Informare le donne sulla menopausa per sfatare i tabù

«La menopausa fa ancora paura alle donne che spesso non assumono terapie e continuano a sopportare i disagi che questo periodo delicato della vita comporta». Lo conferma la dottoressa Cinzia Polo, ginecologa specializzata in Menopausa, alla presentazione di MENOPAUSEBOOST, un progetto d’informazione che si propone di sfatare false paure, retaggi culturali e scientifici relativi a un periodo della vita delicato per tutte le donne, presentato in occasione della Giornata Mondiale (18 ottobre). «Sono circa 10 milioni le donne italiane in menopausa. Di queste il 75% ha sintomi, che incidono negativamente sulla qualità di vita. E spesso i medici trascurano queste problematiche riferite dalle donne. Non è naturale sopportare sintomi come vampate, problemi uro-genitali, secchezza vaginale e incontinenza, depressione e insonnia. Mi sono però accorta che anche le donne, a questa età, non vogliono fare scelte e continuano a stare male per paura di ciò che potrebbero sentirsi dire. In Italia solo il 7% delle donne assume la Terapia ormonale e il 6% usa prodotti naturali. Penso comunque che le paure siano spesso legate a una falsa informazione. Per questo è fondamentale diffondere notizie rassicuranti: oggi possiamo davvero tranquillizzare le donne e offrire loro una vastissima gamma di scelte terapeutiche personalizzabili, come la Terapia Ormonale Sostitutiva (TOS) da assumere per bocca, ma anche in altre formulazioni, cerotti trasdermici, creme/ovuli vaginali».

«È dal 1978 che si parla di TOS, nonostante un periodo (dal 2002 al 2007) in cui queste terapie sono state osteggiate in seguito alla pubblicazione dello studio Women’s Health Initiative (WHI), dove si evidenziava un aumento di tumore al seno che si è poi rivelato poco attendibile perché riguardava in prevalenza un campione di donne con alti fattori di rischio, come obesità e malattie cardiovascolari. Per fortuna negli ultimi dieci anni queste terapie si stanno riscattando e gli studi clinici ne evidenziano i molti benefici», conferma il dottor Marco Gambacciani, ginecologo esperto di menopausa e Segretario Nazionale della Società Italiana della Menopausa (SIM). «Oltre a ridurre le vampate e migliorare la sintomatologia vaso-motoria, agendo anche sulla prevenzione cardiovascolare, si è visto che non aumentano il rischio di tumore al seno, come invece lo studio WHI aveva dichiarato. O per lo meno l’incremento è molto relativo, di gran lunga inferiore all’aumento di questo tumore causato piuttosto dall’obesità e dal fumo. Si è visto invece che la TOS riduce del 30% il rischio di tumore al colon, terzo come frequenza nella donna, oltre ai benefici cardiovascolari e sulla prevenzione dell’osteoporosi e dunque delle fratture, tenendo conto che, dopo i 65 anni questo rischio raggiunge il 65%. A volte purtroppo i medici prescrivono farmaci antidepressivi (paroxetina) al posto della TOS, per le vampate: è un errore, anche perché queste terapie possono alterare il metabolismo osseo e aumentare il rischio di osteoporosi. Ovviamente la TOS deve essere personalizzata in base alle esigenze della singola donna, alle sue problematiche e non va assolutamente generalizzata. Se non si hanno sintomi, è inutile assumerla. In presenza invece di sintomatologie spesso fastidiose, bisogna studiare la terapia giusta, in modo direi quasi “sartoriale”. Oggi esiste un’ampia gamma di terapie. Dagli estrogeni simili a quelli naturali (estradiolo, estriolo), somministrati per bocca o per via trasdermica, ai progestinici sempre più vicini al progesterone naturale, ai SERMs che agiscono in particolare sull’osso, al DHEA, precursore tanto degli estrogeni che degli androgeni, fino ai prodotti più recenti che risolvono in particolare problemi di secchezza vaginale (ospemifene in compresse), oltre a creme e gel per uso locale. Insomma non c’è che l’imbarazzo della scelta, che deve però essere sempre condivisa con il proprio ginecologo».

