La ricerca medica è soprattutto donna

Sono sette le donne, su un totale di otto premiati, per gli innovativi progetti di ricerca in ambito oncologico, ematologico, delle neuroscienze. Oltre 800 i progetti candidati in due anni, di cui 490 solo nel 2017, più di due milioni di euro stanziati in favore di giovani ricercatori under 40. Sono i numeri del Premio “Roche per la Ricerca”, il riconoscimento promosso da Roche per approfondire le nuove frontiere della medicina personalizzata. I vincitori dell’edizione 2017 sono stati: per l’Area oncologia: Michela Lupia, Istituto Europeo di Oncologia; Giulia Bertolini, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori; Silvia Pesce, Università  degli Studi di Genova; Giulia Siravegna, Fondazione Piemonte Oncologia IRCCS; Davide Maria Ferraris, Università  del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Per le neuroscienze: Flavie Strappazzon, Università  degli studi di Roma, Tor Vergata; Renata Francesca Marceglia, Fondazione IRCCS Ca Granda Ospedale Maggiore Policlinico. Per l’Area ematologia, Teresa Calimeri, Ospedale San Raffaele di Milano. La cerimonia di premiazione è stata anche l’occasione per presentare la terza edizione di “Roche per la Ricerca” che, per il 2018, passa sotto la guida della neo-costituita Fondazione Roche. Cresce, inoltre, il numero dei premi messi a disposizione dei giovani ricercatori italiani. Saranno 12 i progetti che verranno finanziati il prossimo anno e che potranno concorrere in sette categorie. «Alle tradizionali aree di interesse del premio (oncologia, ematologia, reumatologia, malattie respiratorie, disturbi della coagulazione, neuroscienze) si aggiungerà una sezione inedita dedicata alla relazione medico-paziente», puntualizza la dottoressa Anna Maria Porrini, da pochi mesi direttore medico di Roche. «Questi progetti sono un imperativo strategico della nostra azienda da oltre un secolo e si traducono in soluzioni concrete in grado di cambiare il corso naturale di patologie, anche gravi, per le quali non esiste ancora una cura. Con queste ricerche ci auguriamo di poter sviluppare nuove diagnosi e farmaci sempre più efficaci, in grado di fare la differenza nella vita di milioni di persone».

Come in passato, i  progetti potranno essere promossi esclusivamente da Enti pubblici o privati italiani, senza scopo di lucro, e da IRCCS. È stata confermata la collaborazione con la Fondazione GIMBE (Gruppo Italiano Medicina Basata sulle Evidenze) a cui è affidato il compito di valutazione e selezione dei Progetti. Sarà possibile presentare le richieste caricandole sul sito www.rocheperlaricerca.it, a partire dal 14 marzo e fino al 30 giugno di quest’anno. Si conferma, ancora una volta, l’attenzione verso i giovani, per cui è previsto che il responsabile del Progetto di Ricerca (Principal Investigator) debba avere un’età inferiore a 40 anni.  

Paola Trombetta

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