Consigli a genitori e figli, per una vacanza salutare

Tra caldo africano in alcune zone della Penisola, e nubifragi in altre, invasioni di zanzare, pianti e vagiti di bambini, esausti della vita nelle città, ecco, come ogni anno, arrivate le tanto attese vacanze che per la maggior parte degli italiani iniziano i primi di agosto. La valigia, quasi dietro la porta, è in trepida e vigilante attesa di essere riempita di tutto l’occorrente e virtualmente anche di buoni consigli. Già perché alla vacanza si chiede proprio questo: che sia di effettivo relax, energetica e che tutto fili liscio. Allora mettiamocela tutta, specie in caso di famiglie tradizionali, larghe e allargate dove i piccoli, dai neonati ai più grandicelli e fino agli adolescenti, rappresentano sempre una “incognita”. Partiamo pronti e preparati con i consigli delle strutture, come l’Ospedale Pediatrico Bambino Ge, e delle maggiori società scientifiche come la SIN (Società Italiana di Neonatologia) che di bambini ne sanno più dei libri.

Via che si parte! Ma da quando? A che ora e con quale mezzo? Se si ha a che fare con chi si è appena affacciato al mondo, meglio attendere, dice il “vademecum”, dopo la prima decina di giorni di vita, quando alcune condizioni come l’avvio dell’allattamento, il calo ponderale, la comparsa eventuale di ittero, potrebbero richiedere un monitoraggio da parte del pediatra. Il mezzo a scelta fra due: l’auto e il treno. La prima deve garantire all’interno dell’abitacolo condizioni climatiche adeguate: per riuscirci bisogna mettersi in viaggio nelle ore più fresche della giornata, tenere la macchina sempre parcheggiata all’ombra nei momenti di sosta, e non abusare dell’aria condizionata. Il piccolo ha il suo posto d’élite: nell’“ovetto” o nella “navicella”, opportunamente fissati al sedile, prevedendo una sosta ogni due-tre ore e comunque sempre durante le poppate. Il secondo mezzo, il treno, in cui sebbene il bimbo viaggi in braccio ai genitori, offre più spazio per muoversi, passeggiare e collocare il passeggino o l’ovetto in caso di necessità.

Dove si va? Direzione mare, montagna e collina.

Il mare, classica meta estiva e la spiaggia, soprattutto con neonati o bambini molto piccoli, vanno frequentati di prima mattina e nel tardo pomeriggio, sempre muniti di ombrellone, facendo della passeggiata in riva al mare al tramonto il momento più dolce e rilassante della giornata. È bene ricordare che è sconsigliabile far fare il bagno al bimbo al di sotto dei 6 mesi, poiché la pelle molto delicata sarebbe esposta troppo precocemente al sole, considerato anche che più il bimbo è piccolo, meno c’è necessità di immergerlo nell’acqua di mare o in piscina. Il lattante invece può entrare in acqua, per pochi minuti, se il clima e la temperatura dell’acqua sono confortevoli, in braccio a mamma o papà, avendo l’accortezza di sciacquarlo poi con acqua dolce per togliere il sale dalla cute. E riguardo al sole? L’esposizione diretta è essenziale per la produzione di vitamina D, che favorisce l’assorbimento del calcio e la sua deposizione nelle ossa, e stimola la produzione di melanina. All’opposto però, un tempo troppo prolungato al sole e nelle ore più calde della giornata, può causare eritemi e scottature: un fattore di rischio che contribuisce ai tumori cutanei in età adulta. Dunque, niente esposizione ai raggi diretti del sole per i bambini al di sotto dei 6 mesi e tra 6 mesi e 2 anni evitare l’esposizione tra le 10.30 e le 18.30.

La montagna è un’ottima scelta: offre un clima più fresco ed è perfetta per le prime passeggiate dei piccoli nella natura. È bene evitare altitudini superiori ai 2000/2500 metri, pianificando di rimanere nella località scelta più giorni, non un week-end ad esempio, così da permettere i fisiologici adattamenti richiesti dal cambio di altitudine e di pressione atmosferica. Non salire o scendere velocemente con lattanti o bambini nel primo anno di vita da quote superiori ai 1600 m; utilizzare un abbigliamento corretto (cappello con visiera, giacca impermeabile e scarpe chiuse) e portare occhiali da sole (un paio di ricambio); applicare spesso un’adeguata protezione solare (crema 50+): tali indumenti e attrezzature consentono di proteggersi da colpi di calore/sole o di freddo. Inoltre occorre avere un repellente per insetti e zecche, salviettine igienizzanti e un adeguato quantitativo di acqua in modo da potere bere regolarmente ogni 30/60 minuti, scorte alimentari sufficienti e facilmente digeribili. Fare buona “educazione ambientale” insegnando ai bambini a non raccogliere piante o foglie, non abbandonare rifiuti, non disturbare gli animali, non camminare scalzi, né smuovere pietre o sterpaglie per evitare spiacevoli incontri o inconvenienti. Anche la campagna è un’opzione validissima: offre calma, silenzio, ombra e clima temperato, tutti elementi preziosi per il riposo e la serenità del bambino e di tutta la famiglia.