Per diffondere un’adeguata informazione sulle terapie e informare le donne è partito il progetto MENOPAUSEBOOST, promosso da Michela Taccola che già nel suo blog Faceboost aveva una rubrica dedicata alla menopausa, in collaborazione con un team di specialisti: il Dottor Marco Gambacciani, ginecologo esperto di menopausa e Segretario Nazionale della Società Italiana della Menopausa, la Dottoressa Cinzia Polo, Ginecologa specializzata in menopausa, la Dottoressa Raffaella Pajalich, specialista in Endocrinologia e malattie del metabolismo e in psicoterapia cognitiva, membro del consiglio direttivo della Società Italiana di Medicina Narrativa, la Dottoressa Antonella Franceschelli, Medico Estetico ed Internista e Specialista in Nutrizione Clinica, con il patrocinio della Società Italiana Menopausa (SIM), di Fidapa BPW Italy Monza e Brianza, oltre alla sponsorizzazione di Shionogi, Nalkein, Fagron, Theramex, For Farma e Ghimas. Per info: #iosonoinmenopausa e #Menopausarevolution.

La decisione di avviare questo progetto è stata ispirata dalla nascita di un “movimento”, fondato in Inghilterra dalla presentatrice televisiva Davina McCall. Con la collaborazione di una ginecologa e con l’avallo delle più eminenti società scientifiche inglesi e professionisti, la giornalista anglosassone è riuscita a coinvolgere 1.5 milioni di donne per un’informazione libera da paure e pregiudizi riguardo questa delicata fase della vita e come affrontarla. In Inghilterra il movimento ha avuto talmente successo che il Parlamento inglese sta valutando la rimborsabilità delle TOS. Sull’onda di questa nuova tendenza, recentemente, la nota multinazionale Boots ha offerto alle sue 8.700 dipendenti la possibilità di usufruire della completa copertura delle spese mediche per la TOS, rendendosi conto della ridotta produttività di una donna che soffre di tutti i sintomi correlati alla menopausa. E chissà che anche in Italia si riesca a imitare l’iniziativa inglese e sensibilizzare le nostre istituzioni sull’eventuale rimborsabilità di queste terapie: sarebbe un risparmio per il Sistema sanitario, evitando le cure richieste dalle conseguenze provocate dalla carenza ormonale in menopausa e negli anni successivi, considerando l’aumento della vita media che nelle donne raggiunge ormai gli 85 anni.

di Paola Trombetta

Un nuovo trattamento “naturale” per chi non assume ormoni

Le donne italiane in menopausa non amano la TOS, la Terapia Ormonale Sostitutiva. A parlare sono i numeri: la sceglie meno del 7%, contro il 30% delle americane o il 24% svedesi (24%). Le ragioni? In primo luogo c’è il timore di effetti collaterali, come potenziali eventi trombotici e il rischio di tumore dell’endometrio. Eventualità che la ricerca scientifica ha in gran parte superato mettendo a punto pillole di nuova formulazione che hanno rischi molto ridotti. E per chi invece non può assumere ormoni per specifiche controindicazioni, come tumori sensibili agli ormoni, terapie o altro? Esiste un’alterativa, nuovissima: un trattamento non ormonale (un integratore) a base di un estratto di soia e di altre sostanze naturali, come minerali e vitamine, efficace e sicuro con soluzioni differenti in base alle esigenze e ai disturbi presenti. «Si chiama DT56a e agisce come un modulatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERMs)», spiega Costantino Di Carlo, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. «Ciò significa che svolge un’azione positiva sui sintomi o rischi associati alla menopausa, ad esempio sull’osso, più esposto al rischio di osteoporosi e fratture e sulla riduzione di insorgenza di tumore in organi, quali l’endometrio». A chi è indicata questa formulazione? «È pensata innanzitutto per le donne che non possono essere sottoposte a cure ormonali per patologia o rischio familiare, ad esempio per tumore mammario sensibile agli ormoni», puntualizza Stefania Piloni, Medico Specialista in Ginecologia e Ostetricia, Docente di Fitoterapia all’Università degli Studi di Milano e Responsabile dell’Ambulatorio di Medicina Naturale per la donna dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano. «Ma è indicato anche per le donne che non desiderano assumere terapie ormonali o che hanno sospeso la TOS per gli effetti collaterali oppure che, pur assumendo la TOS, sono rimaste sintomatiche. Lo possono poi utilizzare le donne in premenopausa, in attesa di valutare un’eventuale terapia ormonale e chi è in post menopausa e presenta fragilità ossea». Insomma, questo integratore proteggere anche da altri rischi, come quello cardiovascolare. DT56a esiste in tre formulazioni: con vitamina B2 e biotina, indicato per le donne in pre-menopausa per migliorare l’umore, la pelle e combattere la stanchezza; con vitamina B6 ad hoc per le over 50 con sintomi vasomotori, sbalzi d’umore e disturbi del sonno; arricchita con calcio, vitamina D e vitamine del gruppo B per la post-menopausa (dai 60 anni) che favorisce la salute delle ossa e la maggiore flessibilità articolare e muscolare.  

Francesca Morelli

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