Tumori: distress emozionale presente nel 70% dei pazienti, ma non viene considerato

Il 20% delle persone con tumore è colpito da depressione, il 10% da ansia e oltre il 50% sviluppa disagio psicologico. Questi disturbi, che rientrano nel distress emozionale, hanno un impatto negativo sulla qualità di vita, sull’adesione ai trattamenti e anche sulla sopravvivenza dei pazienti oncologici. Ma sono individuati e curati solo nella minoranza dei casi: si stima che più del 70% delle persone con cancro affette da depressione non riceva alcuna terapia per la malattia mentale. In Europa, solo il 37% dei Paesi mette a disposizione un budget da destinare al supporto psiconcologico, con il risultato che spesso questo bisogno di cure resta insoddisfatto. Come in Italia, dove lo psicologo dedicato all’oncologia è presente, sulla carta, in circa la metà dei centri, ma meno di un paziente su 5 riceve effettivamente questo tipo di supporto. La richiesta di una reale integrazione dell’assistenza psicosociale nella pratica clinica quotidiana, anche con la previsione di risorse specifiche, viene dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) nella giornata di apertura del Congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) a Madrid.

<Il supporto psicosociale va considerato una componente essenziale del trattamento oncologico: si pone l’obiettivo di alleviare il distress emozionale e di promuovere il benessere>, afferma Saverio Cinieri, Presidente AIOM. <Pertanto, rappresenta un elemento chiave di ogni strategia per migliorare la qualità di vita delle persone con tumore. Nonostante l’esistenza in alcuni Paesi di specifiche Linee Guida sul supporto psicologico dei pazienti oncologici, ancor oggi tali richieste non vengono soddisfatte. In Italia, il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 non prevede risorse per l’assistenza psiconcologica. Eppure è dimostrato che la cura del disagio mentale si traduce in un miglioramento della sopravvivenza. I pazienti oncologici con sintomi depressivi, aderiscono meno ai protocolli terapeutici. Uno studio ha indagato il grado di accettazione della chemioterapia adiuvante, cioè successiva all’intervento chirurgico, in pazienti con carcinoma della mammella: tra le donne con depressione che non hanno richiesto aiuto psicologico, solo il 51% ha accettato di sottoporsi a chemioterapia. E una metanalisi, che ha incluso 27 studi per un totale di 9417 persone affette da diversi tipi di neoplasia, ha rivelato che i tassi di mortalità erano fino al 25% più elevati in pazienti con sintomi depressivi e fino al 39% in più nei pazienti con depressione maggiore>.

<La salute psicologica della persona che riceve la diagnosi di cancro è messa a dura prova da distress emozionale, paura di recidive, preoccupazione per i familiari, difficoltà nella sfera sociale, lavorativa, economica e sessuale>, spiega Gabriella Pravettoni, Professore di Psicologia all’Università degli Studi di Milano e Direttore della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia. <Spesso i risvolti psicologici della malattia vengono lasciati in secondo piano rispetto alle necessità strettamente cliniche relative alle cure anticancro. In troppi casi la presenza di distress emozionale non viene rilevata, sia per le difficoltà degli oncologi di discutere di questi argomenti durante la visita, sia per la riluttanza dei pazienti stessi a confidarli, anche a causa dello stigma ancora associato ai problemi psicologici. Inoltre, può essere difficile distinguere tra le reazioni normali allo stress in presenza di una patologia grave come il tumore e quelle che costituiscono un disturbo di adattamento. Queste barriere al riconoscimento non permettono al paziente di trovare un corretto equilibrio nel proprio percorso assistenziale e di vedere risolti i propri bisogni. Ecco perché è importante che ogni persona, al momento della diagnosi e nelle diverse fasi della malattia, sia sottoposta a uno screening da parte dello psiconcologo per valutare il livello di disagio mentale. La Società internazionale di Psiconcologia ha evidenziato la necessità di riconoscere il supporto psicosociale come diritto umano universale. Il distress emozionale dovrebbe essere considerato il “sesto parametro vitale”, insieme a frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, temperatura corporea, pressione arteriosa, saturazione sanguigna>.

Paola Trombetta

 

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