Emicrania: ne soffre un bambino su dieci in età scolare

11% dei bambini in età scolare e un adolescente su quattro: sono i numeri dell’emicrania nei giovanissimi, ritenuta a torto un problema dei grandi. Al contrario, la pandemia, il lockdown e i cambiamenti di vita sembrano aver aumentato la problematica nelle fasce più giovani, favorendo un incremento dei casi, soprattutto nelle ondate successive. «L’emicrania è una patologia spesso legata all’emotività, soprattutto nei giovanissimi, spiega la dottoressa Antonia Versace, Responsabile del Centro Cefalee dell’Età Evolutiva ASO Città della Salute e della Scienza di Torino. Durante la prima ondata della malattia è stata “silenziata”, sia a causa della mancata attenzione al problema (il timore del contagio ha abbassato controlli e visite presso i Centri Cefalee), sia perché la quarantena e l’azzeramento delle attività quotidiane ha sensibilmente ridotto i livelli di stress. Mentre nella seconda e terza ondata si è assistito ad un peggioramento, anche in termini di frequenza degli attacchi di mal di testa in chi già ne soffriva: il carico del lavoro scolastico con la DAD, l’assenza dei contatti interpersonali o la limitazione delle attività sociali ordinarie hanno fatto la loro parte, generando ansia e quindi anche un aumento dell’emicrania».

Simile situazione si è verificata nei giovani che soffrono di emicrania con aura, preceduta cioè da sintomi neurologici focali transitori, per lo più disturbi visivi (sensibilità alla luce, lampi e scintille, oscuramento della vista), che possono precedere o accompagnare la fase dolorosa (algica). «Questa forma, particolarmente debilitante per i bimbi e gli adolescenti, che limita lo svolgimento delle attività giornaliere più semplici come lo studio, il gioco o lo sport – prosegue il dottor Giorgio Dalla Volta, Presidente sezione regionale SISC (Società Italiana Studio Cefalea Lombardia) e Direttore del Centro Cefalee dell’Istituto Clinico Città di Brescia-Gruppo San Donato, può essere efficacemente trattata con un nutraceutico a base di estratti vegetali, quali il partenio, la griffonia, il tanaceto con l’aggiunta di magnesio». Lo dimostrano i dati di uno studio italiano condotto a Roma presso il Campus Biomedico dal professor Pietro Ferrara, che ha coinvolto una popolazione pediatrica, di età media 10 anni, che soffriva di mal di testa, secondo cui dopo soli tre mesi di trattamento con doppia assunzione quotidiana del nutraceutico si è avuta una riduzione dei giorni di cefalea, una significativa diminuzione dell’intensità del dolore e un miglioramento nel 75% dei casi della disabilità legata al mal di testa. «L’emicrania nei giovani – conclude Versace si caratterizza per una minore durata dell’attacco, dolore meno severo, migliore risposta all’ analgesico e una maggiore tendenza alla remissione spontanea. L’uso della medicina alternativa complementare è sensibilmente aumentata, soprattutto per trattare il dolore e le condizioni croniche. Le terapie naturali hanno inoltre il vantaggio di essere prive di effetti collaterali, di essere di più facile prescrivibilità, meglio tollerate ed accettate e di ridurre l’uso cronico di farmaci. Per tutti questi motivi i nutraceutici possono rappresentare una valida terapia per la cura di alcune malattie neurologiche infantili».

Francesca Morelli

 

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