Come difendersi dall’inquinamento invisibile

Non solo tonnellate di plastica riversate ogni giorno nei nostri mari, cibo e acqua contaminati o sostanze nocive presenti nell’aria che respiriamo, come accade in questi giorni in alcune nostre città. C’è anche un tipo di inquinamento che non si percepisce, non si vede, è privo di odore, attraversa i muri e si diffonde nello spazio. È quello delle onde elettromagnetiche (emanate da antenne, cavi dell’alta tensione, apparecchi elettrici, computer, tablet, telefoni cellulari, reti wireless, televisori) e delle radiazioni naturali provenienti dal sottosuolo. E proprio i giorni scorsi la Corte di Cassazione di Torino ha riconosciuto il risarcimento come malattia professionale per un dipendente di Telecom Italia, colpito da un tumore al nervo acustico.

Le onde elettromagnetiche rappresentano dunque un’insidia invisibile che circonda la nostra vita quotidiana e può generare malfunzionamenti al nostro organismo nel corso degli anni, quanto il superamento della soglia delle polveri sottili. Eliminare completamente l’inquinamento elettromagnetico non è possibile, ma si può provare a combatterlo, iniziando da buone e semplici abitudini, come quella di uno stile di vita corretto e un’educazione che renda consapevoli degli effetti che può avere sulla salute, tuttora oggetto di studio. Il tema è stato affrontato al convegno “Inquinamento invisibile, come difendersi”, promosso dall’Associazione per la Ricerca del Benessere (ARRC www.arrc.it ), sostenuto da Fimastars, azienda leader nel benessere della persona e dell’ambiente, in collaborazione con il Consiglio regionale di Lombardia.

Alcuni organi sono più sensibili di altri di fronte all’insidia dell’inquinamento magnetico. Come la tiroide, una ghiandola dalla struttura particolarmente porosa che assorbe velocemente tutto quello che è nell’ambiente, anche dal punto di vista alimentare e farmacologico. In una review internazionale, che ha preso in considerazione sette studi scientifici e li ha confrontati, pubblicata su Environmental Science and Pollution Research nel giugno 2019, si è visto come la tiroide sia in parte ricettiva anche alle radiazioni, soprattutto quelle che derivano dai telefoni cellulari. «La tiroide ha una sua ricettività. I follicoli tiroidei che immettono gli ormoni tiroidei, se ridotti, come rivela la ricerca, diminuiscono anche la loro capacità di assorbire lo iodio (un micronutriente essenziale che fa funzionare al meglio la tiroide), può venire meno e determinare un problema non di patologia, ma di ipofunzione o disfunzione dell’organo», spiega il dottor Francesco Avaldi medico di base, specialista in Farmacologia Clinica, esperto di omeopatia e medicina funzionale, consulente nutrizionale del Club AC Milan. «Naturalmente occorre valutare ulteriori ricerche, per capire esattamente che cosa succede all’interno della tiroide, nel momento in cui ci si accosta a fonti di radiazioni, come quelle emesse dai telefoni cellulari».

Anche il sistema riproduttivo, può essere influenzato dall’esposizione ai campi elettromagnetici. Uno studio italiano, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale Oxidative Medicine and Cellular nel 2018, ha rivelato invece come i mitocondri, le centraline energetiche delle nostre cellule, sotto esposizione a campi elettromagnetici in entrambi i sistemi riproduttivi, maschile e femminile, svolgano un ruolo importante nella produzione eccessiva di radicali liberi, sostanze in grado di alterare la capacità del mitocondrio stesso di funzionare come dovrebbe e avere quindi effetti negativi sulla fertilità.

 L’esposizione ai campi elettromagnetici, è fonte anche di alterazione del sonno. Risultati emersi da una rassegna di studi scientifici americani e pubblicati sulla rivista internazionale Sleep Medical Review nel 2019, hanno dimostrato che anche il semplice dormire con di fianco il cellulare acceso o il portarsi a letto il tablet o lo smartphone e utilizzarli prima di addormentarsi, può determinare un’alterazione di alcune parti dell’attività elettrica del cervello, provocando un sonno disturbato.

Come ci si può proteggere dal bombardamento quotidiano di onde elettromagnetiche?
Per i medici e gli scienziati presenti al convegno, gli strumenti per difendersi partono da alcune semplici e buone abitudini, come quella di uno stile di vita più corretto e un’educazione di base che renda tutti più consapevoli dei potenziali rischi che una sovraesposizione alle onde elettromagnetiche comporta sulla salute.

«Il primo passo per favorire un processo di difesa dall’inquinamento ambientale, visibile o invisibile che sia, è cercare di rendere il nostro corpo il più efficiente possibile e capire quali sono le sue richieste. È quindi importante legare i propri ritmi a una corretta alimentazione», afferma il dottor Avaldi, che suggerisce i seguenti accorgimenti: 

  • Se penso di avere poco tempo durante la pausa pranzo, devo programmare una colazione più abbondante al mattino.
  • E se i tempi sono stretti anche per sedermi a tavola durante l’intervallo di mezzogiorno, anziché mangiare di fretta un panino in piedi, meglio fare piccoli spuntini durante la mattinata con frutta fresca, frutta secca o yogurt, in grado di apportare i nutrienti necessari all’organismo per reggere tutta l’attività lavorativa, nel corso della giornata.
  • Poi la sera, se ho la possibilità di sedermi a tavola, meglio optare per una cena completa ma a base di alimenti non troppo ricchi di grassi (come carni rosse o lavorate e insaccati), preferendo del pesce o delle carni bianche. Una precauzione importante è avere degli orari e rispettarli.
  • Infine, nell’alimentazione la donna dovrebbe seguire anche il suo ritmo ormonale (premestruale e postmestruale). Alcuni cibi andrebbero evitati (come carni rosse, cibi particolarmente ricchi di sale), perché dal punto di vista nutrizionale possono creare disturbi prima del ciclo mestruale. E se c’è desiderio di dolci, come spesso accade in questa fase, meglio scegliere mandorle o noci, anziché prodotti, come le creme, che contengono zuccheri bianchi.

Altre raccomandazioni riguardano l’idratazione che non andrebbe trascurata durante il giorno, perché l’acqua favorisce il ricambio elettromagnetico del nostro corpo, e il praticare un’attività fisica moderata, quotidiana, continuativa e ben programmata durante la settimana.

Bonificare l’ambiente per allontanare il pericolo. Gli avanzamenti industriali e tecnologici, avvenuti in questi anni, hanno aumentato i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici. Un mare di onde, presenti sempre più fuori e dentro i luoghi dove viviamo e lavoriamo. «Non possiamo evitare i campi elettromagnetici, ma dobbiamo concentrarci su quello che è più pericoloso per la nostra vita», dice il fisico Nicola Limardo, docente ai corsi di alta formazione presso l’Università La Sapienza di Roma nel settore sanitario. «E’ importante sapere che il campo elettromagnetico che si crea dove noi andiamo a dormire, dove riposiamo, dove trascorriamo più tempo, può essere pericoloso. E non è quello creato dall’abatjour ai lati del letto, ma è quello generato dal cavetto del telefonino, che ha una forte emissione di radiazioni. Quindi la prima raccomandazione è di non usare il cavo del telefonino nella zona dove si riposa. Poi altro problema è evitare il campo elettromagnetico emesso dai fili elettrici posti dietro la testiera del letto e limitare il tempo di sosta davanti ad elettrodomestici come per esempio la cucina a induzione. Già queste misure potrebbero risolvere almeno il 60% del problema».

di Luisa Romagnoni

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