Come tutelarsi dai rischi dell’estate

Dalla A alla Z: quando si parte per le vacanze e ci sono dei piccoli, tutto va preparato e programmato con precisione, prevenendo anche alcuni possibili rischi. La lungimiranza insomma è un punto di forza, e se aiutata da buoni suggerimenti, come quelli di esperti del Bambino Gesù di Roma, tutto funziona meglio. «L’estate è il tempo della libertà, del mare, dei giochi all’aria aperta: un momento bellissimo per ogni bambino. Tuttavia le elevate temperature – spiega il professor Alberto Villani, responsabile dell’Unità Operativa Complessa generale – l’esposizione solare e le attività all’aperto possono avere delle “insidie” specifiche che non vanno sottovalutate». Allora, partiamo dalla “cura” (che si si auspica di non dovere mai utilizzare, ma nel caso è un’ancora di salvezza lontani da casa).

  • Quali farmaci mettere in valigia? Quelli di prima necessità innanzitutto: antipiretici e analgesici (paracetamolo o ibuprofene), termometro, disinfettanti, cerotti e garze, crema solare ad alta protezione, crema reidratante per la pelle, repellenti contro le zanzare e una zanzariera da culla, una soluzione fisiologica per ferite o lavaggi nasali, antistaminici e creme cortisoniche per punture di insetti, gel specifici per le meduse, farmaci per la cinetosi, la nausea da viaggio anche in forma di gomma da masticare, sali reidratanti per eventuali disturbi intestinali e, per i più piccoli, gli alimenti necessari. In caso di bambini in terapia specifica o con patologie croniche, consultare il pediatra e prevedere scorte di farmaci sufficiente per tutto il soggiorno/la vacanza. Controllare le date di scadenza e accertarsi che ogni farmaco abbia il foglietto illustrativo.
  • Come prevenire il mal di mare, d’auto, di nave? È un evento comunissimo nei bambini tra i 3 e i 12 anni: una sorta di nausea sollecitata dal movimento passivo di un qualsiasi veicolo di terra, di mare, su rotaie, in aria, ma anche da stimoli visivi, come il paesaggio che scorre lateralmente. Il suggerimento è partire la mattina presto, quando il bambino ha ancora sonno, mantenere una guida regolare evitando brusche accelerazioni o curve troppo rapide, favorire l’aria fresca nell’abitacolo, evitare odori forti e fare sedere il bambino nel seggiolino cosicché possa guardare sempre in avanti. Prima del viaggio fare un piccolo spuntino leggero e offrire durante il tragitto grissini o cracker, evitando invece bibite gassate. Infine, distrarre il bambino cantando, ascoltando musica, escludere lettura o videogiochi. In caso di viaggi lunghi, prevedere pause ogni due o tre ore per farlo camminare. Su indicazione del pediatra, è possibile ricorrere a farmaci per la cinetosi o a braccialetti che stimolano un punto della medicina cinese (sebbene non abbiano un’efficacia scientificamente certa, non hanno effetti collaterali e possono essere provati anche nei più piccoli).
  • Abbigliamento, Alimentazione, Attività fisica: possono aiutare a contrastare il caldo? Sì, se “gestiti” consapevolmente. Ad esempio gli esperti raccomandano abiti leggeri, chiari e in tessuto naturale e traspirante come lino e cotone, mantenere gli ambienti freschi e ben ventilati, con condizionatori in funzione di deumidificazione, facendo attenzione agli sbalzi di temperatura da un ambiente all’altro. Alimentazione rigorosamente leggera e ricca di frutta e verdura, che apportano acqua, vitamine e sali minerali, e la corretta idratazione per prevenire colpi di calore. Questi si manifestano con sintomi come nausea, febbre, mal di testa, crampi e, nei casi più gravi, svenimenti o alterazioni della coscienza. Nel caso, spostare subito il bambino in un luogo fresco e ombreggiato, farlo sdraiare con le gambe sollevate e dargli da bere piccoli sorsi d’acqua. Se i sintomi non migliorano, contattare tempestivamente un medico o recarsi al Pronto Soccorso. Infine evitare l’attività fisica e l’esposizione al sole nelle ore più calde (dalle 11 alle 17).
