Approvato un farmaco che previene il rischio cardiovascolare nei diabetici

Le donne che soffrono di diabete hanno un rischio cardiovascolare equivalente a quello degli uomini, anche prima della menopausa. Il principale fattore di rischio è la glicemia elevata che praticamente annulla la protezione ormonale. <Le malattie cardiovascolari, soprattutto cardiopatia ischemica e ictus, rappresentano una delle principali cause di morbilità e mortalità fra le persone con diabete, aumentando di 2 volte il rischio di morte e di 4 quello di infarto o ictus>, fa notare Raffaele De Caterina, professore ordinario di Cardiologia, Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara. <Secondo le evidenze scientifiche, l’iperglicemia è responsabile di una morte su 5 per cardiopatia ischemica e di una su 8 per ictus, il che ci porta ad affermare che esiste una stretta correlazione tra malattia cardiovascolare e diabete>. Secondo i dati dello studio RIACE, la prevalenza delle malattie cardiovascolari nel diabete, ossia il numero di persone con diabete che vanno incontro nella loro vita ad almeno un evento cardiovascolare, è del 23,2 %: in pratica una su 4. <Parliamo di quasi 750 mila persone in Italia, delle quali oltre 350 mila hanno avuto un infarto e più di 100 mila un ictus>, sottolinea Antonio Nicolucci, direttore Coresearch – Center for Outcomes Research and Clinical Epidemiology.

Esistono oggi farmaci antidiabete che prevengono gli eventi cardiovascolari, come liraglutide, appartenente alla classe degli agonisti del recettore del GLP-1 (glucagon-like peptide-1), che ha da poco ottenuto dall’Agenzia Europea del Farmaco EMA l’indicazione specifica per la prevenzione degli eventi cardiovascolari nelle persone con diabete. <Lo studio LEADER ha valutato gli effetti a lungo termine di liraglutide rispetto a placebo in più di 9 mila persone con diabete tipo 2, ad alto rischio di eventi cardiovascolari per un periodo da 3,5 a 5 anni. Ha dimostrato di ridurre del 22 per cento il rischio di morte per cause cardiovascolari e del 15 per cento la mortalità per tutte le cause>, puntualizza Agostino Consoli, professore di Endocrinologia all’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, coordinatore dello studio LEADER. <Si tratta di un risultato importante poiché evidenzia come liraglutide agisca non solo sulla riduzione della glicemia, ma contribuisca a prevenire le complicanze cardiovascolari e la mortalità nel diabete tipo 2. Senza dimenticare che ha anche un significativo impatto sulla perdita di peso, molto apprezzato dalle donne con diabete>.

Paola Trombetta

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