La trombosi? E’ un evento anche “da bambini”

Non è una questione solo da grandi. La trombosi può colpire anche i bambini, sebbene sia un evento piuttosto raro: 1 caso per 100 mila, tuttavia cresciuto negli ultimi 20 anni, tanto che il numero dei piccoli ospedalizzati è decuplicato, fino a raggiungere un’incidenza di 1 caso ogni 200. Un limite alla prevenzione? La difficoltà a riconoscere i fattori di rischio più complessi e meno noti nei bambini rispetto a quelli degli adulti. “Scienza e Buonsenso”, ovvero la conduzione di uno stile di vita sano, possono aiutare a prevenire fino ad evitare infarto, ictus, embolie, malattie molto gravi anche nei bambini, causate dalla formazione di coaguli all’interno di vene e arterie che ostacolano o impediscono la circolazione del sangue. E sul tema della prevenzione intende fare (in)formazione ALT (Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari) in occasione dell’11° Giornata Nazionale per la Lotta alla Trombosi (20 aprile).

«Le malattie trombotiche – spiega Lidia Rota Vender, presidente di ALT – possono dipendere da difetti della coagulazione del sangue, sia congeniti come una carenza qualitativa o quantitativa di una o più proteine che svolgono attività anticoagulante come ATIII, proteina C e S-anticoagulanti, un aumento dei fattori procoagulanti o mutazioni genetiche, sia da fattori acquisiti. Tra questi possono facilitare l’insorgenza di una trombosi infezioni, malattie infiammatorie, oncologiche, croniche, malattie della coagulazione del sangue, alcuni medicinali, sovrappeso, sedentarietà, immobilizzazione o prematurità e soprattutto la presenza di un catetere venoso centrale, responsabile del 90% dei casi nel neonato e di oltre 50% nei bambini». Il corretto stile di vita, ovvero un’ alimentazione ricca di frutta e verdura, adeguata idratazione e costante attività fisica possono allontanare il rischio di trombosi, in associazione a periodici follow-up e regolare impiego di terapia farmacologica quando necessaria. Comportamenti che invece sono poco noti a mamma, papà e pubblico e su cui occorre fare sensibilizzazione.

La Scienza, insieme al Buonsenso, permette di effettuare una diagnosi precoce e ridurre il rischio di trombosi infantili. E’ stato anche messo a punto il R.I.T.I. (Registro Italiano delle Trombosi Infantili), sostenuto da molti anni da ALT, che raccoglie su una piattaforma digitale (l’Italia è tra i primi Paesi al mondo a disporne) i dati di medici e specialisti di diversa provenienza e formazione, coinvolti ogni giorno nella cura e nell’assistenza a bambini con patologie trombotiche in epoca neonatale e pediatrica, da 0 a 18 anni. «L’obiettivo del registro – aggiunge Paolo Simioni, Professore all’Università degli Studi di Padova e  Presidente Associazione GIRTI ODV (Associazione Gruppo Italiano per il Registro della Trombosi Infantile) – è valutare la rilevanza clinica della trombosi infantile, definirne le caratteristiche epidemiologiche, sviluppare protocolli diagnostici e terapeutici dedicati, promuovere la ricerca italiana e creare un network di medici esperti che possa divenire un punto di riferimento».

Tra le iniziative di informazione promosse da ALT, nel corso della Giornata Nazionale, c’è anche la possibilità di condividere storie di Trombosi infantile nella sezione RACCONTA LA TUA STORIA del sito www.trombosi.org, affinché nessuno un giorno possa dire “…io non sapevo”.

Non è la sola iniziativa promossa dalla Giornata: infatti puoi contribuire anche tu a dire “ALT” alla trombosi nei bambini, acquistando dal 19 Aprile al 15 maggio un animaletto di peluche, un piccolo scoiattolo o coniglietto Trudy, una edizione limitata che l’azienda italiana ha deciso di creare e dedicare ad ALT. Per ogni acquisto effettuato sullo shop online www.trudi.com/prodotto/trudino-scoiattolo-alt-onlus/ , www.trudi.com/prodotto/trudino-coniglio-alt-onlus/, Trudi destinerà 5 euro ad ALT Onlus ed il ricavato sarà utilizzato per la creazione di R.I.T.I.

di Francesca Morelli

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