“Ritocchi” sempre più trendy per gli italiani

L’incombente crisi economica e i venti di guerra non sembrano distrarre gli italiani dalla cura di sé e dalla bellezza. Lo confermano i dati emersi dal Congresso Agorà 2023 dedicato alla Medicina Estetica, tenutosi nei giorni scorsi a Milano. Infatti la spesa media minima degli italiani – uomini e donne – in trattamenti estetici è aumentata del 42% rispetto all’anno precedente, mentre quella media massima del 20%. Più precisamente l’Osservatorio Agorà stima che il paziente fidelizzato investa mediamente all’anno in “ritocchi” tra i 1.000 e i 3.000 euro. Tra i trattamenti viso più richiesti dalle donne: filler (57%), tossina botulinica (48%), rivitalizzazione cutanea (35%), peeling (22%). Seguono carbossiterapia, Prp (plasma ricco di piastrine, potente concentrato di fattori di crescita in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti) e fili di trazione. La sfera maschile è più orientata verso tossina botulinica (49%), filler (34%), rivitalizzazione cutanea (35%), peeling (13%) e poi Prp, fili di trazione e carbossiterapia.

Le preferenze di uomini e donne
Scendendo nell’analisi specifica dei vari trattamenti, svettano i filler che si concentrano soprattutto nella zona labiale (49%) e in quelle delle rughe naso-geniene (31%) e degli zigomi (29%). Seguono l’area del terzo inferiore e bordo mandibolare (22%) e perioculare (19%), chiudendo con la frontale (14%) e le mani (13%). Ricercati anche la tossina botulinica per la correzione di rughe d’espressione (95%) e terzo inferiore del volto (42%) e il microbotulino (22%), che consiste nell’iniezione di micro-gocce di tossina botulinica iperdiluita a livello dell’intersezione tra il derma e lo strato superficiale dei muscoli. Quest’ultimo è richiesto soprattutto per curare l’iperiodrosi ascellare (22%), palmare (21%), plantare (14%) e il gummy smile (18%) o sorriso gengivale. Tra i peeling vincono gli antiage (41%) e antimacchia (38%), mentre la formulazione ad hoc per acne si posiziona al terzo posto con il 28%. Per il corpo vanno invece per la maggiore: mesoterapia (31%), carbossiterapia e laser epilazione (entrambi al 25%), trattamenti vascolari (21%) e laser per macchie (15%). Seguono, con percentuali minori, laser per la rimozione di tatuaggi, criolipolisi, cavitazione, onde d’urto e altri trattamenti elettromedicali. E gli uomini? Richiedono di più la mesoterapia (30%), seguita da epilazione laser (25%), carbossiterapia e laser per la rimozione dei tatuaggi (19%) e delle macchie (13%). In percentuali minori, cavitazione, criolipolisi, onde d’urto e trattamenti elettromedicali.

Tendenze legate all’età
L’Osservatorio Agorà identifica anche le tendenze legate all’età dei pazienti. La rivitalizzazione cutanea è richiesta in egual misura dalle fascie d’età 30-40 e 40-60 anni (43%), mentre solo il 17% degli over 60 si approccia a questo trattamento e il 14% tra i 18-30enni. La situazione cambia radicalmente per l’epilazione laser: nella fascia 30-40 anni ne fa uso il 52%, a fronte del 45% tra i 18-30. Ancora: il laser per la rimozione dei tatuaggi è la principale opzione del 60% dei pazienti tra 30 e 40 anni, ma decresce al 35% per i più giovani (18-30). Durante i lavori del convegno è emerso inoltre il significativo avvicinamento alla Medicina Estetica di giovani e giovanissimi, spinti non solo dal desiderio di prendersi cura di sé precocemente, ma purtroppo anche dall’emulazione di idoli e modelli social (48%). Tra i più gettonati: il rimodellamento delle labbra (61%), il trattamento con rinofiller (45%), quello per imperfezioni cutanee come l’acne (55%) e l’epilazione laser. Il quadro cambia leggermente per i pazienti dai 18-30 anni, mossi non solo dall’emulazione dei modelli estetici dei social, ma anche da trattamenti specifici come rimodellamento delle labbra (80%), cellulite e adiposità localizzata (47%), rinofiller (46%), imperfezioni cutanee (35%). I 30-40 enni, invece, sono più interessati ad attenuare le rughe di espressione (73%) e l’aging cutaneo (70%), rimodellare le labbra (63%) e combattere cellulite, adiposità localizzate (48%) e cedimenti (43%). Infine l’80% dei boomers (60 anni) si avvicina alla Medicina Estetica per contratastare l’invecchiamento in tutte le sue componenti e attenuare le rughe d’espressione (77%).

Un deciso no agli eccessi
Inutile dire che anche la comunicazione gioca una parte da protagonista nel successo del settore. Se per i Millennials e la GenZ i social restano mezzi di informazione potenti e se “maneggiati con cura”, anche molto utili per individuare il medico a cui rivolgersi, per tutti gli altri il tradizionale passaparola basato sull’esperienza di familiari, amici e colleghi si conferma il canale più utilizzato e sicuro per individuare lo specialista più adatto. «Indubbiamente, i social hanno il grande potere di influenzare in modo determinante i canoni estetici e dar vita a fenomeni che sollecitano negli utenti un senso di emulazione. Look che potremmo definire “shocking”, sempre più artefatti e innaturali e che interessano soprattutto il countouring del viso o mode dall’aria internazionale come le “cat eyes”, le “russian lips”, le “california lips” o i “foxy eyes”, per non parlare del recentissimo “Barbie botox”», afferma Alberto Massirone, presidente di Agorà. «È soprattutto di fronte a queste richieste che il medico deve porre al centro la dimensione etica della Medicina Estetica. Non a caso Agorà, in qualità di Società Scientifica, invita sempre tutti i medici estetici a non assecondare le richieste dei pazienti se disgiunte da una logica diagnostica e di trattamento. Nel caso dei giovani e giovanissimi, questa attenzione dev’essere ancora più accentuata indirizzando il paziente a protocolli preventivi». Proprio ai medici estetici è affidato, insomma, il compito di sensibilizzare il paziente a non rincorrere look innaturali, ma a rivolgersi a professionisti in grado di indicargli un percorso che possa soddisfare il suo benessere estetico attraverso la Medicina Estetica preventiva e di accompagnamento nelle diverse età della vita.

di Monica Caiti

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