VACCINI: LA GRANDE PAURA DEI GENITORI

L’indagine, condotta su un centinaio di genitori e 255 pediatri, che hanno in carico circa 800 mila bambini, rivela che questi ultimi temono molto malattie come la meningite e l’epatite A, ma solo uno su 2 sa che esistono vaccini per debellarle. E spesso decidono di non vaccinare i figli: solo uno su 2 ha fatto il vaccino per lo pneumococco, uno su 3 quello per il meningococco, appena il 18% l’anti-varicella e solo il 10% l’antinfluenzale o l’anti-HPV.  Più utilizzati invece i vaccini per morbillo, parotite e rosolia, somministrati nel 60% dei casi, mentre oltre il 35% dei genitori si affiderebbe a metodi alternativi contro l’influenza. Sulla diffidenza verso i vaccini che si rileva da questa indagine abbiamo sentito il professor Giuseppe Mele, presidente dell’Osservatorio Paidòss e del Forum internazionale di Napoli.

 

Perché tanta diffidenza nei confronti delle vaccinazioni?

«Molti genitori sono influenzati dalle notizie che leggono su Internet. Un esempio è il caso della correlazione, scientificamente infondata,tra il vaccino contro il morbillo e l’autismo, riportata e enfatizzata da molti siti on-line e giornali. Possiamo allora dire che il primo nemico delle vaccinazioni è proprio il “dottor Internet”. Ci sono poi motivazioni e paure, del tutto infondate, sui presunti effetti collaterali dei vaccini. Dalla nostra indagine si è visto che un genitore su 5 teme gli effetti nocivi immediati, altrettanti temono le conseguenze successive, mentre il 5% considera i vaccini addirittura inefficaci. Tra i timori più ricorrenti, la paura della febbre, di una reazione allergica, delle convulsioni. Ma anche la convinzione appunto che il vaccino possa favorire l’autismo, malattie  autoimmuni, patologie neurologiche o perfino tumori. I genitori conoscono poco e male i vaccini: 4 su 10 si lasciano prendere da timori il più delle volte infondati, dando credito ai siti web o al passa-parola delle mamme. In realtà dovrebbe essere il pediatra il referente dei genitori e non le mamme o i siti Internet che si vogliono sostituire a questa figura professionale».

 

Ma i pediatri sono favorevoli?

«Nel 90% dei casi è il pediatra a raccomandare i vaccini, che vengono poi somministrati dai medici degli Uffici d’Igiene. E’ fondamentale, e lo abbiamo ribadito in occasione di questo congresso, che il pediatra si accerti delle condizioni cliniche del bambino prima di prescrivere un vaccino. In presenza di febbre o sintomatologie di tipo respiratorio, è opportuno infatti rimandare la vaccinazione, per evitare peggioramenti che poi i genitori attribuiscono erroneamente all’effetto vaccino. Come Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia, in accordo con la Società Italiana di Medicina Generale, abbiamo ribadito l’importanza di un’attenta anamnesi del piccolo, prima di effettuare una qualsiasi vaccinazione».

 

Quali sono le vaccinazioni verso le quali c’è una minore diffidenza da parte dei genitori?  

«Il 60% è favorevole al vaccino per morbillo, parotite e rosolia, ma solo uno su 2 vaccina i figli contro lo pneumococco e meno di uno su 3 contro il meningococco C. Ancora più disatteso il vaccino antinfluenzale, scelto da appena il 10% dei genitori nonostante ormai in diversi Paesi, ad esempio il Regno Unito, se ne raccomandi l’opportunità anche per i piccoli in età scolare. Al contrario in Italia lo scorso anno abbiamo raggiunto il minimo storico con due soli bambini su 1000 vaccinati contro l’influenza».

 

Eppure i genitori sono molto preoccupati che i propri figli possano contrarre gravi malattie, come la meningite che provoca la morte di circa 200 bambini l’anno…

«Effettivamente i genitori hanno una gran paura di molte malattie infettive: meningite ed epatite A sono ai primi posti assieme a poliomielite e tetano, seguite da morbillo, pertosse e varicella, mentre l’influenza è all’ultimo posto tra le preoccupazioni di mamme e papà. Abbiamo monitorato l’andamento delle vaccinazioni contro il meningococco e abbiamo visto che c’è un netto aumento in coincidenza col verificarsi di casi di bambini morti per questa malattia, a testimonianza che la paura della malattia sprona al ricorso alle vaccinazioni. Un altro dato emerso dall’indagine riguarda la scarsa conoscenza dei vaccini da parte dei genitori, soprattutto di quelli per le patologie che spaventano di più. Il 65% dei genitori, ad esempio, conosce il vaccino contro l’influenza, uno su 2 quello della varicella, uno su 3 quello dell’HPV. Al contrario solo il 20% conosce l’anti-meningococco C e solo il 15% quello contro lo pneumococco. Il 60% fa la vaccinazione per morbillo, parotite e rosolia ai propri figli, pur conoscendola realmente solo in un caso su tre. Un genitore su 2 inoltre ha vaccinato il figlio per lo pneumococco, uno su 3 per il meningococco, il 18% l’antivaricella e solo il 10% antinfluenzale o l’anti-HPV.  E si è registrato addirittura un 35% di mamme e papà che non disdegnano di provare metodi alternativi, come l’omeopatia, in alternativa ai vaccini tradizionali contro l’influenza».

 

Come rassicurare i genitori sull’efficacia e la sicurezza delle vaccinazioni?

«Primo suggerimento: proporrei di rivolgersi sempre al pediatra per chiedere consigli e informazioni e non fidarsi delle false notizie riportate su certi siti on-line. Stiamo inoltre proponendo, con le Società scientifiche, di “calendarizzare” il programma vaccinale, ovvero di dilazionarlo nel tempo e non concentrarlo solo nei primi sei mesi di vita. Ci sono vaccinazioni, come l’anti-meningococcica o l’anti epatite A, che si possono fare anche dopo l’anno. In questo caso si eviterebbero quelle preoccupazioni, frequenti in mamme e papà, di non esasperare la reazione del sistema immunitario del bambino.  Inoltre, è auspicabile che siano sempre di più i pediatri a somministrare i vaccini, per dare maggior sicurezza e tranquillità ai genitori».

 

di Paola Trombetta

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