Esofagite Eosinofila: Giornata internazionale di sensibilizzazione

Non più considerata malattia rara, oggi l’Esofagite eosinofila sta diventando una vera e propria sfida per la gastroenterologia. Questa impennata è stata rivelata da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Alimentary Pharmacology & Therapeutics. Sottolinea come la patologia colpisca almeno 34 bambini e 42,2 adulti ogni 100.000 abitanti. Ma l’elemento chiave è la rapidità della sua progressione, che l’ha portata ormai ben oltre la soglia sotto la quale una malattia è definita rara. <Questi dati epidemiologici, che riteniamo validi anche per il nostro Paese, dimostrano la notevole diffusione dell’esofagite eosinofila nella popolazione infantile>. spiega  il professor Claudio Romano, Presidente SIGENP,  Società Italiana di Gastroenterologia Epatologia e Nutrizione Pediatrica ed è difficile al momento valutarne le dimensioni esatte. I sintomi sono subdoli, si possono confondere con quelli di altre patologie e, al di fuori dei centri specializzati, non è così conosciuta come dovrebbe. Lo  studio dell’Università di San Diego, California e dell’università del North Carolina ha appurato che tra le prime osservazioni su questa patologia, negli anni ’80 ad oggi, la prevalenza è cresciuta dell’800%. La ricerca mondiale è al lavoro, sono in arrivo nuovi farmaci. Se ne parlerà il 18 maggio, nel corso del 56° meeting dell’ESPGHAN, Società Europea di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica che si svolgerà proprio qui a Milano>.

Il più delle volte la malattia viene diagnosticata per la prima volta al Pronto Soccorso dove vengono portati i pazienti quando vanno incontro al blocco di un bolo alimentare nell’esofago. <È questo il più frequente incidente causato dalla malattia trascurata>, afferma la professoressa Caterina Strisciuglio, Associato di Pediatria all’Università Luigi Vanvitelli della Campania. <Non di rado la prima diagnosi avviene proprio in Pronto Soccorso quando i medici sono costretti ad intervenire in emergenza per rimuovere il bolo alimentare dall’esofago. Quanto all’incidenza, pur essendo maggiore nel secondo decennio di vita, osserviamo sempre più spesso casi di bambini che non hanno ancora compiuto 10 anni. La malattia è decisamente più frequente nel sesso maschile. Tra i sintomi che possono mettere in allarme i genitori ci sono il vomito dopo i 18 mesi, oppure un ostinato rifiuto del cibo>.

Ci sono tuttavia segnali che i genitori possono tenere sotto controllo per verificare l’eventuale esordio della malattia. <Va osservato se il bambino impiega tanto tempo per completare il pasto>, spiega la dottoressa Francesca Rea, Responsabile dell’Ambulatorio patologie eosinofile del tratto gastrointestinale, Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma, <se mastica a lungo, se beve molto mentre mangia, se preferisce pasti morbidi o pezzetti molto piccoli. Questi comportamenti non vanno sottovalutati, perchè possono essere la spia di una esofagite eosinofila. Che può essere diagnosticata con certezza in fase anche precoce con un esame invasivo, ma assolutamente sicuro: un’endoscopia dell’esofago, EGDS, durante la quale si fanno alcune piccole biopsie. Se nei tessuti asportati si riscontra un’abnorme quantità di eosinofili, la situazione è chiara>. Se diagnosticata in tempo, e questo è più facile proprio in età pediatrica, l’esofagite eosinofila può essere tenuta sotto controllo, anche se non guarita, impedendole di progredire e di aggravarsi.

<Si possono usare normali inibitori della pompa protonica, corticosteroidi, dieta di eliminazione, precisa dice il professor Salvatore Oliva, Associato presso il Dipartimento Materno Infantile dell’Università La Sapienza di Roma. <Ma la grande novità è un farmaco biologico appena approvato anche in Italia e di cui stiamo aspettando la rimborsabilità anche per l’esofagite eosinofila, contro la quale è perfetto. E ce ne sono altri in fase di sperimentazione. Abbiamo però due problemi. Il primo è che molti farmaci sono efficaci, ma, non essendo ufficialmente indicati contro questa malattia, sono in una forma sbagliata; per esempio i corticosteroidi che si usano per l’asma sono efficaci ma dobbiamo somministrarli in modi non previsti. In particolare devono essere deglutiti anziché inalati. Il secondo problema è che i farmaci più nuovi non sono ancora autorizzati per i bambini, che ne avrebbero più bisogno per frenare la malattia prima che progredisca>.  La crescente diffusione dell’esofagite eosinofila sta suscitando una comprensibile attenzione da parte della comunità scientifica. E’ fondamentale che venga meglio conosciuta dal pubblico, dalle famiglie per poter arrivare a una diagnosi precoce e impostare una terapia corretta. <Questo è il compito che ci prefiggiamo e che portiamo avanti come ESEO Associazione di famiglie contro l’esofagite e le patologie gastrointestinali eosinofile>, spiega la Presidente  Roberta Giodice. <Sensibilizzare le istituzioni, l’opinione pubblica e aiutare questi pazienti e le loro famiglie, a fronteggiare una patologia di cui molti non conoscono neppure l’esistenza. Con la campagna ESEO Italia 2024 intendiamo promuovere una corretta educazione sanitaria attraverso attività e progetti mirati a garantire con la sensibilizzazione una riduzione del ritardo diagnostico per i pazienti con patologie gastrointestinali eosinofile, orientandoli nei percorsi di cura>.

Paola Trombetta

 

Articoli correlati