Parte una nuova sperimentazione del vaccino terapeutico contro l’HIV nei bambini

In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS (1° dicembre), è stato annunciato l’avvio della seconda sperimentazione del vaccino terapeutico pediatrico contro l’HIV, sviluppato dall’Ospedale Bambino Gesù in collaborazione con il Karolinska Instituet di Stoccolma. L’Ospedale della Santa Sede, capofila del progetto internazionale di ricerca EPIICAL, ha ottenuto un finanziamento dal National Institute of Health americano che consentirà di testare il vaccino terapeutico su un’ampia coorte di bambini, distribuita in 3 Paesi: Italia, Thailandia e Sud Africa. Nel mondo si contano ogni anno circa 180.000 nuove infezioni pediatriche, per un totale di 1.800.000 bambini con infezione da HIV (dati UNAIDS). La vaccinazione terapeutica rappresenta una strategia di cura mirata a “educare” il sistema immunitario di una persona con HIV per aiutarlo a reagire contro il virus che lo ha infettato. I vaccini “terapeutici” si distinguono da quelli “profilattici” in quanto i primi servono a curare persone già infette, mentre i secondi hanno una funzione preventiva (si prendono da sani per evitare i contagi). Non esiste purtroppo al momento un vaccino profilattico contro l’HIV. 

La nuova sperimentazione segue quella effettuata la prima volta nel 2013 dall’Unità Operativa di Infettivologia del Bambino Gesù, presso il Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero, diretto dal professor Paolo Rossi, in collaborazione con la cattedra di Pediatria dell’Università di Roma “Tor Vergata”. La prima sperimentazione aveva riguardato 20 bambini nati infetti per via materna, un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno. Nel bambino viene somministrato il DNA di una specifica proteina del virus dell’HIV. Queste informazioni genetiche, introdotte nelle cellule del paziente, stimolano la risposta immunologica dell’organismo. La cellula umana che riceve il DNA dell’HIV inizia a sintetizzarla, migliorando la risposta immunitaria verso il virus. La somministrazione del vaccino, abbinata alla terapia antiretrovirale, aveva ottenuto risultati positivi, con un significativo aumento di risposte immunologiche in grado di consentire il controllo della replicazione del virus dell’HIV. L’avvio della nuova fase della sperimentazione sarà ora possibile grazie al lavoro di EPIICAL, il consorzio nato nel 2015 che coinvolge 27 partner accademici, i più prestigiosi al mondo per la ricerca sull’ HIV pediatrico. 

«La nostra sfida – spiega il dottor Paolo Palma, immunoinfettivologo del Bambino Gesù – è quella di riuscire ottenere, grazie al vaccino terapeutico, un controllo della malattia tale da ridurre al minimo nei bambini il ricorso alle terapie antiretrovirali, che sono certamente molto efficaci, ma gravate di tossicità nel lungo termine. Un bambino che nasce con HIV inizierà le cure già nel primo anno e dovrà proseguirle per tutta la vita. Il successo di questo vaccino potrebbe ridurre il rischio dei fallimenti terapeutici, legati alla ridotta aderenza alle cure antiretrovirali e diminuire i costi per i sistemi sanitari nazionali, che spesso costituiscono un impedimento all’accesso alle terapie, soprattutto nei Paesi più poveri»L’arruolamento dei primi pazienti per la seconda sperimentazione è previsto dal prossimo anno e coinvolgerà inizialmente i bambini seguiti in Italia dall’Ospedale della Santa Sede e poi i bambini con HIV in Sudafrica e Thailandia, due tra i Paesi con la più alta percentuale di bambini nati infetti per via materna

Paola Trombetta

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