Salute mentale: è allarme tra bambini, adolescenti e giovani

Si celebra oggi, 10 Ottobre, la Giornata Mondiale della Salute Mentale che impone di portare l’attenzione sulla fascia di popolazione più giovane, ragazzi e adolescenti, in cui i disturbi psichiatrici, in costante aumento, destano preoccupazione. Secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra il 10 e il 20% dei più giovani soffre di disturbi mentali, con esordio nel 75% dei casi prima dei 25 anni, nel 50% con sintomi che si presentano entro i 14 anni. Crescono le forme che necessitano di visite neuropsichiatriche urgenti: uno “stato dell’arte” serio, che richiede l’individuazione precoce dei sintomi e, dunque, una presa in carico tempestiva e mirata. Urgente, come sottolinea SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza), ma tale azione, così come un’adeguata sensibilizzazione alla prevenzione, non sono all’ordine del giorno. «È solo ponendo l’attenzione sull’età evolutiva, con una specificità e peculiarità rispetto all’età adulta, che si può intervenire precocemente>, spiega la Professoressa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia e membro del Tavolo tecnico per la Salute mentale presso il Ministero della Salute. <La domanda di interventi è in continua crescita: una vera emergenza di sanità pubblica che ha importanti ricadute su aspetti sociali, umani ed economici in tutti i Paesi del mondo. Italia compresa, dove i disturbi neuropsichici nell’infanzia e adolescenza colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi».

Uno studio coordinato dalla Neuropsichiatria Infantile dell’Università di Torino, diretta dal Professor Benedetto Vitiello, neuropsichiatra infantile, che ha preso in considerazione i dati di 9 ospedali italiani, con circa 25.000 visite neuropsichiatriche urgenti condotte fra il 2018 al 2021, attesta un importante incremento, in prevalenza fra le ragazze (1 su 4 verso 1 su 10 fra i maschi), di visite a carico soprattutto di disturbi dell’alimentazione, in particolare anoressia, autolesionismo, ideazioni o comportamenti suicidali. Si ricorda che il suicidio è la prima causa di morte in Italia tra gli adolescenti, secondo dati del 2019. Questi fenomeni sono spesso preceduti da altri disturbi, come quello del sonno, o hanno esordi precoci, tra 13 e 25 anni nei disturbi della condotta alimentare nel 59% dei casi o prima dei 12 anni nel 6% delle manifestazioni: c’è evidenza che esordi in età molto giovanile si associano in gran parte a condizioni più gravi e complesse. Secondo le stime, circa 20-40% dei ragazzi e degli adolescenti presenta elevati livelli di sofferenza psichica, ma di questi meno della metà giunge ai servizi di neuropsichiatria infantile, pur sapendo che i quadri clinici conclamati in adolescenza rappresentano l’evoluzione di condizioni spesso sottosoglia del bambino. «I disturbi del neurosviluppo ad esordio nei primi anni di vita – conclude la Dottoressa Chiara Davico, Neuropsichiatra Infantile all’Università degli Studi di Torino – sono precursori di psicopatologie gravi e maggiormente impattanti in adolescenza. Occorre pertanto promuovere il neurosviluppo, sostenendo una crescita armonica e serena, intervenendo tempestivamente laddove compaiono difficoltà: tali azioni devono rappresentare una priorità del sistema sanitario, così come della comunità».

In Italia, l’impegno istituzionale verso la salute mentale si colloca invece agli ultimi posti in Europa per quota di spesa sanitaria, pari a circa il 3,4% di quella complessiva, a fronte del 10% dei principali Paesi ad alto reddito e con risorse particolarmente carenti per i servizi ospedalieri e territoriali di neuropsichiatria infantile, in “emergenza” nel corso degli ultimi anni.

Francesca Morelli

 

 

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