Dieci “psicoconsigli” contro lo stress delle feste

C’è chi attende le feste trepidante e c’è chi fa il conto alla rovescia perché finiscano il prima possibile. Il Natale, la ricorrenza più sentita, amata e attesa dell’anno, si è da tempo trasformata in qualcosa di molto diverso rispetto a quel periodo magico di quando eravamo bambini. È tutto uno stress: tra regali da acquistare, cenoni da organizzare, riunioni forzate con il parentado e sorrisi di circostanza. A volte è invece la tristezza ad avere il sopravvento, se ci si ritrova a trascorrerlo in solitudine.

Ecco 10 consigli della psicoterapeuta Patrizia Frongia per vivere il Natale con gioia e senza stress.

1) Non contano così tanto gli eventi che sperimentiamo nella nostra vita, quanto piuttosto il significato che diamo loro. Che significato darai al tuo Natale? Forse non ci hai ancora pensato o non hai trovato il tempo per rifletterci. Il punto dal quale decideremo di osservare il mondo determinerà il modo in cui vivremo… e come ci sentiremo emotivamente. È come guardare l’albero di Natale e notare l’angelo, piuttosto che la palla colorata, o Babbo Natale, o la stella: sei tu a decidere su cosa porre l’attenzione. E può capitare allora di guardare l’ennesima serie di luci natalizie e stupirci nell’attribuire loro un valore nuovo.

2) Al di là del significato storico che la cristianità attribuisce al Natale, fin nella più remota antichità il solstizio d’inverno veniva celebrato come la vittoria della luce sull’oscurità. In termini psicologici, il Natale è simbolo di rinascita interiore, e quindi di cambiamento, ma anche di speranza e fiducia: attraverso le “oscurità” della vita, gli “inverni” dell’esistenza, si rafforzano conoscenza e consapevolezza delle proprie risorse. In queste sere che ti separano alle feste, ritaglia un’ora per meditare su ciò che desideri cambiare per portare alla luce la tua autenticità.

3) La serenità, anche durante il periodo natalizio, nasce dalla possibilità di assecondare i propri desideri: no alle costrizioni o alle forzature, come le riunioni di famiglia con i parenti con i quali spesso abbiamo solo rapporti di pura formalità o addirittura inesistenti per la maggior parte dell’anno. O come il brindisi con i colleghi di lavoro o quelli che frequentano la palestra e chi più ne ha, più ne metta. La tradizione non è una prigione! Il primo passo, e il più importante, per invertire la tendenza delle feste in-famiglia-per-forza è tornare a centrarsi su se stessi; ascoltare il mondo interiore. Cosa vorremmo fare davvero? Con chi lo vorremmo passare il Natale? Creiamo nuove tradizioni che si adattano alla nostra vita. Il tempo e le energie sono preziosi, dedichiamoli alle persone che contano per forza.

4) Non consideriamo quella sottile malinconia come un’emozione sbagliata da provare durante le feste: qualsiasi emozione ha lo stesso diritto di essere provata e soprattutto dovremmo riflettere sul fatto che le emozioni non sono determinate dalla situazione in sé (cioè il Natale, le feste…), ma da quello che pensiamo noi della situazione, come la valutiamo in quel momento. Per esempio: “sono solo”, “nessuno mi vuole bene”, “cosa succederà l’anno prossimo”… Possiamo manifestare i nostri turbamenti alle persone che ci sono vicine, senza farci problemi su ciò che gli altri penseranno. La solitudine è una condizione transitoria che è patologica solo quando diventa isolamento. Sentirsi soli non è un problema. Lo è essere isolati. Un consiglio? Ritagliati un piccolo spazio nel trambusto delle feste e non dimenticare di sorridere e di camminare a testa alta per guardare negli occhi la gente, salutarla e augurare a tutti un buon Natale. Fai una prova, anche se la ritieni inutile: rimarrai stupito dei risultati.

