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“Libero è il mio canto. Musiche di donne deportate”

16 Gennaio 2019 ore 20:30 - 22:30

Il dramma umano si sublima nel canto di madri, spose, ragazze e donne anziane. Durante la Seconda Guerra Mondiale, internate nei lager tedeschi, nei gulag russi, nei campi giapponesi e africani, moltissime donne composero musica, a volte con il consenso dei loro aguzzini, a volte segretamente. Sono pagine di grande bellezza e valore, che invitano a riflettere su un lato ancora poco conosciuto della creazione musicale, quello femminile. La storia è ricca di musicisti famosi, ma poche sono le donne compositrici conosciute. Queste musiche rivivranno in prima mondiale assoluta Roma, il 16 gennaio 2019, nel concerto LIBERO E’ IL MIO CANTO, Musiche di donne deportate, che avrà luogo all’Auditorium Parco della Musica, sala Sinopoli, ore 20.30, per inaugurare le celebrazioni per il Giorno della Memoria 2019, col patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e promosso dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Università Ebraica di Gerusalemme e Rai Cultura.

“È una pagina commovente e inedita della storia della musica, che testimonia la straordinaria vena artistica femminile in un ambito, quello della composizione musicale, in cui le donne sono praticamente assenti. In un mondo in cui stanno rinascendo razzismi, maschilismi e paura del diverso è importante dare voce ai valori di umanità, accoglienza, amore ed empatia che contraddistinguono l’universo femminile donne, mettendo al centro la sofferenza di donne di diverse religioni e di diverse provenienze geografiche e sociali” spiegano le ideatrici dell’evento, Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese, che da sei anni organizzano il Concerto per il Giorno della Memoria per l’UCEI e la Presidenza del Consiglio. “La Musica è da sempre, nella millenaria storia ebraica, un linguaggio di espressione e comunicazione, attraverso il quale si sono recitate preghiere collettive e  personali, innalzati inni e lamentazioni, lodi per i miracoli, suppliche per le vicende strazianti e dolorose” dichiara Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane “Abbinando voce e strumenti, specialmente quando sono le donne, le madri ad esprimersi, ci si immerge in un canto universale pur esprimendosi, ciascuna, nella propria lingua identitaria”.

Le compositrici, cancellate dalla storiografia ufficiale, sono state scoperte grazie al lavoro appassionato e meticoloso del curatore del concerto, Francesco Lotoro, che da trent’anni raccoglie in tutto il mondo le musiche scritte da deportati e prigionieri nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Un patrimonio musicale (a oggi 8.000 opere musicali e 10.000 documenti) per la maggior parte inedito e sconosciuto, che testimonia l’anelito umano a cercare bellezza e spiritualità anche nelle condizioni estreme, senza arrendersi al Male. Il concerto si avvale di un cast eccezionale di interpreti. La voce emozionante di Cristina Zavalloni darà vita ai canti e le drammatiche storie delle compositrici saranno evocate Paola Pitagora. Da Tel Aviv, guest star della serata sarà la cantante Aviva Bar-On, deportata poco più che decenne nel campo di concentramento di Theresienstadt e fortunosamente sopravvissuta.

Solisti di fama internazionale, il Coro delle Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretto dal M° Ciro Visco e l’Ilse Weber Choir preparato da Anna Maria Stella Pansini e un eccezionale ensemble di musicisti solisti, la Legerkapelle, completano il cast degli interpreti. La regia è di Angelo Bucarelli, che già l’anno scorso curò all’Auditorium la messa in scena de Il Processo, l’evento inaugurale del Giorno della Memoria 2018.

La celebre artista, israeliana Michal Rovner, considerata una delle massime artiste internazionali (uno de pochi artisti contemporanei ad aver avuto una grande personale al Louvre), ha donato i diritti di riproduzione della sua opera Givaa (2009) per la grafica del concerto.