Covid-19: i genitori rimandano le vaccinazioni pediatriche

Rinviate a data da destinarsi. Il calendario vaccinale è “saltato” nel periodo della pandemia: 1 genitore su 3 ha deciso di non sottoporre i propri figli, soprattutto nella fascia di età tra 0 e 2 anni, alle vaccinazioni obbligatorie come l’esavalente (difterite-tetano-pertosse, Polio, Emofilo influenza, Epatite B) e l’MPRV (morbillo, parotite, rosolia e varicella) o a quelle raccomandate, tra cui meningococco B e pneumococco. Lo attesta un’ indagine condotta nel mese di maggio attraverso i canali social (Facebook, Twitter, Instagram) dalla Società Italiana di Pediatria (SIP) in collaborazione con Pazienti.it, su un campione di circa 1.500 genitori con figli tra 0 e 11 anni. I dati fanno emergere che solo il 66% degli intrevistati ha rispettato le scadenze vaccinali, le prime vaccinazioni o i richiami, contro il 34% di genitori che ha deciso di rimandare a tempi futuri, complice soprattutto la paura del contagio (34%) e la scelta organizzativa del centro vaccinale che ha invitato a rimandare l’appuntamento (42%) o ha chiuso (13%), fino al 44% dei genitori che ha deciso in autonomia di rinviare le vaccinazioni “per motivi di sicurezza”. Timori e ragioni che hanno condizionato la scelta soprattutto nelle regioni del Sud (40%), rispetto al Nord (34%) e al Centro (26%). Un peso importante ha avuto anche la scarsa informazione riguardo la sicurezza del percorso vaccinale, il merito a cui il 46% degli intervistati sembra non avere ricevuto nuove raccomandazioni, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Ministero della Salute abbiano stilato dettagliate Linea Guida per limitare il rischio di trasmissione di SARS CoV-2 durante la vaccinazione, con indicazioni sul rispetto del distanziamento in sala d’attesa e altre specifiche misure di controllo. «Il calo delle coperture vaccinali del ciclo primario – ha dichiarato Rocco Russo, responsabile del Tavolo tecnico vaccinazioni della SIP – oltre a creare sacche di soggetti suscettibili di malattie prevenibili con vaccino, aumentando così anche il rischio di morbilità e mortalità, crea una sorta di imbuto che può allungare i tempi di recupero delle sedute vaccinali a svantaggio dell’esposizione a rischi di possibili contagi. È importante non abbassare la guardia nei confronti delle malattie infettive prevenibili con vaccino, mettendo in atto efficaci strategie di comunicazione per dissipare le preoccupazioni, migliorare i legami con la comunità e ristabilire la domanda di vaccinazione da parte della collettività». Ma non solo, occorre ripensare anche ai presidi ambulatoriali in cui vengono eseguite le vaccinazioni: «I Centri Vaccinali  – ha aggiunto Alberto Villani, Presidente SIP – devono disporre di ambienti curati e specificamente concepiti, con adeguate risorse umane e professionali fra medici, infermieri, assistenti sanitari, amministrativi, ed essere in grado di operare in sicurezza in ogni situazione epidemiologica. Questo perché le vaccinazioni sono un cardine fondamentale del Sistema Sanitario Nazionale e meritano la massima attenzione». Serve tuttavia anche una migliore (in)formazione: «Questo difficile periodo di pandemia – ha concluso Claudia Uccelli, Ceo di Pazienti.it  – ha insegnato che occorre attuare una più attenta e capillare sensibilizzazione della popolazione, sfruttando anche i canali di divulgazione digitale più innovativi, che si sono dimostrati preziosi nei mesi di lockdown per restare in contatto con l’informazione. Da sempre, l’impegno di Pazienti.it è quello di veicolare messaggi di prevenzione corretti che arrivino a tutti, anche grazie al lavoro di squadra e al supporto di realtà autorevoli e punti di riferimento nel panorama sanitario, come la Società Italiana di Pediatria».

Francesca Morelli

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