COLESTEROLO: NEMICO DEL CUORE, MA ANCHE DEI RENI

Ridurre il colesterolo al di sotto dei 70 mg/dl fa bene al cuore, ma anche ai reni. Lo conferma lo studio SHARP (Study of Heart and Renal Protection) che ha coinvolto più di 9 mila pazienti ed è stato presentato al Congresso della Società Italiana di Cardiologia di Roma. Dai dati emersi si è visto che la combinazione di due farmaci (ezetimibe/simvastatina), 10/20 mg una volta al giorno, ha ridotto del 17% gli eventi di aterosclerosi nei pazienti con malattia renale cronica. A tale proposito, l’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) prevede la rimborsabilità di questa combinazione nei pazienti con malattia renale cronica e colesterolo superiore a 130 mg/dl. «Il colesterolo, infatti, è il principale responsabile del fenomeno dell’aterosclerosi che è coinvolto nell’insorgenza della malattia cardiaca, ma anche quella renale», conferma il professor Roberto Pontremoli, docente di Nefrologia all’Università di Genova/Ospedale San Martino. «L’incidenza della malattia renale cronica è in aumento in Italia (10-15%), parallelamente alla diffusione dei fattori di rischio (aterosclerosi, ipertensione, obesità, diabete). Nella maggior parte dei casi viene diagnosticata casualmente, nel corso di screening generali o per patologie cardiovascolari. Non esistono ancora terapie efficaci per bloccare il decorso della malattia, che viene comunque “rallentato” con farmaci, come la combinazione ezetimibe/simvastatina, che riduce il colesterolo e la formazione di processi di aterosclerosi che accentuano il danno renale. Per questo è fondamentale un approccio terapeutico multifattoriale, gestito dalla consulenza di più specialisti (cardiologi, nefrologi, internisti, diabetologi)».
Per questo è stato presentato un opuscolo “Gestione del paziente con malattia renale”, realizzato con il contributo di MSD Primary Care, destinato ai cardiologi, nefrologi e medici di base, per approfondire la conoscenza su questa patologia, le conseguenze che potrebbe comportare e le strategie di prevenzione.
«Questo opuscolo dovrebbe essere divulgato soprattutto ai medici di famiglia, primi interlocutori del paziente», puntualizza il professor Claudio Rapezzi, direttore dell’Unità di Cardiologia del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. «La conoscenza più approfondita di questa malattia, spesso asintomatica, dovrebbe indurre i medici a intervenire sui fattori di rischio, con la correzione di stili di vita e l’uso appropriato di alcuni farmaci per tenere sotto controllo, ad esempio, il colesterolo».
«Il medico di base è anche il primo referente che dovrebbe mettere in guardia il paziente sulle buone regole della prevenzione che cominciano, per esempio, dalla tavola», aggiunge il professor Pontremoli. «I due principali nemici dei reni sono il sale, che aumenta anche la pressione, e il fosforo (contenuto nel pesce e nei derivati del latte e della carne): limitare l’uso di questi alimenti potrebbe ridurre del 20-30% l’incidenza di ipertensione e anche di malattia renale».

(Paola Trombetta)