Parte la campagna per la salute delle ossa

“NON ROMPERLE!”: è tempo di agire e proteggere le proprie ossa. Perché “prendersene cura, è un investimento per il futuro”, garanzia di migliore benessere e di un invecchiamento più “robusto” e sano. È questo il forte messaggio della campagna di informazione promossa da Italfarmaco e patrocinata da Fedios (Federazione Italiana Osteoporosi e malattie dello Scheletro), rivolta alla popolazione, dai Baby Boomers, uomini e donne con più di 60 anni, ai GEN-X di età compresa fra 45 e 60 anni, residenti in specifiche città italiane e dintorni, invitati a sottoporsi a una consulenza gratuita per conoscere lo stato di salute delle proprie ossa. Parte in viaggio attraverso l’Italia un motor-home con a bordo specialisti del metabolismo osseo, con tappe in 8 città, da Nord a sud, in un tour di 16 giorni. Ecco le date e le località coinvolte: Genova (7-8 giugno), Torino (9-10 giugno), Varese (11-12 giugno), Pavia (13-14 giugno), Ancona (16-17 giugno), Bari (19-20 giugno), Battipaglia (22-23 giugno) e Frosinone (24-25 giugno).

La campagna ha l’obiettivo di intercettare gli italiani a rischio di osteoporosi, o con forme iniziali di malattia, e fare quindi prevenzione tramite la correzione degli stili di vita e, in caso di necessità, suggerendo terapie mirate per evitare le fratture da fragilità. Ovvero rotture che si verificano a seguito di piccoli traumi, ad esempio prendendo in braccio il nipotino, appoggiandosi alla balaustra del balcone, soprattutto a vertebre, polsi, omero e femore: segnale che l’osso sta perdendo robustezza e densità, spia di una possibile sottostante osteoporosi.
Una patologia silenziosa, che si manifesta e di cui ci si accorge in ritardo, che colpisce oltre 4 milioni di persone, l’80% donne, ma stimata in crescita per via dell’invecchiamento della popolazione, con costi assistenziali annuali per il Sistema Sanitario, dovuti soprattutto alle fratture, pari a 10 miliardi di euro fra ricoveri, riabilitazione e cure. Non meno onerosi quelli sociali: giornate di lavoro perse, nella fascia di pazienti più giovani, isolamento socio-relazionale, perdita di autonomia con necessità di affiancamento di badanti e/o care-giver, disabilità e depressione. Si stima che in mancanza di interventi mirati e tempestivi, le fratture entro il 2030 subiranno un incremento del 20%, raggiungendo 700 mila casi all’anno.
«Per prevenire la fragilità ossea serve un approccio integrato che combini corretti stili di vita», spiega Giulia Letizia Mauro, Direttore del Dipartimento di riabilitazione, fragilità e continuità assistenziale A.O.U. Policlinico Palermo: «attività fisica mirata, con esercizi in carico, in ortostatismo, cioè in posizione eretta poiché le ossa rispondono a una stimolo meccanico ed attività specifiche quali la camminata veloce, il ballo, e sport non estremi, definiti e/o guidati da un esperto, praticati regolarmente, almeno 3 volte a settimana, un’alimentazione ricca di calcio, fornito prevalentemente da latte, latticini e derivati, verdure a foglia verde come spinaci e cavolo, legumi come fagioli e ceci, frutta secca come mandorle e semi di sesamo, e alcuni tipi di pesce come sardine e salmone, ma anche di vitamina D contenuta in pesci grassi e pesce azzurro (salmone, sgombro e tonno), olio di fegato di merluzzo, alcuni tipi di funghi (shiitake e porcini), latte, latticini e derivati, uova, specialmente nel tuorlo e quando necessario, un supporto farmacologico dedicato. Regimi alimentari non bilanciati e allenamenti non idonei, spesso diffusi online e senza solide basi scientifiche, possono avere effetti negativi sul metabolismo osseo. La raccomandazione è dunque di consultare e affidarsi a uno specialista qualificato: la salute delle ossa non è un dettaglio trascurabile, ma un investimento fondamentale per il nostro futuro».

Il calcio, componente principale delle ossa, e la vitamina D che favorisce l’assorbimento del calcio a livello intestinale e contribuisce al corretto rinnovamento e alla mineralizzazione del tessuto osseo, sono due pilastri per proteggere e promuovere la robustezza delle ossa, prevenendo dunque le fratture da fragilità: «Recenti evidenze scientifiche – aggiunge Maurizio Rossini, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Reumatologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona – suggeriscono che una supplementazione giornaliera di 600 mg di calcio e di 2000 UI di vitamina D, è spesso necessaria per soddisfarne i fabbisogni in caso di osteoporosi e di inadeguato introito, secondo le indicazioni delle linee-guida. Inoltre, l’Agenzia Italiana del Farmaco raccomanda, nel caso in cui la dieta e livelli ematici di vitamina D siano inadeguati, la supplementazione con integratori prima di avviare la terapia anti-fratturativa, evitando di vanificare l’efficacia di questi farmaci». Integrazione che nel caso della vitamina D diviene particolarmente importante in estate, a causa delle applicazioni di schermi solari per proteggere la pelle dal sole ma che riducono l’immagazzinamento dei raggi e la produzione di Vitamina D; pertanto l’American Academy of Dermatology suggerisce l’assunzione attraverso l’alimentazione o la supplementazione. Anche calcio e vitamina D possono essere assunti, quando necessario, senza timori. «Gli ultimi studi precisa Andrea Giusti, Direttore Medicina Interna Asl 3 di Genova – dimostrano che l’assunzione di queste due sostanze nelle giuste quantità, non aumenta il rischio cardiovascolare o renale, salvo in presenza di patologie specifiche. Proteggere le ossa dalle fratture si può: quando dieta e stile di vita non bastano, è necessario ricorrere a strumenti efficaci e sicuri».

Fondamentale, infine, il ruolo dei professionisti della salute. «In questo scenario – conclude Ferdinando Silveri, Vicepresidente FEDIOS – il medico di Medicina generale (MMG) è una figura chiave per intercettare i segnali di rischio nella fase precoce di malattia e il primo alleato del paziente che può avviare un percorso di prevenzione efficace, con la supplementazione e stili di vita corretti, o suggerire visite specialistiche in soggetti a rischio, ad esempio per età, sesso (donna), familiarità (con genitori e consanguinei che presentano osteoporosi, o per precedenti fratture che aumentano fino a raddoppiare il rischio di un nuovo evento sull’osso fratturato, oltre alla componente genetica), per procedere con controlli mirati come Dexa e/o MOC, utili a valutare la densità ossea a livello lombare del rachide e dell’anca, e una RX rachide, lombo-sacrale con conta morfologica Genant, o altri test come DeFRA e FRAX che permettono di stimare il rischio di frattura a 10 anni».

Particolare attenzione va poi riservata a forme di osteoporosi precoce o a particolari condizioni cliniche come diabete, malattie reumatiche e intestinali, oncologiche, l’assunzione di particolari terapie, fra cui il cortisone, che possono inibire l’assorbimento di calcio e ridurre la densità ossea. Ulteriori informazioni sulla campagna, sull’osteoporosi e le fratture da fragilità e approfondimenti per fascia di età, sono reperibili al sito: www.nonromperle.it

di Francesca Morelli

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