Vaccinazioni: adesioni basse, importanza sottostimata

Diffidenza, scetticismo, disinformazione, cattiva informazione. Sono alcuni dei fattori, cruciali, che frenano l’aderenza agli screening vaccinali, ancora ben al di sotto dei target fissati dall’OMS. Ne sono testimonianza i numeri, bassissimi, registrati dall’ultima campagna vaccinale contro il COVID, spesso dipendenti anche dai comportamenti e dalle differenti offerte di servizi autonomi e variabili da Regione a Regione. Qualche dato un po’ più confortante si ha per la vaccinazione antinfluenzale, ma in generale le vaccinazioni nella popolazione adulta hanno un indice di adesione insoddisfacente. Poco stimabili, in quanto non attualmente monitorate dal Ministero della Salute, sono invece i numeri delle vaccinazioni per Herpes Zoster, il Fuoco di S. Antonio, per il quale alcune Regioni, come la Lombardia, hanno attivato in diverse farmacie un progetto vaccinale sperimentale o contro lo pneumococco. Sono i dati rilevati in occasione della Settimana dedicata all’Immunizzazione, da poco conclusa (30 aprile).

Diverso lo scenario per le vaccinazioni pediatriche, che rientrando nel calendario vaccinale, non risentono di scossoni o cali, compreso quella per la prevenzione contro RSV (Virus Respiratorio Sinciziale) nella versione anticorpo monoclonale che ha contribuito a un deciso arretramento della patologia. Il contesto appare ancora più problematico in funzione delle ultime evidenze osservate in Italia nel 2024: 1.045 casi di morbillo e tre decessi di bambini per pertosse, mentre solo in Europa l’RSV causa ogni anno circa 3 milioni di casi di infezione respiratoria acuta tra gli over 60, con 270 mila ricoveri ospedalieri e quasi 20 mila decessi.

C’è attenzione anche per l’Herpes Zoster che potrebbe riattivarsi nel 90% degli adulti che hanno già contratto il virus della varicella, con conseguenze potenzialmente serie. Un panorama che potrebbe cambiare rotta con la vaccinazione, ad oggi la strada d’elezione per prevenire e controllare le patologie virali e uno strumento salvavita nel caso dei pazienti fragili, come cronici, cardiopatici, immunocompromessi, oncologici o ad alto rischio (donne in gravidanza, anziani in generale e bambini), riducendo le esacerbazioni e stabilizzando la funzione polmonare di chi ne soffre.
Lo sottolineano, in occasione di un evento tenutosi a Milano, moderato da Sergio Harari, Direttore UO Pneumologia, Ospedale San Giuseppe MultiMedica IRCCS, Milano, i rappresentanti di  quattro importanti società scientifiche – AIPO-ITS/ETS (Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri), SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali), SIP/IRS (Società Italiana di Pneumologia) e SItI (Società Italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità Pubblica), che hanno redatto allo scopo anche un documento nazionale, ad uso dei medici di medicina Generale, dei pediatri e degli specialisti, contenente le raccomandazioni, le evidenze scientifiche e le strategie di vaccinazione contro i principali agenti patogeni respiratori, tra cui virus respiratorio sinciziale, influenza, SARS-CoV-2, Streptococcus pneumoniae e virus della varicella-zoster (VZR). «Il mondo pneumologico – dichiara Claudio Micheletto, Presidente AIPO-ITS/ETS, Direttore UOC Pneumologia, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Veronada molto tempo si preoccupa anche della prevenzione delle riacutizzazioni delle malattie respiratorie, ad esempio quelle associate ad asma e BPCO, in cui le infezioni sono causa di peggioramento dei sintomi, di accessi al Pronto Soccorso, di ospedalizzazioni e di uso di antibiotici e steroidi. Le infezioni, inoltre, causano un peggioramento persistente della funzionalità respiratoria e aumentano la mortalità per infezioni collegate a virus e batteri, con un forte impatto sul sistema sanitario». Ecco perché, sottolineano gli esperti, la gestione del paziente respiratorio cronico deve essere multidisciplinare, di tipo “olistico” e personalizzato. Ovvero un approccio che consideri, oltre al trattamento delle riacutizzazioni e alla stabilizzazione della malattia, la strategia vaccinale come elemento fondamentale di un unico percorso di prevenzione e cura.

«Le evidenze scientifiche – precisa Roberto Parrella, Presidente SIMIT, Direttore UOC Malattie Infettive ad indirizzo respiratorio, AORN Ospedali dei Colli, “Monaldi-Cotugno-CTO”, Napoli – dimostrano che proteggendo le popolazioni a rischio dai più comuni patogeni respiratori è possibile ridurre sensibilmente le complicanze, quindi i costi sanitari, migliorando la qualità di vita dei pazienti». Aspetti tanto più importanti in funzione dell’aumento delle aspettative di vita.

«La prevenzione assume un ruolo fondamentale – aggiunge Fabrizio Luppi, Delegato SIP/IRS, Direttore SC Pneumologia, Fondazione IRCCS San Gerardo dei Tintori, Monza (MB) che è possibile attuare con i numerosi vaccini oggi disponibili e che tutelano il paziente dal rischio di infezioni respiratorie gravi e, in alcuni casi, mortali».

In conclusione, «la vaccinazione non è solo una scelta individuale – sottolinea Luigi Vezzosi, Segretario Generale SItI, Dirigente Medico UOS Prevenzione delle Malattie Infettive, ATS Val Padana, Cremona – ma un atto di responsabilità collettiva e uno strumento chiave per la sostenibilità del sistema sanitario».

