I PROBIOTICI PER PREVENIRE LE ALLERGIE NEI BAMBINI

La conferma dell’importanza dei probiotici è sancita dalle nuove linee-guida internazionali, presentate al Congresso di Allergologia pediatrica, promosso a Roma dall’Organizzazione Mondiale delle Allergie (WAO) e dall’Ospedale Bambino Gesù. Il documento che ne attesta i benefici è stato pubblicato in questi giorni sulla rivista della World Allergology Organization.

«I probiotici, in gocce o latti fermentati, sono consigliati fin dal primo giorno di vita, per 3-6-12 mesi, in base al rischio di allergie del bambino, ma sono stati anche proposti alla mamma in gravidanza e durante la gestazione», conferma il dottor Alessandro Fiocchi, responsabile del Dipartimento di Allergologia pediatrica all’Ospedale Bambino Gesù di Roma. «I “batteri buoni” dei probiotici attivano infatti i meccanismi immunologici della flora intestinale, potenziando le difese contro gli allergeni».

Una ricerca che elabora più di 20 studi internazionali, coordinata dal Bambino Gesù e dal Dipartimento di Allergologia dell’Università di Toronto, conferma la riduzione, con l’uso preventivo dei probiotici, di alcune allergie nei bambini, soprattutto eczema e disturbi alimentari. «Alla nascita, il sistema immunitario del piccolo è in via di formazione e deve far fronte ai batteri patogeni con cui entra in contatto e ai nuovi alimenti. Dagli studi internazionali si è visto che quando la mamma aveva assunto probiotici, in particolare Lactobacillus Rhamnosus, durante la gravidanza e l’allattamento, si era registrata una riduzione del 50% di dermatiti ed eczema nei bimbi».

Una strada dunque che sembra efficace per prevenire le allergie. La scommessa di queste nuove linee-guida è quella di ridurne l’incidenza, perché negli ultimi vent’anni sono triplicate, in particolare nei bambini, passando dal 7 al 25%. Tra queste la più diffusa è la rinite allergica, che in Italia colpisce il 35% dei ragazzi di 13-14 anni. Al secondo posto, l’asma che interessa il 9,5% dei bambini italiani. Al terzo posto le allergie alimentari che colpiscono il 3% dei bambini entro i primi due anni di vita. E proprio per combatterle, i pediatri e gli allergologi intervenuti al Congresso hanno ipotizzato di introdurre, nella prossima revisione delle linee-guida, anche l’utilizzo dei prebiotici, ovvero delle fibre in aggiunta agli alimenti e della vitamina D per combattere l’infiammazione a livello intestinale, provocata dagli alimenti introdotti con la dieta e dal contatto con i batteri nocivi.

 

di Paola Trombetta  

Articoli correlati