Lo sport intenso, dopo i 40 anni, contrasta il declino cognitivo

Ci vuole molto sport, di intensità elevata, che faccia sudare abbondantemente e ad alto impatto cardiovascolare. Come palestra, piscina, corsa, bicicletta praticate ad alte dosi. Sembra essere questa la strategia “attiva” per le donne dai 40 anni in su, efficace nel combattere il declino cognitivo: da disturbi di memoria e défaillance del ragionamento, fino alla conclamata demenza. La notizia emerge da uno studio, recentemente pubblicato sulla rivista Neurology, che ha arruolato circa 200 donne svedesi tra 38 e 60 anni, praticanti sportive di vari livelli e intensità, ma anche sedentarie, monitorandole per 11 anni. Con un chiaro obiettivo: capire se e in quale misura lo sport potesse fare bene anche al cervello, oltre che alla salute. È emerso che le donne dedite a una attività fisica ad alto impatto cardiovascolare, avevano un rischio ridotto del 90% di sviluppare demenza e qualora i disturbi cognitivi si presentassero, giungevano con un ritardo di 11 anni, intorno alla veneranda età dei 90, contro invece le prime manifestazioni verso gli 80 anni in donne che svolgevano attività fisica costante, ma poco intensa. Dati e rischi cerebrali preoccupanti, secondo lo studio, emergerebbero in donne, anche giovani, pigre e/o sedentarie.

Quale sarebbe la relazione tra impatto cardiovascolare e cervello? I ricercatori ipotizzano che i benefici effetti del movimento sui fattori di rischio cardiaci – quali abbassamento della pressione, mantenimento del peso forma, riduzione del colesterolo – si associno anche a un migliorato e aumentato flusso sanguigno al cervello. Dunque si potrebbe pensare che i problemi cardiovascolari siano anche una possibile concausa che rende le donne pigre, esponendole a probabilità di rischio di demenza più precoci e maggiori con il passare degli anni. Lo studio ha i suoi limiti, per il ristretto gruppo di popolazione coinvolta e per la tipologia selezionata (solo donne svedesi), dunque è meritevole di ulteriori approfondimenti per giungere a conclusioni definitive. Tuttavia un dato preliminare appare certo: allenarsi, sudando, fa bene al cuore e al cervello. 

Francesca Morelli

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