Per favorire questi obiettivi è e sarà fondamentale attivare nuove strategie e sinergie, ad esempio migliorando la comunicazione, a differenti livelli, tramite l’utilizzo di messaggi, linguaggi e canali, compresi i social media, secondo il target di riferimento, aumentando i servizi vaccinali nelle farmacie, negli hub, nelle Asl e ospedali per favorire l’accesso soprattutto del paziente anziano e dei fragili, promuovendo l’informazione sull’importanza delle vaccinazioni fin dalle fasce più giovani della popolazione, entrando nelle scuole, coinvolgere il territorio, migliorare i registri regionali per potenziale le strategie a livello nazionale.

di Francesca Morelli

La campagna per vaccinare i pazienti oncologici fa tappa in 10 regioni italiane

Per incentivare la vaccinazione nel paziente oncologico, quale atto preventivo e protettivo dal rischio di infezioni e gravi complicanze, parte la riedizione della campagna di (in)formazione itinerante “La Vaccinazione nel Paziente Oncologico”, promossa e voluta da Fondazione AIOM, realizzata con il contributo non condizionante di GSK, che farà tappa in 10 Regioni in cui saranno organizzati incontri con il coinvolgimento di oncologi, associazioni pazienti ma anche altre figure del team multidisciplinare oncologico. «Il counselling vaccinale è uno strumento fondamentale di promozione della salute e l’oncologo medico – spiega Saverio Cinieri, Presidente di Fondazione AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) – deve svolgere il ruolo di facilitatore, consigliando l’assistito. Molti dei nostri pazienti esprimono forti timori che riguardano il possibile impatto dei vaccini sul cancro oltre che il potenziale effetto negativo sui trattamenti anti-tumorali». “L’esitazione vaccinale” è legata soprattutto ai timori di perdita di efficacia delle terapie o che le immunizzazioni possano interferire negativamente su un organismo debilitato, impegnato nella sfida contro le neoplasie. «In realtà i vaccini – prosegue il Presidente – sono dei presidi sanitari assolutamente sicuri ed efficaci. Determinano grandi benefici a tutta la popolazione e in particolare a uomini e donne che vivono con una forma di cancro, riducendo i rischi legati al rischio di infezioni come Covid, influenza, ed Herpes Zoster, che può essere contratto con probabilità superiori del 40% da un paziente con tumore». Aggiunge Angioletta Lasagna, Oncologa al San Matteo di Pavia e Coordinatrice delle Linee Guida AIOM sulle Vaccinazioni, appena realizzate e pensate soprattutto per la classe medica: «Le patologie vaccino-prevenibili di spiccata rilevanza epidemiologica per la popolazione con un tumore sono l’influenza, il Covid-19, le infezioni da pneumococco e quelle da Herpes Zoster per cui oggi è disponibile un vaccino “ricombinante adiuvato”, di elevata efficacia». Inoltre, la vaccinazione è strategica anche per le infezioni da HPV, prevenendo le recidive ma anche l’insorgenza di condilomi ano-genitali, verruche genitali e altri fastidiosi disturbi. «Il vaccino – dichiara Nicola Silvestris, Segretario Nazionale AIOM – è disponibile gratuitamente in Italia da diversi anni ma la popolazione più adulta, e quindi più interessata ai tumori, tendenzialmente non è mai stata immunizzata. L’anti-HPV va quindi raccomandato ai pazienti e al tempo stesso promosso tra i giovani come strumento di prevenzione (anche) oncologica». Quali sono le buone regole di immunizzazione? «In generale il calendario di vaccinazioni per i pazienti dovrebbe essere programmato prima dell’inizio dei trattamenti oncologici e quindi sin dalle prime visite – conclude Cinieri – e il momento migliore per la somministrazione del vaccino dipende dalla tipologia di cure svolte (chemio, radio o immunoterapia) e dallo stato di salute del malato. Sebbene la vaccinazione possa essere eseguita anche in corso di terapie, senza perdere in efficacia. Deve essere un preciso compito di tutti gli oncologi ascoltare attentamente il proprio assistito, comprendere le sue preoccupazioni e infine rispondere a tutti i dubbi e le perplessità e contrastare così le barriere di esitazione vaccinale». Per il progetto sono previsti un ampliamento del portale vaccininelpazienteoncologico.it e divulgazione social sui profili istituzionali di Fondazione AIOM.  F.M.

Fare squadra per immunizzare l’anziano

Anche HappyAgeing (Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo) sostiene l’importanza dell’immunizzazione nell’anziano, ovvero della popolazione ultrasessantacinquenne, e in occasione dell’appuntamento “Assise Nazionale sulla Vaccinazione dell’Anziano: strategie per una corretta ed efficace protezione dell’adulto-anziano”, che si terrà a Roma, presenterà un nuovo Documento frutto della collaborazione fra HappyAgeing e CIP (Coordinamento Interregionale Prevenzione). Emergono alcuni punti salienti, tra cui il valore economico-sociale della vaccinazione, la necessità di finanziare la pratica nell’adulto-anziano, la promozione di strategie per applicare l’innovazione vaccinale e incrementare la copertura vaccinale nel suo complesso. «Il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) – dichiara Michele Conversano, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing –e il relativo calendario indicano che i vaccini contro l’influenza, l’Herpes zoster e le malattie da pneumococco dovrebbero essere disponibili e accessibili in egual modo, in tutto il territorio nazionale. Senza dimenticare il vaccino contro il Covid-19 e la recente disponibilità di vaccini contro le malattie da RSV (Virus Respiratorio Sinciziale). C’è quindi necessità di una stretta collaborazione tra Istituzioni Centrali e Locali per garantire un’offerta completa ed equa delle vaccinazioni nella fascia di popolazione adulto-anziana. Per una migliore copertura vaccinale un’opportunità è la Chiamata Attiva degli aventi diritto e il coinvolgimento di tutti gli operatori sanitari».  F.M.

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