Oggi in Italia nascono prima del termine tra i 25.000 e i 30.000 neonati, circa 1 bambino su 10, la maggior parte non gravemente prematuri (i cosiddetti “late preterm”), mentre circa l’1% sono i nati “molto” o “estremamente” pretermine. Il 17 novembre ricorre, come ogni anno, la Giornata Mondiale della Prematurità, World Prematurity Day, istituita nel 2008 e riconosciuta dal Parlamento europeo grazie all’impegno della European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI), per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nascita pretermine. Nell’occasione, la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sottolinea l’importanza dell’intervento precoce per i bambini a rischio di sviluppare disturbi del neurosviluppo.
<La prematurità – dichiara la Professoressa Elisa Fazzi, Presidente SINPIA, Direttore della U.O. di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia – è una condizione che può comportare un aumento del rischio di sviluppare, oltre alla Paralisi cerebrale infantile spesso associata a deficit sensoriali, visivi e cognitivi di varia entità, disturbi del neurosviluppo, dell’apprendimento, del linguaggio e del comportamento, fino ai quadri dello spettro autistico o di deficit di attenzione e/o iperattività. L’intervento precoce, che si fonda su strategie di intervento centrate sulla famiglia e sull’arricchimento ambientale, può essere iniziato già nelle prime settimane di vita e può includere interventi di tipo riabilitativo, ma anche di sostegno alla genitorialità con interventi educativi, psicologici e sociali>. Notevoli passi avanti sono stati compiuti dalla scienza e, oggi, anche per i bambini che nascono prima delle 27-28 settimane la possibilità di sopravvivere è alta, superiore al 70%, sebbene all’aumento della sopravvivenza non corrisponda anche una simile drastica diminuzione delle problematiche presentate a distanza di anni. L’incidenza dei disturbi del neurosviluppo nei bambini nati pretermine è stimata intorno al 20%, mentre la paralisi cerebrale infantile colpisce circa il 10% dei neonati con prematurità di grado elevato e rappresenta la causa più frequente di disabilità motoria nei bambini. <E facile intuire – interviene la Professoressa Simona Orcesi, associato di Neuropsichiatria Infantile presso l’Università di Pavia e membro del Consiglio Direttivo della SINPIA – che più è grave la prematurità, con età gestazionale e peso neonatale bassi, più diminuiscono le possibilità di sopravvivenza, mentre aumentano le complicanze, sebbene negli ultimi decenni abbiamo potuto assistere ad un significativo miglioramento delle tecniche ostetriche e delle cure intensive neonatali>.
Le nuove tecniche di studio con Risonanza Magnetica cerebrale stanno dimostrando sempre di più che nascere pretermine può compromettere la maturazione cerebrale, soprattutto per i più prematuri. L’altra faccia della medaglia è che la maturazione cerebrale è anche modificabile grazie alle caratteristiche di plasticità del sistema nervoso in via di sviluppo, in grado di riorganizzarsi in modo funzionale in risposta a cambiamenti e ad esperienze ambientali. <Ogni influsso ambientale esterno – aggiunge Elisa Fazzi – si inserisce in un processo di scambio reciproco continuo tra afferenze ambientali e modificabilità delle reti neurali e contribuisce a plasmare l’encefalo stesso. Negli ultimi decenni la ricerca scientifica ha confermato che l’ambiente può influire positivamente sulla plasticità cerebrale: rappresenta un “farmaco” potente che abbiamo a disposizione fin dai primi giorni di vita di un bambino pretermine e può influenzare positivamente il suo sviluppo. In particolare la relazione con la mamma e il papà è il primo ambiente in cui il bambino appena nato dovrebbe vivere e crescere in condizioni di “normalità” e molti aspetti dei programmi di intervento precoce coinvolgono i genitori, preziosa risorsa a partire dal ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Dopo le dimissioni dalla TIN è importante accompagnare i bambini e le loro famiglie attraverso i programmi di follow-up a loro dedicati>. Recentemente è stata pubblicata la nuova edizione del manuale sul follow-up del neonato pretermine da parte della SIN, Società italiana di Neonatologia, edizione a cui la SINPIA ha collaborato attivamente. Per maggiori informazioni: www.sinpia.eu.
Paola Trombetta