Giornata dell’Osteoporosi: l’importanza della prevenzione

In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi (20 ottobre), la Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT, ribadisce l’importanza della diagnosi precoce per il trattamento dell’osteoporosi e raccomanda visite specialistiche alle donne over 50 e agli uomini dai 65 anni in su per valutare lo stato della propria salute ossea e prevenire la comparsa di fratture.

Come emerge nelle Linee Guida, è stato stimato che la fragilità ossea è responsabile di più di 9 milioni di fratture ogni anno nel mondo. Nelle donne si è verificato il doppio delle fratture (66%): quelle del femore prossimale (collo del femore), delle vertebre e del polso/omero prossimale (spalla) hanno rappresentato il 19,6%, 15,5% e 17,9% di tutte le fratture.

<L’identificazione della fragilità scheletrica è fondamentale per identificare il rischio di frattura e applicare interventi terapeutici mirati e prevenire il peggioramento del quadro clinico>, spiega il Professor Alberto Momoli, Presidente SIOT e Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia Ospedale San Bortolo di Vicenza. <Per la valutazione del rischio di fragilità è fondamentale un’accurata anamnesi del paziente, utile a identificare fattori che compromettono la salute delle ossa: terapie farmacologiche o ulteriori patologie, possono peggiorare la fragilità dell’osso con aumento del rischio di frattura>.

Se la protezione della salute delle ossa inizia sin dall’infanzia con una corretta alimentazione, ricca di calcio e vitamina D e uno stile di vita attivo che comprenda un’adeguata attività fisica, le stesse indicazioni valgono anche da adulti: mantenere una buona densità ossea e prevenire il rischio di fratture soprattutto in menopausa e post menopausa per le donne e età senile per gli uomini. In tarda età un giusto movimento, uno sport aerobico leggero, insieme ad una corretta alimentazione possono intervenire a beneficio della perdita di forza muscolare, ridotta coordinazione dei movimenti e rischio di caduta. In Italia, secondo le Linee Guida, la prevalenza dei soggetti con osteoporosi ultra 50enni corrisponda al 23% nelle donne e al 7,% negli uomini.

<Una corretta valutazione della fragilità ossea attraverso specifici esami del sangue e la mineralometria ossea computerizzata, MOC, permette di identificare precocemente i soggetti a rischio, con l’utilizzo precoce di contromisure preventive/terapeutiche>, aggiunge il professor Momoli. <Inoltre, ci sono diverse condizioni, come quelle infiammatorie o il trattamento con farmaci glucocorticoidi, che riducono la forza ossea e aumentano il rischio di frattura. Riguardo il trattamento, esistono diverse terapie efficaci che possono variare a seconda della gravità del caso, dei fattori di rischio e della presenza di altre patologie. È importante rivolgersi sempre a uno specialista, che saprà indicare il trattamento più adatto per ogni singolo individuo>.

I fattori di rischio dell’osteoporosi non sono solo l’età e il sesso: anche una precedente frattura è un importante campanello d’allarme (vedi articolo Fratture da Fragilità). Gli individui che hanno già subito una frattura da fragilità sono maggiormente a rischio di ulteriori fratture. In genere le donne dai 50 agli 80 anni, hanno un maggior rischio di sviluppare una seconda frattura cinque volte maggiore entro l’anno rispetto a coloro che non hanno avuto una precedente frattura. Nonostante ciò, il 60-85% delle donne over 50 con osteoporosi non riceve un trattamento.

Paola Trombetta

 

 

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