Mangia più iodio! Per non compromettere la salute cognitiva del tuo bambino

Secondo studi recenti il 50% dei neonati in Europa, anche residenti in paesi con programmi assistenziali che prevedono l’integrazione del sale da cucina con iodio, non riuscirebbe a mettere completamente a frutto il proprio potenziale cognitivo a causa di una quantità insufficiente di iodio, trasmesso dalla mamma durante il periodo di gestazione. Lo iodio è, infatti, un micronutriente essenziale che si riceve dall’acqua e dagli alimenti, necessario per la produzione degli ormoni tiroidei che regolano anche il metabolismo per la crescita e lo sviluppo. Compreso quello del cervello dei bambini. Le mamme italiane ed europee, però, non sembrano consapevoli del fatto che la carenza di iodio, anche lieve, potrebbe compromettere le funzioni neurocognitive e ridurre il Quoziente intellettivo (QI) dei loro bambini.

In funzione di questo rischio impattante sulla salute intellettiva dei piccoli, ma anche della popolazione generale, l’OMS (Organizzazione mondiale della Sanità) da anni sostiene l’importanza di un monitoraggio sistematico per eliminare la carenza di iodio in Europa, attuata soltanto in otto paesi dell’Unione Europea. A fianco dell’OMS, oggi si schiera un gruppo di ricercatori dell’Università Jagiellonian, in Polonia, che hanno partecipato al progetto Horizon2020 research and innovation action EUthyroid, promosso dall’UE e sostenuto da molte organizzazioni. I quali hanno redatto un documento – la Dichiarazione di Cracovia sullo iodio – finalizzato a sensibilizzare popolazione, decisori politici, istituzioni e la comunità medico-scientifica sull’importanza dello iodio e a mettere a punto strategie concrete per prevenire e controllare le malattie da carenza iodica in tutta Europa. Le cui conseguenze sono spesso e troppo sottostimate: a livello individuale un più basso QI potrebbe infatti causare difficoltà di apprendimento e mancato sviluppo delle piene potenzialità intellettive e a libello globale impattare negativamente sulle performance economiche di interi Paesi. Implicazioni prevenibili, anzi evitabili, con la diffusione di sale e cibo iodato fortificato. Se vuoi aderire anche tu all’appello e all’obiettivo dei ricercatori, firma la dichiarazione al sito: www.iodinedeclaration.eu

Francesca Morelli

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