Covid-19, non è un fattore di rischio per gravidanza e parto

Anche in tempo di Covid-19 avere un bambino è un progetto possibile. Infatti secondo studi scientifici il virus non aumenterebbe il rischio di complicanze materne, anzi sembrerebbero addirittura inferiori a quelle potenzialmente indotte dall’influenza. Lo attesta una ricerca inglese su 16 mila casi di adulti ospedalizzati nel Regno Unito, dei quali 55 erano donne in gravidanza, ma anche dati reali osservati all’interno degli ospedali lombardi nella fase più acuta della pandemia, dove su 1700 ricoverati in terapia intensiva solo 12 erano donne in età fertile. Vi è anche un altro dato confortante: nessuna donna in dolce attesa è deceduta per complicanze da Covid-19, anche nelle regioni più colpite dalla pandemia. Mentre restano, come del resto anche in condizioni di normalità,un’aggravante agli esiti del virus l’obesità che ne facilita l’aggressività raddoppiando il rischio di ricoveri per sintomi materni gravi e di parto prematuro, ma anche il diabete, l’ipertensione e/o altre malattie croniche pregresse. In tutti questi casi sarebbe meglio, dicono gli esperti, pianificare o rimandare la gravidanza. Buone notizie arrivano anche riguardo la trasmissione verticale del virus, cioè da madre a figlio: si tratta di un evento raro, circa 1 caso su 50, attestato da uno studio internazionale su 700 gestanti ricoverate per Covid-19 (Intercovid-19) e da un secondo studio, recente, degli Spedali Civili di Brescia secondo cui i bambini nati a termine, positivi al Covid, non hanno di regola complicanze aggiuntive dovute al virus e che l’infezione tende ad evolvere verso la rapida guarigione sia della madre, sia del bambino. Rassicurazioni giungono anche dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), a partire dai dati dei lavori a cui ha contribuito il Professor Enrico Ferrazzi, Ordinario di ginecologia del Policlinico di Milano-Mangiagalli, realizzato alla luce dell’esperienza lombarda e dei principali studi scientifici pubblicati in tutto il mondo.

In buona sostanza, anche in epoca Covid la prevenzione primaria rappresenta l’unica arma per affrontare con successo la gravidanza e il parto, con l’applicazione rigorosa delle misure di igiene e sicurezza che prevedono l’igiene frequente e accurata delle mani, il rispetto della distanza di sicurezza, l’attenzione a evitare il contatto con soggetti malati o sospetti. Solo misure cautelari aggiuntive, poichè nulla è sostanzialmente cambiato nel percorso della nascita durante la pandemia: merito di una prudente ed efficiente organizzazione della rete dei Punti Nascita, soprattutto nelle regioni più esposte al virus, che ha consentito l’attivazione di percorsi ben definiti per tutelare la gravidanza, garantire un parto sicuro a tutte le donne e assicurare il massimo grado di sicurezza al personale sanitario.

Forti di questi risultati, i ginecologi raccomandano alle istituzioni sanitarie regionali di continuare a garantire i normali percorsi di assistenza alla gravidanza, al travaglio e al parto, assicurando, presso le strutture territoriali e ambulatoriali, l’accesso protetto per l’esecuzione degli esami di routine, e presso gli ospedali percorsi completamente separati (Pronto Soccorso, sale parto, sale operatorie e puerperio) per tutelare sia le gestanti non infette dal virus, sia le gestanti positive, mettendo loro a disposizione le grandi strutture ospedaliere poli-specialistiche in grado di fornire tutte le cure necessarie.

Francesca Morelli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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