  • Amico sole: come e quando prenderlo? Dopo i 2 anni, fino alle 10.30 del mattino e dopo le 17, tra i 6 mesi e i 2 anni, no nella fascia tra le 10.30 e le 18.30 e sotto i 6 mesi, mai l’esposizione diretta ai raggi diretti del sole. «La pelle dei più piccoli è più sottile e vulnerabile – chiarisce la dottoressa May El Hachem, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Dermatologia – e ogni scottatura può lasciare un segno, non solo l’ustione, ma anche un pericolo di invecchiamento precoce della pelle e sviluppo di tumori cutanei. La prevenzione inizia da gesti semplici: orari adeguati, protezioni elevate e idratazione costante». Usare una crema solare con protezione molto alta (50+), da applicare 20 minuti prima di esporsi, poi ogni due ore e dopo ogni bagno, e farne uso anche sotto l’ombrellone, mentre con l’abbronzatura è possibile passare a una protezione 30. Le stesse indicazioni di esposizione valgono anche in caso di psoriasi, acne e nei, che vanno protetti con la crema come il resto della pelle. Se compaiono lesioni bollose, è necessario rivolgersi al medico. La sera, dopo l’esposizione, idratare la pelle con una normale crema, anche quella usata in inverno.
  • Il bagno ha le “sue” regole e vanno rispettate! Nei primi 6 mesi di vita, c’è poca necessità di immergere il bimbo nell’acqua di mare o in piscina. Successivamente il lattante può entrare in acqua, per pochi minuti e se il clima e la temperatura dell’acqua sono confortevoli, sempre in braccio a mamma o papà, avendo l’accortezza di sciacquarlo poi con acqua dolce per togliere il sale e/o il cloro dalla cute. Fino ai 5-6 anni un genitore deve sempre restare vicino ai piccoli, pronto a intervenire se necessario: anche pochi centimetri d’acqua, come quelli di una vasca da bagno o di una piscinetta, possono essere pericolosi. Usare accessi controllati a mare e piscina, come cancelli, barriere e coperture, verificare la temperatura dell’acqua per evitare malori e dotare i bambini di braccioli e ciambelle che aiutano, ma non sostituiscono la sorveglianza. Corsi di nuoto dai 2-3 anni possono aiutare i bimbi a prendere confidenza con l’acqua. Resta fondamentale il rispetto delle regole e della segnaletica, da parte sia dei bambini che degli adulti, che devono dare il buon esempio.
  • Le insidie in acqua e in aria: insetti, serpenti, meduse e tracine, come gestire punture e morsi? La prevenzione è la prima regola: in caso di una giornata all’aria aperta applicare repellenti per insetti, ad esempio a base di icaridina in formulazione spray e in caso di puntura da imenottero (vespa, ape) o di zanzara, applicare localmente creme a base di cortisone o antistaminico (o un impacco di ghiaccio avvolto in un panno sulla zona colpita per circa 10-15 minuti) per alleviare prurito e gonfiore, dopo aver pulito la parte colpita con acqua e sapone. Una larga reazione locale può richiedere una valutazione allergologica non in urgenza. Mentre in caso di morsi di serpenti velenosi, applicare una fasciatura a banda larga, poco stretta (non utilizzare lacci) a monte del morso, per ritardare la diffusione del veleno e accompagnare il bambino in ospedale per una visita. In ambiente marino le misure preventive sono più difficili perché le esposizioni sono imprevedibili: in caso di contatto cutaneo con medusa o tracina applicare acido acetico al 5% (aceto di cucina) e immergere la parte coinvolta in acqua calda, la più tollerabile possibile (o sotto la sabbia calda) per almeno 20 minuti e poi lavare con acqua di mare. È possibile utilizzare creme a base di cortisonici o antistaminici. «Durante l’estate, la vita all’aria aperta, aumenta il rischio di contatti accidentali con il mondo animale – conclude il dottor Marco Marano, responsabile del Centro antiveleni pediatrico –. Conoscere le misure di primo intervento, spesso semplici ed efficaci, può fare la differenza nel ridurre il dolore, limitare le reazioni cutanee e prevenire complicazioni. In caso di dubbio, è sempre meglio consultare un medico o contattare il centro antiveleni».

di Francesca Morelli

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