riesce a guardare la propria mamma come una donna “qualsiasi” è più facile capirla e, se è il caso, perdonarla. Più semplice fare pace anche se si comprende che non è obbligatorio andare sempre e comunque d’accordo con la mamma. Anzi, a volte, per riappacificarsi occorrono tempo, molte discussioni e anche un po’ di lontananza. La distanza, non è uno spettro e, soprattutto, non significa distanza affettiva. Staccarsi dalla madre (virtualmente o di fatto), non vuol dire infatti amarla meno o dimenticarla, ma solo diventare una donna. Poi, è più facile ricucire con lei anche un sereno rapporto affettivo: tra adulte>.

di Ida Macchi

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