Come fronteggiare le “insidie” del Natale

Non per tutti il Natale è un’occasione di festa: per qualche attrito in famiglia, solitudine, scelte malcapitate, ricordi che riaffiorano… potrebbe rivelarsi una giornata difficile da gestire e da condividere. Tuttavia, mettendo in atto qualche strategia decisionale o conoscendo preventivamente i comportamenti che sarebbe meglio evitare, è possibile non farsi travolgere dalla frenesia dei regali (e non solo). In particolare gli esperti hanno identificato sette insidie natalizie, da cui mettersi in guardia e forniscono consigli per non cadere nella rete.

  • Io do una cosa a te e tu una a me. Lo scambio dei regali potrebbe diventare una questione spinosa: c’è chi preferisce limitarsi a un presentino, come una sciarpa, un libro, un oggetto dal valore simbolico e chi invece si fa prendere da manie di grandeur e opta per un gioiello, un oggetto ipertecnologico e se, all’apertura del pacco, il dono non è alla pari, cala il gelo e l’imbarazzo. «È importante ricordare – spiega Marinella Cozzolino, Psicoterapeuta, Sessuologa clinica – che il regalo donato deve essere un oggetto simbolico per il Natale o per la persona che lo riceve e non indicare il potere economico di chi fa il regalo. Evitate di strafare. Mettetevi d’accordo, dove è possibile, sulla tipologia di regalo».
  • Non posso accontentare i suoi piccoli desideri. La letterina scritta dai bimbi a Babbo Natale e letta da mamma e papà per provvedere ai doni, potrebbe trasformarsi in un fattore di frustrazione, quando non ci sono le disponibilità per accontentare i piccoli nelle loro aspettative. «Se mamma e papà non possono permetterselo – continua la dottoressa – avvertiranno un forte senso d’impotenza. La stessa impotenza la potrà provare un uomo che non può soddisfare il desiderio della coppia. Occorre invece considerare che il desiderio, anche quando non è realizzabile, può diventare un grande dono, offerto ai figli. E non è detto che quel desiderio non si possa trasformare in realtà: basterà ad esempio, acquistare un salvadanaio in terracotta, iniziare a inserire all’interno qualche soldo, invitando chiunque – dai parenti, ai nonni, agli zii, agli amici – a contribuire con piccole quote così da rendere disponibile la somma nei mesi successivi. Trasferendo ai piccoli un messaggio positivo».
  • Pensare prima di acquistare. Un regalo scelto a caso potrebbe avere il suo peso, anche emotivo. Ad esempio un forno a microonde offerto alla compagna potrebbe essere letto come “Mi identifica come donna di casa”; la lingerie come un oggetto per soddisfare i desideri sessuali del partner. Generando in entrambi, in chi dona e in chi riceve il regalo, un senso di delusione. «Un regalo, indipendentemente dal valore, deve rappresentare un pezzetto di sogno. Non servono cose concrete, ma “ali”. Può essere meraviglioso – chiarisce Cozzolino – un libro di poesie, un braccialetto con una scritta simbolica, un anello anche in argento ma che rappresenti una promessa, un profumo che ricordi qualcosa, il tutto pensato sulla persona».
  • Tempo di (non) annunci. Natale può essere vista come una “meta” in cui fare dichiarazioni importanti: un fidanzamento avvenuto mesi prima, un salto di carriera, una dolce attesa. Invece quelle ufficializzazioni potrebbero non essere avvenute e subentra la delusione. Anche perché Natale e gli ultimi giorni dell’anno, sono tempo di bilanci e non tutto potrebbe essere andato secondo le aspettative. «È fondamentale guardare quello che si è riusciti a diventare, non il punto dove non si è ancora arrivati. Comunque – incoraggia l’esperta – se si è troppo indietro rispetto alle proprie aspettative chiedersi: “perché mi sto frenando?”». Né tanto meno è raccomandato a Natale fare annunci meno felici: un tradimento, una separazione, coming-out, cogliendo di sorpresa famiglia e il resto degli invitati, rompendo l’armonia e l’equilibrio della festa: meglio non “approfittare” del Natale, anche in questo senso. «Approfittare non è mai una cosa buona. Non solo non è educato – avverte l’esperta – ma non è saggio per nessuno».
  • Tra sé e sé. In certi contesti, come il Natale, la solitudine può essere pesante: doverlo trascorrere con amici, e non in famiglia o con la persona amata, potrebbe far acuire questo sentimento. «Vedere la felicità degli altri può far male e può spingere a focalizzarsi sulle cose di sé stessi che non vanno. Ad alcune persone sole fa piacere passare le feste con gli amici; per altre diviene motivo di maggiore sofferenza. È importante che ciascuno ascolti sé stesso e decida cosa fare. Una soluzione – consiglia la psicologa – potrebbe essere quella di rendersi utili, come fare del volontariato nella giornata di Natale: potrebbe essere il giorno di festa più bello e generoso della vostra vita».
  • Via dal nido. L’uscita di casa dei figli o l’assenza del figlio che magari, per la prima volta, trascorrerà il Natale o il Capodanno con gli amici o con il partner, può trasformarsi in un’accesa delusione fino a sfociare in ricatto morale: “Se non ci sei alla cena dai nonni non andiamo neanche noi”. «Questo atteggiamento può creare un senso di colpa nel figlio; invece i genitori devono favorire lo “svezzamento”, – conclude Cozzolino – accettare e rispettare le scelte dei figli e lasciarli andare».

E se è necessario qualche consiglio in più, è possibile connettersi a Dimmy.it, il portale della psicologia, ideato dalla dottoressa Cozzolino, per avere a portata di mano lo psicologo online, 7 giorni su 7, dalle 8 alle 24. L’obiettivo è avvicinare la psicoterapia alla gente e rendere la psicologia un servizio diretto, immediato e costante, in grado di aiutare a risolvere in modo efficace i problemi, piccoli o grandi, che la vita chiede di affrontare o guardarli con occhi più sfumati. Imparando così a vivere la vita con un po’ più di entusiasmo. Natale compreso.

di Francesca Morelli

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