A OGNUNO IL SUO YOGA: INCONTRO CON GABRIELLA CELLA AL-CHAMALI

Ancora oggi, dopo oltre 40 anni di costante ricerca e ininterrotta pratica quotidiana, ama ripetere una frase di Basho, come a voler ricordare, a se stessa e ai propri allievi, lo spirito con cui intraprendere e percorrere il cammino dello yoga: “Non seguire le orme dei saggi, cerca ciò che essi cercavano”. E di cercare, la Maestra Gabriella Cella Al-Chamali non ha davvero mai smesso. Diplomata alla Vedanta Forest Academy himalayana nel 1979, il suo cammino si è arricchito di incontri straordinari e degli insegnamenti di grandi Maestri, fino a che nel 1997 ha ricevuto lei stessa il titolo di “Yoga Chudamani” (preziosa gemma dello yoga), per le sue ricerche e pubblicazioni su questa millenaria disciplina, e nel 1999 quello di Yogacharya (che dedica la sua vita allo yoga). Attraverso i suoi numerosi libri, i seminari e la scuola per insegnanti yoga che ha fondato a Piacenza nel 1991, Gabriella Cella ha diffuso e diffonde lo Yoga Ratna che, pur rimanendo fedele allo spirito dell’Hatha Yoga ortodosso, ha ideato portando al centro dell’attenzione la potente forza del simbolo e il mondo femminile.

Abbiamo raggiunto Gabriella Cella telefonicamente al suo Ashram sulle colline piacentine. In una generosa chiacchierata ci ha spiegato i benefici psico-fisici che lo yoga può portare in particolare alla donna.

Che cosa è, esattamente, lo Yoga Ratna?

«Yoga significa “unione” di ciò che erroneamente è percepito come separato: il corpo dalla mente, i vari organi tra di loro, l’individuale e l’universale. Il significato di Ratna, invece, è “perla”, “pietra preziosa”. Lo Yoga Ratna, dunque, può aiutarci a scoprire il gioiello luminoso nascosto dentro di noi e portarlo alla luce: vale a dire a prendere contatto con le nostre potenzialità, espanderle ed esprimerle al meglio. Diverse asana che propongo (posture mantenute nell’immobilità da pochi istanti nei principianti fino ad almeno sei minuti) appartengono alla tradizione dell’Hatha Yoga, ma molte le ho ideate io (sempre nel rispetto dei criteri classici), soprattutto per sperimentare la potenza dei simboli che agiscono dentro di noi. Un esempio molto semplice che mostra la doppia valenza fisica e simbolica di una forma è la posizione del mantice. Il mantice è il soffietto utilizzato per accendere il fuoco, e davvero in questa postura (che consiglio a tutti di fare al mattino appena svegli), restando sdraiati a terra e portando al petto le ginocchia in un movimento guidato dal respiro, accendiamo il nostro fuoco interno, il fuoco gastrico preposto alla trasformazione».

Lo Yoga Ratna, inoltre, ha una particolare connotazione femminile.

«Certo. Lo yoga ortodosso è considerato da sempre una disciplina maschile. Ma, visto che oggi è seguito soprattutto dalle donne, ed essendo io una donna, mi è parso più corretto cercare una sua declinazione al femminile, sia sul piano fisico che su quello simbolico. In nessun testo ho trovato indicazioni sulle forme più adatte alla donna. Ho così iniziato a studiare e sperimentare prima di tutto su me stessa, e poi sulle allieve, ogni effetto prodotto da particolari posture prima, durante e dopo il ciclo, in gravidanza e poi nel climaterio e nella menopausa. Sempre con il prezioso aiuto di Fiorenza Zanchi, ginecologa, psicosomatista e omeopata, con cui collaboro strettamente ormai da decenni. Abbiamo scoperto, così, per esempio, che alcune forme sono da evitare durante il ciclo, che altre possono essere dannose in gravidanza, oppure creare disagi a chi è in menopausa.

Abbiamo molto lavorato anche sullo yoga preparto e postparto, in menopausa, fino alla terza età: ogni fase della vita della donna ha precise esigenze che vanno rispettate e assecondate con una pratica adeguata. Per questo, sempre con Fiorenza Zanchi, la dietista Carla Barzanò e la gemmologa Maria Grazia Cella, propongo un ciclo di incontri (ognuno della durata di quattro giorni) dedicati espressamente alle trasformazioni dell’essere donna».

Quali benefici può portare lo yoga alla nostra salute?

«In generale, la pratica yoga regolarizza il sistema neurovegetativo, riequilibrando l’energia dei centri vitali e ripristinando, quindi, il nostro equilibrio psico-fisico. È in questo modo che può curare disturbi particolari, spie di un disordine. Io stessa mi sono avvicinata allo yoga proprio perché avevo problemi di fegato e mal di testa fortissimi, di cui nessuno comprendeva la causa. Allora ho iniziato a mettermi in ascolto del mio corpo e a portarlo in diverse posizioni, prestando attenzione ai loro effetti: alcune aumentavano il disagio; altre lo alleviavano. In questa continua sperimentazione ho compreso ciò che poteva aiutarmi, quali asana potevano giovare in presenza di determinati disturbi. Tutto ciò che propongo deriva sempre dalla mia esperienza personale».

Ci sono patologie per le quali, invece, lo yoga è sconsigliato?