E adesso cosa gli metto? Vanno privilegiati i tessuti naturali e traspiranti, come lino e cotone, meglio di colore chiaro. Fare attenzione agli sbalzi di temperatura con il passaggio negli ambienti con aria condizionata. L’uso di occhiali da sole e cappellino sarebbero auspicabili, ma solo per pochi sono tollerabili. Super consiglio: fare uso di indumenti (magliette, cappellini…) certificati per la protezione solare, buoni a ogni età, realizzati con tessuti anti-UV certificato UPF50: a prova di scottatura per una pelle sana.

Mangia&bevi: sano e poco pesante è la regola. Dunque, ridurre l’apporto calorico, associato in particolare cibi grassi: è preferibile assumere carboidrati semplici, a più rapida digeribilità. Perfetta è una dieta ricca di frutta e verdura, che aumenta anche l’apporto di acqua e sali minerali, prevenendo la disidratazione. Più acqua o spremute di frutta fresca sono un’ottima soluzione per evitare carenze idriche; mentre niente bevande fredde, gassate o troppo dolci. Se il bimbo è molto piccolo, l’allattamento esclusivo materno o con latte artificiale in assenza di latte materno, soddisfa tutti i bisogni calorici e idrici e nel caso in cui sia più irrequieto, è consigliabile proporgli il seno con più frequenza del solito. La mamma che allatta deve bere tanta, tantissima acqua! Quando il neonato non riesce ad alimentarsi regolarmente sappiate riconoscere gli eventuali segnali di disidratazione: scarsa emissione di urine (pannolino spesso asciutto), secchezza delle mucose, avvallamento della fontanella anteriore, irritabilità o sopore, alterazioni della temperatura corporea. In questi casi, è bene che il piccolo venga subito valutato da un pediatra.

Come occupare il tempo? In mille modi e con tutte quelle attività consigliate per il benessere dei più piccoli: passeggiate all’aria aperta con la fascia, letture ad alta voce, massaggi, musica dolce, “tummy time” cioè mettere il neonato a pancia in giù, esclusivamente quando è sveglio, esercizio che rafforza la muscolatura e stimola lo sviluppo motorio e sensoriale, e diverse stimolazioni, ad esempio la voce di papà con il rumore delle onde o degli uccellini in sottofondo: sono esperienze preziose per il neonato e tutta la famiglia e “semplici” da fare in ogni contesto. E la vacanza ha così tutti gli elementi per essere davvero salutare.

di Francesca Morelli 

S.O.S: come agire in caso di “disavventure”

Ci sono rischi che non si possono prevedere e prevenire, che arrivano dal cielo e dal mare: insetti, imenotteri, pesci gelatinosi e pungenti. Se “attaccano” il piccolo, che fare? Ecco i consigli dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù e della SIN.

I “nemici” estivi sono zanzare, tracine e meduse: per ciascun agguato la soluzione.
In caso di puntura di zanzare, applicare un gel di cloruro di alluminio al 5%, che ha un’azione sia sul prurito sia sulla tumefazione. In alternativa, si può ricorrere a impacchi di ghiaccio, da tenere sulla parte punta per qualche minuto, mentre nelle ore serali, è bene attivare dei metodi di barriera: zanzariere poste su culle, carrozzine e possibilmente anche alle finestre. Sono sconsigliati invece i dispositivi che emanano sostanze chimiche potenzialmente tossiche e gli spray repellenti da spruzzare sulla cute: sì invece a piccoli adesivi da posizionare vicino al neonato, a base di olii naturali come estratti di citronella, eucalipto e geranio. Per le meduse, l’azione di emergenza consiste nel grattare con una tessera di plastica le zone della cute venute a contatto con i tentacoli per impedire alla tossina di penetrare la cute ed entrare in circolo, poi va applicata, senza frizionare, sabbia calda essendo la tossina termolabile, detergendo la parte con acqua salata. Infine applicare gel al cloruro di alluminio al 5%: non utilizzare l’ammoniaca e consultare il medico in caso di reazioni più gravi. Per la tracina, essendo la tossina inoculata termolabile, è consigliabile immergere il piede in acqua calda per disattivarla; nei casi più gravi il medico potrà prescrivere antibiotici e antistaminici.

Il kit di emergenza. I bimbi, ma soprattutto il neonato, hanno caratteristiche peculiari di “tolleranza” ai farmaci, dovute alla composizione corporea, al peso, alla capacità di assorbimento ed eliminazione dei medicinali. In caso di problematiche, consultare il pediatra/neonatologo per adeguati consigli su come trattare il disturbo. Nel kit, oltre alla soluzione fisiologica per i lavaggi nasali, le creme contro gli arrossamenti della pelle e gli integratori di Vitamina D, raccomandati dal pediatra e ogni altra indicazione, è consigliabile viaggiare anche con un antipiretico (paracetamolo in gocce), in caso di necessità, ma sempre e solo dopo aver sentito il parere medico, senza dimenticare di considerare e valutare i tempi per le vaccinazioni, al fine di non ritardare di troppo, per via delle vacanze, le date indicate e rispettare il calendario vaccinale previsto.

F.M.

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