Il gioco può rivelare disturbi della crescita nei piccoli

Il gioco, nei bambini, è una preziosa modalità di espressione per cogliere, fin dall’età prescolare, possibili ritardi nello sviluppo come la difficoltà di lettura, o patologie più importanti quali l’autismo. È l’evidenza emersa da “La Salute Psicomotoria”,  un progetto pilota di prevenzione primaria condotto da Villa Santa Maria di Tavernerio (Como), centro specializzato nella cura e riabilitazione di autismo e patologie neuropsichiatriche, in collaborazione con AME (Associazione Medica Ebraica) e Sochnut Italia – Agenzia Ebraica per Israele,  finanziato da UCEI (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane).

140 bambini di età differenti-  pochi  mesi di vita, in età da asilo nido e scuola materna  -appartenenti alle Comunità Ebraiche di Roma, Torino, Firenze e Trieste, sono stati sottoposti a innovativi test di screening di misurazione dello sviluppo psicomotorio, che hanno consentito di identificare già in fase precoce 6 casi meritevoli di ulteriori approfondimenti diagnostici e 6 di interventi terapeutici, di cui 2 sarebbero passati ‘inosservati’ a tradizionali strumenti di screening.

Il progetto ha il merito non solo di poter essere replicabile su vasta scala, ma di proporre screening in ambiente scolastico, in grado di cogliere piccoli segnali d’allarme che preludono a patologie dello sviluppo infantile attraverso l’osservazione della condotta globale del bambino, dalla gestualità, dei caratteri della motricità, comunicazione, ma anche nel gioco, nelle difficoltà e, soprattutto, nell’efficacia delle risposte a determinati stimoli. «Negli ultimi anni – ha dichiarato il dottor Giorgio Mortara, Vicepresidente di UCEI – si è avuto un sensibile incremento dei disturbo dello sviluppo nei bambini, a tal punto che oggi ne soffre quasi il 10% della popolazione pediatrica». Un tasso che il progetto auspica di riuscire a controllare, se non addirittura a prevenire o arginare.

«L’esperienza – ha concluso il professor Enzo Grossi, Direttore scientifico di Villa Santa Maria – ci ha consentito di capire, da un lato, che l’osservazione sistematica dei bambini durante le loro attività scolastiche e ludica è un valido contributo per evidenziare  in maniera precoce un potenziale disturbo dello sviluppo e dall’altro l’importanza di formare insegnati e educatori al  riconoscimento di questi campanelli d’allarme, al fine di attuare interventi o azioni preventive in fase molto precoce».    F.M.

 

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