«Come dicevamo, lo yoga porta a un attento ascolto di se stessi. Proprio per questo, certe pratiche non sono adatte a chi soffre di ansia o depressione: l’immobilità e il silenzio interiore rischierebbero di peggiorare la situazione. A chi si trova ad affrontare questi disagi, quindi, consiglierei esercizi più attivi ed energici, che pure possiamo trovare nello yoga. È importante scegliere la pratica più adatta in base al momento che si sta vivendo, seguiti e consigliati da un buon insegnante con una formazione adeguata».

Un aspetto fondamentale è l’alimentazione. Che cosa consiglia?

«Un noto aforisma che la macrobiotica ha fatto proprio dice che “siamo quello che mangiamo”. I miei maestri, però, aggiungevano: “Siamo quello che mangiamo e quello che pensiamo!”. Io sono vegetariana, però non mi ritrovo nella rigidità di quanti, proprio perché praticanti yoga, sono rigorosamente vegani, oppure, come andava di moda un po’ di tempo fa, macrobiotici. Non mi sentirei di consigliare a tutti di eliminare carne e pesce dalla propria dieta. È bene che ognuno si regoli in base alle necessità del proprio corpo in quel determinato momento, e che ogni scelta sia compiuta con consapevolezza».

Il respiro è alla base dello yoga. Come ci può aiutare a stare meglio?

«Il respiro è la guida interiore che ci permette di entrare in una posizione e quindi di mantenerla, nella calma e regolarità dell’inspiro e dell’espiro. Nelle pratiche di pranayama, poi, il respiro viene controllato, governato, anche con tempi di trattenimento a pieno e a vuoto. Ma anche nella quotidianità è importante fermarsi per qualche istante ad ascoltare il nostro respiro e dove si colloca, secondo lo stato emozionale che stiamo vivendo. Non solo. In presenza di tensioni o di dolori possiamo portarlo lì, pensare di respirare su quella parte del corpo. Un giorno, per esempio, mi sono ritrovata bloccata, ad angolo retto. Ero a casa sola e non sapevo cosa fare. Allora ho pensato che il respiro avrebbe potuto aiutarmi, e ho iniziato a respirare sulle vertebre, cercando di allungarmi adagio adagio: ha funzionato!».

Le donne oggi sono impegnate ogni giorno su più fronti. Molte vorrebbero praticare ma spesso non ne trovano il tempo. Qual è il suo consiglio?

«Devo dire che spesso ci si creano tante scuse e, così facendo, ci si priva di ciò che ci potrebbe essere di grande beneficio. La pratica yoga non richiede molto tempo. Può bastare un quarto d’ora al giorno, per appartarsi, mettersi in ascolto del proprio respiro, eseguire qualche esercizio di riscaldamento e anche solo due asana. Ritagliarsi ogni giorno uno spazio e un tempo minimi da dedicare a se stesse è un piccolo dono di cui non bisogna privarsi. Nel libro Yoga e Alimentazione, che ho scritto con la dietista Carla Barzanò, cerco proprio di sollecitare le donne a imparare a prendere le distanze, per qualche giorno, dalla routine quotidiana, per recuperare il proprio ritmo e il proprio benessere psicofisico, grazie a esercizi di respirazione, meditazione, rilassamento e una dieta adeguata. Basta davvero poco per avere risultati notevoli. Anche per questo mi auguro di cuore che in futuro lo yoga possa sempre più spesso essere avvicinato da giovani donne e ragazze, mentre oggi è seguito soprattutto da persone di età media: imparare ad ascoltarsi è un aiuto straordinario».

di Mariangela Molinari

 

CALENDARIO DEI SEMINARI

Domenica 2 novembre, a Piacenza: “Il cammino spirituale attraverso una maggiore coscienza del proprio corpo”.
Domenica 16 novembre, a Piacenza, dalle ore 10 alle 16.30: una giornata intensiva sulle pratiche per la menopausa, condotta insieme alla dottoressa Fiorenza Zanchi (ginecologa, omeopata, psicosomatista).
Domenica 7 dicembre, a Piacenza: “Pratiche di trasformazione con lo Yoga Ratna”.
Domenica 14 dicembre, a Piacenza, dalle ore 10 alle 16.30: una giornata intensiva per operatori e insegnanti: “Yoga Ratna e cristalli per bambini/e e ragazzi/e”, condotta insieme alla dott.ssa Maria Grazia Cella, gemmologa, laureata in pedagogia.

Domenica 1 febbraio 2015, a Piacenza, dalle 10 alle 14, “Asana e Mantra degli Dei e delle Dee della Fortuna”. Dalle 15 alle 17 meditazione con Maria Grazia Cella.

Domenica 1 marzo 2015, a Piacenza, dalle 10 alle 14, “Yoga Ratna come pratica della Gioia: Danze degli Dei”. Dalle 15 alle 17, meditazione con Maria Grazia Cella.

Da giovedì 25 a domenica 28 giugno 2015, all’Ashram Surya Chandra di Caselasca – Bettola (Pc): primo nuovo ciclo di incontri sulle trasformazioni dell’essere donna: “Un’esperienza da vivere con il corpo, con la mente e con i sensi per trovare la propria forma”.
Docenti con Gabriella Cella Al-Chamali: Fiorenza Zanchi, ginecologa; Carla Barzanò, dietista; Maria Grazia Cella, gemmologa.

Per informazioni e prenotazioni: tel.: 0523.911671 – mobile: +39 338 2499998.
Gli incontri di Piacenza si tengono presso l’Istituto Yoga Surya Chandra Marga, in via Raffaello Sanzio, 23, dalle ore 10 alle 14.   (M. M.)

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