Unica condizione: essere affetti da BPCO, Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva, e avere sperimentato un peggioramento graduale o acuto dei sintomi, nonostante la terapia. Poi non ci sono limitazioni di sesso, età o regione per aderire alla BPCO ZERO WEEK, la prima campagna nazionale per sensibilizzare alla patologia. Attiva dal 13 al 17 marzo offre ai pazienti con BPCO consulenze gratuite in 40 Centri specialistici dal Nord a Sud del Paese Tra gli aderenti alla campagna. Le prenotazioni sono già aperte al Numero Verde 800 628989, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 18.
Perché l’iniziativa? Per “restituire respiro e conoscenza” a questa patologia, grave e ingravescente nel tempo se non adeguatamente trattata, cronica e invalidante, tanto che chi ne è portatore, a conferma degli stessi pazienti, fa persino “fatica a sollevare un regalo”. Alcune criticità importanti compromettono il “quadro clinico” della BPCO: è spesso sottodiagnosticata, misconosciuta e, dunque sottotrattata, è mal percepita dal paziente, che non comprende rischi e gravità, trascurando così la terapia con importanti sequele, primo fra tutti l’aumento della moralità per tutte le cause, ma soprattutto cardiovascolare, responsabile del 44% dei decessi. In Italia, la BPCO interessa circa il 5,6% della popolazione adulta (3.5 milioni di persone), con stime anche superiori, a carico soprattutto dei fumatori (è una patologia tabacco dipendente e il fumo è il principale fattore di rischio), con un aumento tra le donne, sempre più avvezze alla sigaretta. «La BPCO ZERO WEEK si propone di fornire a pazienti e familiari informazioni corrette sulla malattia e la sua gestione, dare consapevolezza sull’importanza di diagnosi e intervento precoci, l’assunzione di corretti stili di vita, l’utilizzo e l’aderenza a terapie farmacologiche mirate», spiega Salvatore D’Antonio, Presidente Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus. Oggi le cure innovative e personalizzate in base alle condizioni di malattia e alle preferenze del paziente, sono in grado di ridurre i sintomi, rallentare la progressione della BPCO, diminuire la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni, migliorare la tolleranza all’esercizio e lo stato di salute generale.
«La terapia dovrebbe essere rivalutata e aggiustata periodicamente in base alla risposta clinica ottenuta», dichiara Pierachille Santus, Presidente Sezione Lombardia SIP/IRS. «Due ampi studi clinici randomizzati hanno evidenziato come la triplice terapia inalatoria con due diversi broncodilatatori a breve e a lunga durata d’azione come gli antagonisti muscarinici (LAMA) e i β-agonisti (LABA), in aggiunta a uno steroide inalatorio (ICS), riduca la mortalità da tutte le cause rispetto alla terapia con due broncodilatatori, migliorando la funzionalità polmonare e, nello stesso tempo, riducendo le riacutizzazioni».
Queste, identificate con un peggioramento dei sintomi in meno di 2 settimane, non vanno sottovalutate perché sono indicative di progressione di malattia. «Oltre ad accelerare il declino della funzionalità respiratoria ed essere la principale causa di ricovero ospedaliero per BPCO, le riacutizzazioni – aggiunge Mauro Carone, Presidente Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (AIPO-ITS) – aumentano il rischio di eventi cardiovascolari, come infarto miocardico e ictus, e incidono pesantemente sulla qualità di vita, la prognosi e la mortalità dei pazienti. È importante, pertanto, riconoscerle e intervenire in modo adeguato così da prevenire il loro verificarsi in futuro». Un evento possibile, anche grazie a iniziative come la BPCO ZERO WEEK patrocinata da Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri, AIPO-ITS, Società Italiana di Pneumologia (SIP/IRS), Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus, FederASMA e ALLERGIE Odv – Federazione Italiana Pazienti e Respiriamo Insieme – APS e realizzata con il supporto non condizionato di AstraZeneca. Tutte le informazioni sui Centri aderenti e le modalità di prenotazione delle consulenze sono disponibili sul sito www.bpcozeroweek.it.
Francesca Morelli