Latte materno: il valore aggiunto delle cellule staminali

C’è una ragione in più per promuovere e stimolare l’allattamento materno, ovvero la presenza tra i suoi “ingredienti” anche delle preziose cellule staminali, altamente salutari per i piccoli. La notizia è stata diffusa in occasione del XXXII Congresso Nazionale della SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) tenutosi in modalità virtuale. Il valore del latte materno è da tempo riconosciuto: «Gli antichi egizi – spiega Vassilios Fanos, professore ordinario di Pediatria all’Università di Cagliari – ritenevano il latte materno un liquido magico, in grado di curare le malattie. Non è più solo una convinzione, ma una realtà confermata dalla presenza, tra le varie sostanze contenute, anche di cellule staminali. Dunque il latte materno ha un duplice valore aggiunto: da un lato può essere considerato una sorta di potente bioreattore, di cui ha bisogno l’intestino del neonato. Diversi studi hanno evidenziato che il colostro materno è in grado aumentare il volume dell’intestino del bambino fino al 40%. Dall’altro, si è scoperto che il latte materno è ricco di cellule staminali multipotenti, concentrate in modo particolare nel colostro, che vengono catturate dalle cellule dell’intestino del neonato e da lì trasportate in diversi organi, riuscendo perfino a colonizzare il cervello, trasformandosi poi in tessuto nervoso. Ecco dunque una ragione “intelligente” e valida per promuovere e favorire quanto più possibile l’allattamento al seno».

Ma non è abbastanza, occorre anche prendersi cura di altri fattori già nel periodo precedente la gravidanza, di cui il più importante è la nutrizione. Fino ad oggi ci si è preoccupati prevalentemente dello stile alimentare della futura mamma, mentre ci sono evidenze che anche la dieta del papà ha un ruolo impattante sul piccolo. «Alcune cattive abitudini alimentari, unite al consumo di alcol, fumo da parte del padre – aggiunge Fanos – possono avere un’influenza sulla salute del bambino che nascerà accendendo o spegnendo alcuni geni. Curarsi dello stile di vita nel periodo della dolce attesa, specie nel caso in cui la gravidanza è programmata, può essere molto utile per garantire più salute anche ai bebè». Allora qual è la dieta migliore da seguire? Quella mediterranea, senza dubbio. «Rappresenta infatti un patrimonio straordinario – conclude l’esperto – che abbina in modo corretto tutti gli alimenti: un mix che può contribuire efficacemente a garantire il giusto apporto dei differenti nutrienti». Di cui può avvantaggiarsi il  bambino fin dall’utero materno.

Francesca Morelli

 

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