5) Renderci utili e fare qualcosa per gli altri potrebbe farci sentire meglio. Per esempio, riservando un po’ di tempo per andare a trovare persone sole, o malate, o in difficoltà, magari con un piccolo pensiero dolce, inatteso, oppure invitando a pranzo o a cena quei parenti, o anche la vicina, soprattutto se anziana, che sappiamo sola. Mense, chiese o altri servizi sociali attivano numerosi programmi e iniziative dando la possibilità di prestare il proprio aiuto a persone meno fortunate.

6) Mostriamo riconoscenza e perdono. Il Natale è un’occasione per rinsaldare legami, per sentire e dimostrare affetto. E se con la cognata o la suocera non c’è quel perfetto feeling, con un po’ di buona volontà si può mettere da parte ciò che divide e cercare un terreno comune di convivenza. Odiamo il polpettone che la suocera ci rifila ogni Natale? Non ne facciamo un dramma. Che senso ha litigare sempre per la stessa ragione? Ci sono tante cose che possiamo lasciar correre senza tragedie.  Così si fanno piccoli passi verso l’altro, ricostruendo il rapporto su basi diverse e più consapevoli, con gesti gentili che lo facciano sentire apprezzato. Potremmo magari anche scoprire che quel fratello, che cerca sempre di mettersi al centro dell’attenzione durante il pranzo di Natale, ha solo bisogno di sapere che siamo orgogliosi di lui.

7) “Come va tuo figlio a scuola?”. “Possibile che una ragazza carina come te non riesca ancora a trovare nessuno? Tua cugina si è sposata già due volte”… Ritrovarsi a Natale con i parenti che partono con la solita sfilza di domande, magari benevole, ma invadenti e fastidiose, può generare ansia e far sentire sotto esame. Ma si può sopravvivere. Praticando l’arte del distacco. Se sai che le cose possono degenerare in un litigio, tieniti alla larga da quel parente insopportabile. Se ti fanno domande indiscrete, sorridi, fai finta di non aver sentito o cambia argomento. Concentrati su chiacchiere leggere. Punta il faro sugli altri. Qualcuno ha notato con la solita aria di critica il fatto che ti sei separata? Mostra tutta la tua adorazione per la sua, “ovviamente” felice, condizione di coppia. Oppure svicola, andando a vedere cosa combinano i bambini, aiutando a rigovernare o a servire in tavola. Proponi una partita al gioco di società che piace a tutti: sarà un modo per ritrovare il piacere di fare qualcosa insieme e metterà a tacere i più polemici!

8) Il Natale è per i bambini un momento magico e non bisognerebbe rovinarlo facendo sentire le tensioni che ci sono tra gli adulti: anche se piccoli sono molto sensibili e avvertono le emozioni di chi sta loro accanto più di quanto si immagini. Anche se magari la nostra separazione è conflittuale e ancora non abbiamo raggiunto gli accordi voluti, per le feste imponiamoci uno stop! E, anche se dall’altra parte questo non avviene, non cadiamo nel gioco della litigata infinita.

9) I bilanci di fine anno: guardiamo a noi stesse con benevolenza, invece di giudicarci. Anche se ciò che abbiamo raggiunto non è per noi il massimo, lo abbiamo comunque fatto noi ed è bene riconoscerlo, per prendere forza e continuare. Siamo grate a noi stesse per averci provato, per l’impegno e la passione che mettiamo nel migliorare la nostra vita. È vero che sono accadute cose che non avremmo voluto accadessero: proviamo a guardarle per come sono, decidiamo cosa ci hanno insegnato e poi lasciamole andare. Insomma, se per questo Natale non possiamo regalare a nostro figlio tutti i giochi che si trovano sulla famosa letterina non dobbiamo sentirci sconfitte.

10) La pausa natalizia non è molto lunga: sfruttiamo queste giornate per concederci qualche coccola di benessere, sia fisico che mentale. Svegliarsi senza fretta, godersi una colazione in pigiama, farsi bella da un’estetista, disattivare per qualche giorno le notifiche sul cellulare. Avremo più tempo per ascoltare la nostra voce più profonda, quella che ci dice quali sono i nostri desideri, cosa ci fa stare davvero bene.

di Cristina Tirinzoni

 

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