Tumore al seno e alimentazione: parte lo studio Breakfast 2

All’incirca 150 donne, di età compresa fra 18 e 75 anni, afferenti a 12 diversi centri italiani, con tumore al seno triplo negativo, che non esprime sulla sua superficie né recettori ormonali né l’oncoproteina HER2, in trattamento con quattro chemioterapici e un immunoterapico prima dell’intervento chirurgico. Sono il campione di donne incluse nello studio multicentrico randomizzato Breakfast 2: innovativo, il primo del suo genere, intende confrontare l’efficacia di un programma nutrizionale basato sulla restrizione calorica ciclica con una alimentazione più tradizionale. La scelta non è causale e viene presentata proprio in occasione del Mese di maggio, dedicato al Tumore al seno. «Otto anni di studi condotti presso il nostro Istituto – spiega Filippo de Braud, Direttore del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (INT) di Milano – che hanno coinvolto più di 250 pazienti, prevalentemente con tumore al seno, mostrano che la restrizione calorica induce una rimodulazione favorevole sia sul metabolismo sia sul sistema immunitario, “potenziando” le cellule con attività antitumorale. Oggi l’obiettivo è valutare l’impatto di questo programma nutrizionale sull’attività antitumorale dei trattamenti farmacologici». Pertanto metà delle donne arruolate nello studi Breakfast-2 sarà invitata ad assumere per cinque giorni un regime alimentare a base di alimenti e grassi di origine vegetale, con un basso contenuto di carboidrati e proteine, ripetuto ogni 3 settimane, secondo quanto prevede il piano della dieta con restrizione calorica (gruppo di intervento), e l’altra metà (gruppo di controllo) un’ alimentazione con ampia varietà di cereali non raffinati, prevalentemente vegetariana, secondo le raccomandazioni delle principali società scientifiche internazionali, tra cui Word Cancer Research Fund, European Code Against Cancer, American Cancer Society.

«Scopo dello studio – aggiunge Claudio Vernieri, Oncologo presso la Breast Unit del Dipartimento di Oncologia ed Ematologia di INT e ricercatore all’Università degli Studi di Milano e IFOM – è valutare sicurezza, tollerabilità dell’approccio di restrizione calorica e se è in grado di aumentare l’attività antitumorale della chemio-immunoterapia. L’altro gruppo di donne riceverà il miglior programma alimentare ad oggi noto, sarà monitorato dal punto di vita oncologico e nutrizionale con la stessa frequenza e modalità delle pazienti del gruppo di intervento». Inoltre tutte le partecipanti saranno dotate di una web-app così da mantenere un contatto costante con nutrizionisti e oncologi dell’INT, che potranno verificare i diari alimentari, controllare e gestire gli eventuali effetti collaterali e raccogliere i questionari sulla qualità della vita compilati dalle pazienti arruolate presso tutti i centri. Tra gli obiettivi dello studio vi è anche la ricerca di (nuovi) biomarcatori molecolari. «Lo studio dell’evoluzione dei profili genomici e di espressione genica a livello del tessuto tumorale, e l’associazione tra questi e la risposta ai trattamenti sperimentali – conclude Giancarlo Pruneri, Direttore del Dipartimento di Diagnostica avanzata in INT e Presidente EURAMA Precision Oncology – ci consentiranno di identificare possibili biomarcatori di sensibilità ai trattamenti, ipotizzare meccanismi di resistenza, migliorare l’efficacia dell’approccio terapeutico».

Francesca Morelli

 

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