Antidepressivi: efficaci e sicuri anche in pazienti con cronicità

Malattie croniche, come il diabete o l’insufficienza cardiaca, espongono a un rischio sensibilmente maggiore di soffrire di depressione, pari a circa il 30% rispetto al 5-7% della popolazione generale, secondo le stime che arrivano da recenti studi internazionali. Ma è vera anche la relazione inversa. «Chi è depresso – spiega Claudio Mencacci, Co-Presidente Sinpf (Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia) e direttore emerito di Neuroscienze all’Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano – ha una possibilità maggiore di ammalarsi di patologie croniche». Verso questo pazienti cronici, con disturbo depressivo, permaneva il dubbio dell’efficacia e sicurezza di un trattamento con  gli antidepressivi: uno studio, pubblicato su una delle riviste di settore più accreditate (JAMA Psychiatry), condotto dall’Università Charité di Berlino e dall’Università di Aarhus in Danimarca, sembra fare chiarezza, dimostrando cioè che gli antidepressivi non rappresentano un pericolo per le persone con malattia cardiaca, né per chi ha avuto un pregresso infarto miocardico, per chi soffre di dolore toracico funzionale, né per chi è affetto da una malattia coronarica. «Questo nuovo studio colma una lacuna importante – prosegue Matteo Balestrieri, Co-Presidente SINPF, direttore della Clinica Psichiatrica dell’Azienda Sanitaria Universitaria di Udine. Basato su 176 revisioni sistematiche che hanno preso in considerazione ben 43 malattie e 52 meta-analisi riguardanti 27 diverse condizioni mediche, conclude che gli antidepressivi sono sicuri ed efficaci anche per i pazienti che soffrono di depressione con patologie pregresse, come il cancro, le malattie cardiache e metaboliche, nonché i disturbi reumatologici e neurologici». Sembrano inoltre sicuri, anche se un po’ meno efficaci, per i pazienti con lombalgia o con lesioni cerebrali traumatiche.

Si tratta di una buona notizia per le persone con depressione e problemi di salute fisica, molto rilevante anche per la pratica clinica, ovvero la cura del paziente. «La qualità della vita è spesso gravemente compromessa, soprattutto dalla depressione – commenta Mencacci– e vi è evidenza che il decorso della malattia fisica peggiora nei pazienti che soffrono anche di depressione. Quindi, trattare questi pazienti con antidepressivi, in aggiunta ad altre misure terapeutiche, può essere di grandissimo aiuto». Unica avvertenza: la necessaria attenzione a eventuali controindicazioni e/o interazioni con altri farmaci assunti, ma che possono essere “superate” grazie all’ampia disponibilità di antidepressivi con meccanismi d’azione diversi. «Quasi sempre esiste almeno un farmaco adatto per trattare la depressione per ogni paziente – conclude Balestrieri – a prescindere dalla storia medica ed è molto importante la corretta gestione della terapia, una volta iniziata».

Francesca Morelli 

 

 

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