12 aziende che si (pre)occupano delle dipendenti, premiate con il Bollino HFC

Angelini Pharma, Azienda Ulss2 Marca Trevigiana, Banca Mediolanum, Cantabria Labs Difa Cooper, Daiichi Sankyo Italia, Danone, DHL Express Italy, Edwards Lifesciences Italia s.r.l., Esselunga S.p.A., EY S.p.A., GlaxoSmithKline e consociate, Gruppo Enav, Ipsen S.p.A., Janssen Italia, Leonardo Assicurazioni, Lundbeck Italia, Mediobanca – Banca Di Credito Finanziario, Merck, Novartis Farma, Roche S.p.A. – Roche Diagnostics S.p.A. – Roche Diabetes Care Italy S.p.A. e Teva Italia. Sono 21 aziende, differenti per dimensioni, ambito di attività e coinvolgimento di pubblico, accomunate da un unico obiettivo: costruire percorsi virtuosi per la promozione e la tutela della salute e del benessere delle proprie dipendenti con iniziative “di genere” dedicate al welfare aziendale, come retribuzione, orario flessibile, smart working, alle molestie sessuali in ambito lavorativo, alle politiche a sostegno della maternità e della famiglia, alla prevenzione e promozione di stili di vita corretti, al potenziamento di alternative anti Covid-19 come servizi digitali, sportelli. Sono le aziende premiate per il biennio 2021-2022 con l’HFC (Health Friendly Company, Azienda Amica della Salute): il nuovo “bollino” di Fondazione Onda (Osservatorio Nazionale sulla salute della donna e di genere) che guarda al mondo del lavoro, alle aziende che si sono distinte per l’impegno e la messa in atto di percorsi informazione e sensibilizzazione alla salute femminile, dopo attenta valutazione da parte di un apposito Advisory Board di un questionario strutturato su specifici requisiti.

Benessere delle dipendenti significa anche maggiore “produttività”: «L’emergenza Covid-19 – dichiara Francesca Merzagora, Presidente Fondazione Onda – ha ulteriormente sottolineato l’importanza di promuovere e proteggere la salute in tutti gli ambiti di vita, compreso quello lavorativo, e l’introduzione di nuove pratiche di welfare potrebbero favorire anche l’occupazione femminile». Oggi messa in crisi dalla pandemia: secondo l’Istat, su 10 posti di lavoro, solo 4 sono occupati da donne e solo una donna su due è occupata in Italia, con un tasso di disoccupazione sensibilmente cresciuto, già a partire dalla pre-pandemia: a dicembre 2019 sono stati calcolati 444 mila lavoratori in meno, di cui 312 mila sono donne. Ma non solo: sono loro ad aver sofferto di più in termini di salute.

«La pandemia ha avuto un impatto pesante sulla salute mentale delle donne: ansia, depressione problemi legati al ritmo sonno-veglia sono peggiorati – precisa Claudio Mencacci, Presidente della Società di NeuroPsicoFarmacologia – anche e soprattutto nella popolazione che ha cambiato i propri ritmi lavorativi. Un recente studio su 6.700 italiani ha evidenziato come i lavoratori che hanno potuto uscire di casa e recarsi sul luogo di lavoro, mantenendo così le loro abitudini, pur nella paura di infettarsi, sono stati i soggetti meno colpiti da sintomi depressive. Lo smartworking, pur se apprezzato dai lavoratori, ha provocato alterazioni delle routine familiari e ha impattato negativamente sulla salute mentale con conseguente aumento del 12% dell’uso di psicofarmaci, in particolare ansiolitici e ipnoinduttori». Senza contare il maggior carico delle donne anche in famiglia: i figli a casa in DAD, il ruolo di care-giver, la perdita di relazioni interpersonali e il cosiddetto “effetto pigiama”, ovvero una maggiore trascuratezza della propria persona. Per proseguire nell’acquisizione-mantenimento di benessere, alle circa 65 mila dipendenti delle aziende premiate, verrà offerto nel primo anno un percorso formativo con 3 incontri periodici su salute di genere, salute mentale e stili di vita con relative pubblicazioni in formato e-book e video pillole di salute. Mentre nel secondo anno verranno affrontate tematiche scelte sulle necessità delle aziende.

Francesca Morelli

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