Le scuole si confermano un luogo “protetto” contro il Covid

«I pediatri sono stati sempre convinti – dichiara Alberto Villani, presidente della Società Italiana di pediatria (SIP) – dell’importanza della scuola in presenza, ma era importante accertare che la scuola fosse un luogo sicuro». E con questo intento è stato avviato uno studio pilota, “A tutela dello studente, per una scuola sicura”,  promosso dalla SIP, dall`Ospedale pediatrico Bambino Gesù, l`Istituto di Ortofonologia e la Fondazione Mite di Roma, per monitorare i possibili rischi di contaminazione e propagazione di Covid-19 all’interno delle aule e tra il personale addetto alla didattica e operante. L`indagine ha coinvolto due plessi scolastici per un totale di 1262 persone di cui 1094 studenti, 141 insegnanti e 27 addetti del personale, con una adesione pari a più del 96%, che sono stati sottoposti a test diagnostici salivari e campione ematico da  inizio settembre e poi a cadenza mensile. Nella prima fase di indagine sono stati eseguiti e testati 1099 campioni, di cui solo uno ha dato esito positivo; nella seconda si sono registrati 7 casi di positività su 1075 e nel terzo, su 1257 test, si sono avuti 3 studenti con diagnosi di Covid, per un totale di 16 alunni distribuiti in 14 classi differenti. «Numeri che dimostrano – aggiunge Federico Carlo Perno, responsabile di microbiologia dell`Ospedale romano –  che non solo nelle scuole non si propaga il virus, ma anche che il tasso di presenza di Covid è più basso della media nazionale, non cresce nel tempo e, soprattutto, che la scuola non è un focolaio. Al contrario, la contaminazione o l’infezione viene contratta e trasmessa fuori dalle mura scolastiche». Dati reali, dunque, che confermano la scuola, che segue le regole ed è monitorata, come un luogo protetto: dunque adatto per la ripresa delle lezioni in presenza dal 7 gennaio, tornando ad essere un perno culturale, sociale ed economico del Paese, a condizione che durante le festività natalizie siano stati perseguiti regole e comportamenti corretti. Sebbene il rischio zero non esiste, nella scuola è controllato, accettabile. Ma non solo: la ripresa normale delle scuole è un impatto anche sull’umore: «Le scuole aperte  – commenta Federico Bianchi di Castelbianco, psicoterapeuta e direttore dell`Istituto di Ortofonologia – hanno riportato il sorriso sul volto di bambini, docenti e genitori. La loro chiusura crea problemi enormi e ricadere in questa eventualità sarebbe un prezzo altissimo da pagare». Le somme dello studio sono dunque positive, a detta degli esperti: «Siamo riusciti a fare un intervento di screening e di prevenzione primaria – ha concluso Rossella Sonnino, dirigente scolastica dell`IC Regina Elena di Roma – che in corso di pandemia è estremamente importante».

Francesca Morelli

Articoli correlati