Un glossario contro la violenza: parole e storie contro la discriminazione per disabilità

Ho subito negli anni una forma di discriminazione multipla subdola e massacrante. Una discriminazione lavorativa, istituzionale, personale, di genere e di malattia…”: con questa testimonianza si apre il Glossario AISM scaricabile a partire dal 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sul sito www.aism.it e progettoideaaism.it e dal 30 novembre si potrà trovare presso le sezioni AISM sul territorio. Disabilità, Discriminazione, Mobbing, Stalking, Violenza di genere sono solo alcune delle parole e definizioni corrette del Glossario redatto dalle Donne RED in collaborazione con AISM per il progetto I>DEA. E’ uno dei tanti strumenti del progetto, nato per mettere in risalto temi, atteggiamenti, pensieri e convinzioni sociali che determinano la discriminazione multipla, ma soprattutto per imparare a riconoscere i mille volti della violenza. Conoscere è il primo passo per contrastare e fronteggiare le discriminazioni che le donne con disabilità subiscono e rafforzare la loro consapevolezza riguardo al genere, che spesso viene “coperta” dall’esperienza della propria malattia e disabilità. “Condividiamo tutte le parole. Condividiamo tutti gli strumenti che ci sono. Inventiamone di nuovi e non rassegniamoci mai più alla discriminazione e alla violenza. Il cammino è ancora lungo, ma non per questo ci dobbiamo fermare! AISM non vuole fermarsi e continuerà nel suo impegno quotidiano verso ogni forma di discriminazione. Facciamolo insieme!” è l’appello di Rachele Michelacci vice presidente AISM. Il Glossario raccoglie anche le storie di tante donne nel capitolo “Io sono stata discriminata”. Donne con SM che hanno subito una qualsiasi forma di discriminazione, in famiglia, nella società e sul lavoro. Storie di forza per rivendicare il proprio diritto ad essere Donna anche se disabile.

Sono stata sposata con un uomo che ha sempre esercitato su di me violenza psicologica, mi ha letteralmente demolito. Chi vuoi che ti si prenda, ridotta così. Mi diceva. L’ho lasciato”. E altre testimonianze questa volta nel mondo del lavoro: “Poco dopo la diagnosi, il mio capo area mi ha suggerito di non dichiarare la SM poiché nessuno avrebbe mai scommesso su un cavallo zoppo. Avevo 26 anni ed era il mio primo impiego”. L’intento è condividere esperienze perché ricordare vuol dire non rivivere certe situazione e prendere coraggio per affrontarle. Abbiamo bisogno di strumenti, di consapevolezza, di formazione. Per questo è il tempo di fare insieme una rivoluzione culturale. Bisogna mettere la parola fine a un contesto discriminante, che sin dall’inizio alle bambine fa regalare bambole che lavano, stirano e cucinano in casa mentre i maschietti hanno aerei, robot, supereroi che se ne vanno in giro a salvare il mondo. Donna deve voler dire autodeterminazione, empowerment, inclusione», dichiara Rachele Michelacci. Tutte parole contenute nel Glossario del progetto I>DEA per ricordare, come indicato nella Carta dei diritti delle persone con SM, “tutte le persone con SM hanno diritto alla piena inclusione in ogni momento e luogo e in condizione di effettiva equità, superando ogni forma di discriminazione e rimuovendo ogni ostacolo che sia di impedimento, con particolare attenzione alle condizioni di donna con SM”.

La lotta alla discriminazione di genere è una delle principali priorità individuate per la costruzione dell’Agenda della SM 2022-2025. Raggiungere l’uguaglianza di genere è uno tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. “La violenza a volte è fisica e duramente visibile. Ma tante altre volte, come i sintomi della SM, può essere subdola, nascosta. A volte è psicologica, a volte è economica, è di tanti tipi. Magari la persona che vedi ogni giorno lancia un messaggio nella bottiglia. E tu devi riuscire a raccogliere la bottiglia nel mare e a decifrare anche le sue parole incerte e rovinate dall’acqua. Ci sono situazioni per cui è difficilissimo tirare fuori quello che si ha dentro: e allora non dobbiamo dare mai niente per scontato e prestare sempre la massima attenzione». Dice Claudia Spadoni della Sezione AISM di Ancona, giornalista e una delle 117 Donna Red, “Rete Empowerment Donne, una rete di donne “sentinelle” formate e pronte in ogni sezione AISM, a recepire e segnalare tutti i casi in cui la rete associativa debba intervenire a supporto delle ragazze e delle donne con sclerosi multipla vittime di discriminazione. Una rete che il 25 novembre si fa sentire sui social con #maipiù: mai più alla discriminazione, mai più alla violenza perché le donne con SM, ma più in generale tutte le donne con disabilità, sono discriminate due volte: una perché donne e l’altra perché disabili.  P.T.

 

 

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