Osteopatia per bebè e future mamme: nuovo ambulatorio al San Giuseppe di Milano

È attivo presso l’Ospedale San Giuseppe di Milano, all’interno del Dipartimento di Riabilitazione Specialistica, un nuovo ambulatorio di Osteopatia perinatale. È dedicato a bebè che dopo la nascita presentano alcune problematiche funzionali o alterazioni posturali come piede torto, cranio asimmetrico, rigidità agli arti e alla colonna, tensioni viscerali insorte per posizioni scorrette, mantenute troppo a lungo in utero o per anomalie del parto quali posizione podalica, parto gemellare, travaglio troppo lungo o troppo corto. Tutte condizioni che incidono sullo sviluppo psico-neuromotorio fisiologico del bebè.

«Alcune tensioni – spiega Andrea Arcusio, Osteopata e responsabile dell’Ambulatorio – possono risolversi spontaneamente dopo il parto, grazie alla suzione, al pianto e allo sbadiglio. Tuttavia questo processo di “riorganizzazione tissutale” può non avvenire sempre in maniera autonoma e completa e l’intervento osteopatico, laddove necessario, ha l’obiettivo di promuoverlo con una adeguata pressione esercitata sulla plasticità del corpo del piccolo paziente». L’osteopatia è utile anche nella gestione di condizioni emotive come irrequietezza, alterazioni del ritmo sonno-veglia o di disturbi digestivi, quali rigurgito in quantità eccessiva e/o lontano dalle poppate, reflusso gastroesofageo, suzione difficoltosa e poi stipsi, otiti ricorrenti e altre problematiche. L’accesso all’ambulatorio è su indicazione del neonatologo e le prime sedute possono svolgersi già nei giorni immediatamente successivi alla nascita. «Di solito il percorso osteopatico necessita di poche sedute – precisa l’esperto – ma la discriminante è rappresentata dal tipo di sintomo, dall’età del paziente e da quanto tempo il sintomo è presente».  Il trattamento sul neonato viene eseguito in presenza della mamma, sfruttando anche il momento del “cambio pannolino”, permettendo poi dopo la seduta di potere eventualmente allattare i piccoli in spazi dedicati. Su prescrizione medica, anche bambini nati in altri ospedali possono accedere al servizio. Questa terapia è utile anche per la mamma in attesa, ad esempio per lenire le tensioni alla schiena dovute alla crescita del pancione. «Con un trattamento manuale osteopatico – continua Arcusio – è possibile promuovere un’adeguata plasticità della colonna e del bacino, così da favorire un travaglio fisiologico e naturale, con benefici per il nascituro e la mamma. Il terzo trimestre è il periodo più indicato per rivolgersi all’osteopata, poiché sono i tre mesi in cui le criticità biomeccaniche possono emergere più facilmente, mentre l’ultimo in prossimità del parto è il migliore per verificare la presenza dei requisiti fisici di mobilità ed elasticità utili al travaglio. Una seduta al mese, negli ultimi tre mesi, è di norma sufficiente per ottenere un buon risultato».

 Francesca Morelli

 

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