In aumento le allergie nei piccoli: più conoscenze e novità terapeutiche

Un trend in costante crescita, senza eccezione: tutte le forme allergiche – cutanee, respiratorie, alimentari – in età pediatrica avrebbero subito un importante incremento. I dati diffusi in occasione del XXVI Congresso SIAIP (Società Italiana di Allergologia ed Immunologia Pediatrica), tenutosi di recente a Genova, attestano l’incremento di dermatite atopica, anche con un abbassamento dell’età di insorgenza, riscontrata nel 20% dei piccoli con meno di sei anni, a discapito della qualità di vita, sia le visibili manifestazioni, come sul viso, sia per la sintomatologia caratterizzata da grave prurito con disagio nei rapporti sociali, sia per le difficoltà gestionali della dermatite stessa. Anche l’asma, che interessa all’incirca il 15% degli adolescenti nel mondo, in Italia risulta non controllata nel 50% dei casi. E non va meglio per le allergie alimentari: secondo lo studio EPIFA (Epidemiology of Paediatric Italian Food Allergy), una importante indagine condotta sul territorio Campano, promossa dalla Società Italiana di Gastroenterologia, Epatologia e Nutrizione Pediatrica (SIGENP), le allergie alimentari nei bambini, in particolare tra 0 e 3 anni, sono aumentate del 34% negli ultimi 10 anni. Gli alimenti inquisiti? Il latte (55%), le uova (33%) e la frutta secca (24%), ma non solo. Contribuiscono all’incremento anche cibi ultra processati, sottoposti a diverse trasformazioni industriali, e l’eccessivo uso di farmaci antibiotici come anche altri fattori ambientali, potenzialmente corresponsabili dell’aumento di prevalenza e gravità delle allergie alimentari e dello sviluppo di altre patologie croniche nei piccoli. Lo studio, condotto dal 2009 al 2021 in tutte le province della Campania, realizzato con la collaborazione di 10 pediatri di famiglia sul territorio, 2 per ogni provincia, ha permesso di monitorare per un decennio (2009-2021) oltre 105.100 bambini di età compresa tra 0 e 14 anni, da cui si evincono dati preoccupanti.

«Si è osservato un incremento del 34.4% delle allergie alimentari in questa fascia di età – dichiara il professor Roberto Berni Canani, Ordinario di Pediatria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e coordinatore dello studio – con un tasso di +120.8%, il più elevato, in bambini con meno di 3 anni. Un bambino su 4, tra quelli che hanno sviluppato allergia alimentare, ha presentato storia di shock anafilattico, confermando l’aumento delle severità delle allergie alimentari in Italia, in linea con precedenti dati ricavati dal database del Ministero della Salute dove si era osservato un aumento del 400% dei casi di accessi in Pronto Soccorso per anafilassi da cibo nell’ultimo decennio».
I risultati rilevati in Campania sono probabilmente speculari a una realtà globalizzata a tutte le Regioni italiane; dunque i casi potrebbero essere sottostimati. «Estendendo questi risultati a tutta la popolazione pediatrica, pari a 7.636.545 bambini e ragazzi fino ai 14 anni, è possibile ipotizzare che vi siano oltre 92mila bambini affetti da allergia alimentare – prosegue Berni Canani – la cui prevalenza è riconducibile a diversi fattori: un’eccessiva prescrizione di antibiotici e farmaci inibitori dell’acidità gastrica, l’uso di disinfettanti e antisettici, ma soprattutto il consumo di alimenti ultraprocessati, già a partire dal primo anno di vita. Il “cibo spazzatura” è in grado di alterare il sistema immunitario e scatenare la comparsa di allergie». Per contribuire ad arginare il fenomeno occorre da un lato promuovere campagne di prevenzione educazionali di abitudini alimentari e stili di vita sani per bambini e famiglie, con l’obiettivo di alleggerire il peso epidemiologico e sociale delle condizioni allergiche che estese all’età adulta hanno elevati costi sociali e sanitari, dall’altro avviare studi di ricerca clinica e di base.

La buona notizia sono i sensibili miglioramenti nelle conoscenze delle allergie e nuove opportunità terapeutiche: è ormai chiaro, ad esempio, che asma e malattie allergiche sono influenzate da fattori ambientali, come l’esposizione ad agenti inquinanti e genetici che interagiscono tra loro, determinando intensità e sintomi della malattia. Inoltre, nuove evidenze scientifiche sembrano attestare la complicità nell’insorgenza di allergie e asma di un microbiota “buono” (eubiosi) o “cattivo” (disbiosi) a livello intestinale, cutaneo e delle vie respiratorie. «Riequilibrare il microbiota, nei vari distretti – spiega la dottoressa Maria Angela Tosca, vicepresidente SIAIP – può indurre una situazione di eubiosi. Quindi, la ripopolazione di microbiomi buoni può potenzialmente migliorare l’attività e le difese del sistema immune e ridurre i sintomi allergici». Informazioni che dal punto di vista anche terapeutico, potrebbero essere sfruttate per contrastare la “marcia allergica”, causa dell’innesco a catena delle varie manifestazioni reattive. Oltre alla classica immunoterapia, che rappresenta nei pazienti giusti l’unica “terapia causale” delle principali allergie, sono oggi disponibili altre armi farmacologiche sempre più raffinate, come i farmaci biologici che grazie al “blocco” di alcune vie attraverso cui si sviluppa la reazione immune, sono in grado di garantire un buon controllo dell’asma grave, della dermatite atopica grave, dell’orticaria cronica, dell’allergia alimentare e più recentemente anche dell’esofagite eosinofila. Mentre per il futuro si punta allo studio del microbiota e dei suoi metaboliti: modificando il microbiota potrebbe essere possibile controllare l’insorgere e lo sviluppo dei fenomeni allergici. «Siamo ancora a livello sperimentale, ma alcuni recenti studi – conclude la dottoressa – sembrano indicare che si può intervenire per riequilibrare il microbiota somministrando microorganismi “utili”, sia come strategia preventiva sia come terapia add on, cioè integrata ai farmaci convenzionali, secondo i quadri clinici presentati». La modulazione del microbioma, non il semplice riequilibrio eubiotico, potrebbe dunque rappresentare una vera innovazione nella prevenzione e trattamento delle malattie allergiche: per gli allergologi, soprattutto in ambito pediatrico, manipolare il sistema immunitario rappresenta la vera sfida del futuro.

di Francesca Morelli

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