Cistite: un’alternativa alla terapia antibiotica

È la malattia dell’area pelvica più frequente: ne soffre una donna su due, almeno una volta nella vita. La cistite si accentua durante la primavera e soprattutto l’estate: la sudorazione infatti provoca una maggiore concentrazione nelle urine, con ristagno di batteri patogeni, in particolare l’Escherichia coli che proviene dall’intestino. Solitamente la cistite lieve si risolve con uno specifico antibiotico (fosfomicina) in un’unica somministrazione. Se però l’infezione si ripresenta in modo ricorrente, non si può continuare ad assumere antibiotici per troppo tempo. Si rischia anche il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, in preoccupante crescita, anche per altri tipi di infezioni più gravi. Secondo i dati dell’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) la resistenza dell’Escherichia coli è arrivata al 64,5% per le amino-penicilline, al 41% per i fluorochinoloni, mentre per la Klebsiella Pneumoniae si è raggiunta addirittura una resistenza del 52,7% ai fluorochinoloni e del 53,6 % alle cefalosporine di terza generazione. Basti pensare poi che in Italia muoiono ogni anno circa 10 mila persone a causa di questo dilagante fenomeno. Studi scientifici e pratica clinica attestano che per curare patologie come la cistite si può ricorrere con successo a una terapia non antibiotica, come ad esempio una buona integrazione di D-mannosio ad alte dosi. Lo confermano gli specialisti, intervenuti alla conferenza on-line di presentazione del Position Paper elaborato dalla Fondazione Italiana Continenza (FIC), insieme a medici di famiglia, farmacologi, ginecologi e urologi appartenenti a numerose società scientifiche.

«La cistite è un’infezione della vescica di origine batterica che si manifesta con un bisogno di urinare più frequente del solito, accompagnato da bruciore, dolore, senso di peso perineale e di svuotamento incompleto e spesso con la presenza di sangue nelle urine», spiega il dottor Roberto Carone, Presidente emerito della FIC e Past President della Società Italiana di Urologia. «Ciascuno di questi sintomi può comparire singolarmente o manifestarsi contemporaneamente ad altri. Una donna su 4 che ha avuto un primo episodio di cistite, ne ha un altro entro i sei mesi successivi.  Una su 5 sviluppa una forma ricorrente con più di tre episodi l’anno. Il nostro Position Paper è stato redatto sulla base dell’attenta revisione della letteratura internazionale e dell’esperienza clinica, perché vi fossero indicazioni e consigli utili per la pratica clinica quotidiana, ad integrazione delle linee guida fornite dalla Società Europea di Urologia. Il formato è volutamente sintetico, proprio perché ogni medico di famiglia, urologo o ginecologo possa consultarlo facilmente. Tra le indicazioni, alcune sono a carattere preventivo, come le “sette regole” per evitare di incorrere in episodi di cistite: effettuare un’accurata e quotidiana igiene perineale, utilizzando dei detergenti intimi a pH 3,4 – 4,5 simile a quello fisiologico presente in vagina, con movimenti che vanno dall’avanti all’indietro; evitare un utilizzo persistente di biancheria intima costituita da materiale sintetico e/o colorato o pantaloni troppo aderenti; durante il ciclo curare l’igiene intima, cambiare l’assorbente interno frequentemente e rimuoverlo sempre durante la notte; non usare lavande vaginali, in particolare quelle con attività disinfettante; urinare prima e soprattutto dopo il rapporto sessuale; bere molta acqua nel corso della giornata (1 litro e mezzo/2 litri al giorno); avere un adeguato apporto alimentare di fibre e trattare la stitichezza, se presente».

La causa della cistite è quasi sempre rappresentata da un batterio, l’Escherichia coli, che migra dall’intestino alla vescica. «Dal Position Paper promosso dalla Fondazione Italiana Continenza emerge con chiarezza l’importanza di un intestino in salute, grazie ai probiotici e prebiotici», interviene Aurelio Sessa, Presidente regionale della SIMG Lombardia, la Società Italiana Medicina Generale. «Fondamentale appare l’azione del D-mannosio a dosaggio elevato, come avviene nel caso di Urixana contenente sia D-mannosio che probiotici. Questo zucchero semplice ha dimostrato una forte attività di inibizione di batteri come Escherichia Coli, che sono alla base dell’insorgenza della patologia. I risultati positivi documentati dagli studi mostrano infatti che importanti concentrazioni di D-mannosio nelle urine possono avere un effetto protettivo e migliorano la qualità della vita della donna». Pur essendo infatti un’infezione lieve, la cistite influenza molto la qualità di vita. «La cistite – conclude Sessa – segna profondamente la qualità della vita delle donne e diversi sono i fattori che ne favoriscono l’insorgenza, soprattutto nella bella stagione: la disidratazione che porta a una maggiore concentrazione delle urine e indebolisce le difese immunitarie, la sabbia in spiaggia abitata da numerosi microrganismi, il costume bagnato, ma anche la stessa acqua di mare o magari di una piscina. Aggiungiamo, oltre a una predisposizione genetica, uno stile di vita scorretto con alimentazione poco bilanciata, poca acqua e troppo sale. La soluzione è evitare il “fai da te”, parlando con fiducia al medico di famiglia o allo specialista urologo. La donna deve imparare a prendersi cura della propria salute. E il momento giusto è questo, con l’estate alle porte».

di Paola Trombetta

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