Nuove linee guida per la cura dell’ipotiroidismo

È una malattia che colpisce prevalentemente le donne e richiede l’assunzione quotidiana dell’ormone tiroideo. Per rendere uniforme la terapia, sono state pubblicate in questi giorni sulla rivista Endocrine Practice le nuove linee guida per il trattamento dell’Ipotiroidismo, stilate dall’AME, Associazione Medici Endocrinologi, e dall’AACE, American Association of Clinical Endocrinologists. «Le linee guida e i documenti di consenso hanno un compito molto importante: stabilire cosa è corretto per tutti, considerando le tante variabili che la pratica clinica presenta per arrivare a quella medicina personalizzata che ogni paziente chiede», puntualizza Rinaldo Guglielmi, Past President di AME, Associazione Medici Endocrinologi. «Quando però lo strumento farmacologico è rappresentato da una sola molecola, la levotiroxina, il più importante ormone della tiroide prodotto per sintesi, deve essere prestata la massima attenzione a tutte le condizioni che possono interferire con la terapia. Queste linee guida personalizzano il trattamento, non solo secondo parametri fisici come età e peso, ma ribadiscono che la gestione della malattia deve essere in accordo con lo stile di vita. Nella scelta della terapia non deve essere considerato solo il raggiungimento dell’equilibrio ormonale, ma anche il benessere del paziente e i fattori che possono influenzare l’aderenza alla terapia. Un benessere che può corrispondere con la semplicità della forma farmaceutica: meno eccipienti, meno possibili effetti collaterali».

Da poco sono in commercio due nuove formulazioni: liquida e in capsule molli, indicate anche nei soggetti a rischio di alterato assorbimento della compressa per condizioni di malassorbimento gastrointestinale, quali la celiachia, per chi sta assumendo farmaci che potrebbero alterarne l’assorbimento o nei soggetti che hanno difficoltà a rispettare i tempi di attesa prima della colazione. La formulazione liquida, ad esempio, ha dimostrato di poter essere assunta in prossimità del primo pasto della giornata, contrariamente alle compresse che devono essere assunte da 30 a 60 minuti prima. Ricordiamo, inoltre, che le nuove formulazioni possono essere anche assunte dagli intolleranti al lattosio, al contrario delle compresse che contengono questo zucchero.

«Il buon controllo della tiroide è fondamentale per il benessere dell’intero organismo», conferma Enrico Papini, Direttore dell’Unità di Endocrinologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale Regina Apostolorum di Albano Laziale. «Dal buon funzionamento di questa ghiandola dipendono il controllo del metabolismo e le principali funzioni dell’organismo quali il battito cardiaco, lo sviluppo del sistema nervoso centrale, l’accrescimento corporeo, il peso, la forza muscolare, il benessere della cute e dei capelli e tante altre ancora. In ugual modo, se la terapia non è adeguata, si può avere un peggioramento della qualità della vita». Per questo le linee guida indicano di eseguire anche il controllo del TSH ematico dopo 4 settimane per monitorare la terapia. Utile, il giorno degli esami del sangue, assumere la levotiroxina dopo il prelievo e non prima

P.T.

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