“In famiglia all’improvviso. Combattiamo insieme il tumore del polmone”

 «Una malattia come il tumore al polmone ti sconvolge la vita, ma anche quella dei tuoi cari, soprattutto in questo periodo di pandemia dove il rischio di contrarre il Covid può peggiorare una condizione già compromessa e l’accesso in ospedale per i controlli e le terapie diventa spesso difficoltoso. So benissimo cosa provano i malati e le loro famiglie, avendo un fratello con questo tumore, e sono vicina a tutte le persone nella mia stessa situazione. Per questo, come associazione, abbiamo sostenuto la Campagna d’informazione “In famiglia all’improvviso. Combattiamo insieme il tumore del polmone”, promossa da MSD Italia con il patrocinio di Salute Donna Onlus, Salute Uomo Onlus e WALCE (Women Against Lung Cancer In Europe onlus), sul sito: www.infamigliaallimprovviso.it».

A presentare il progetto è Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna Onlus e Salute Uomo Onlus.  Dalla forza delle immagini al potere della voce: è l’effetto della web serieIn famiglia all’improvviso”, che racconta l’impatto del tumore del polmone sulla vita familiare e rinnova la sua narrazione diventando un audiolibro con una delle voci italiane più conosciute e apprezzate, l’attore e doppiatore Luca Ward. Nell’audiolibro in 10 puntate ritroviamo l’aspirante regista Fernando, l’imprenditore Carlo, la cui vita viene sconvolta dalla diagnosi di un tumore al polmone, insieme alla sua famiglia e tutti gli altri personaggi della web serie “In famiglia all’improvviso”, che lo supportano e lo spronano alle cure. Oltre all’audiolibro, nel podcast dove si raccontano le testimonianze di Paoletta, Daniela, Giuseppe, Stefano, la voce si fa essenza del vissuto dei pazienti e strumento di approfondimento, insieme alle informazioni sulla malattia, sui diritti dei pazienti e le storie vere raccolte con il contributo delle Associazioni pazienti. Vivere con una diagnosi di tumore del polmone ha un impatto significativo, non solo nella vita del paziente, ma coinvolge tutto il nucleo familiare e i caregiver.

«Il progetto di audiolibro di In famiglia all’improvviso mi ha coinvolto subito, soprattutto per la storia che ho avuto l’opportunità di raccontare>, afferma Luca Ward, attore e voce narrante dell’audiolibro. Le vicende di Carlo e della sua famiglia, sconvolta dalla comparsa di un tumore al polmone, una difficile battaglia da combattere e una realtà complessa da affrontare. Un evento doloroso che ci fa comprendere quanto sia davvero importante unirsi e riscoprire i legami reciproci per combattere insieme questa malattia».
«A dispetto dei numeri e della sua gravità, fino a pochi anni fa si conosceva ben poco del carcinoma polmonare e non se ne parlava sui mezzi d’informazione. In una parola, i pazienti erano soli», aggiunge Annamaria Mancuso. «In questi ultimi anni, però, le cose sono cambiate, grazie alla ricerca e allo sviluppo di terapie innovative e mirate, con un miglioramento dell’aspettativa e della qualità di vita di questi pazienti. Salute Donna e Salute Uomo hanno avvertito l’esigenza di focalizzare l’attenzione su una patologia oncologica che è un territorio in parte inesplorato, con cui è difficile convivere per il paziente e i familiari».

Il tumore del polmone, con i suoi 40.882 nuovi casi ogni anno, è la terza neoplasia più frequente nella popolazione italiana, rappresentando la prima causa di morte negli uomini e la terza nelle donne. La sopravvivenza a 5 anni è del 15% negli uomini e del 19% nelle donne. Negli ultimi anni si sta assistendo all’evoluzione del percorso diagnostico e terapeutico di questo tumore, dovuta all’identificazione di mutazioni geniche specifiche che consentono di individuare le terapie più mirate. In particolare l’immunoterapia lascia intravvedere prospettive fino a poco tempo fa insperate. La pandemia Covid-19 e l’emergenza sanitaria hanno segnato drammaticamente lo scenario clinico, con gravi ripercussioni sui pazienti oncologici, in particolare quelli con tumore del polmone, più vulnerabili rispetto a questo virus.

«La pandemia da Covid-19 ha provocato certamente nuove complessità nella gestione dei pazienti con tumore del polmone», fa notare Silvia Novello, Professore Ordinario di Oncologia Medica, Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Oncologia, Responsabile Struttura di Oncologia Polmonare, AOU San Luigi Gonzaga di Orbassano, e Presidente WALCE. «Tante sono le sfide, molto complesso continuare a gestire una malattia tempo-dipendente in un momento di caos, disorientamento e perdita di punti fermi. Le difficoltà da affrontare sono state molteplici e su vari fronti: già durante la prima ondata pandemica, si sono attuate manovre di compenso per garantire ai pazienti la diagnosi e la cura adeguate. Negli ultimi 10 anni, tante sono state le novità e i cambiamenti nella diagnosi e nella terapia del tumore al polmone: l’introduzione dell’immunoterapia come modalità di trattamento e la medicina di precisione come nuova strategia di cura. A questi si sono aggiunti i test molecolari, fondamentali per una corretta definizione terapeutica, per i quali si auspica un accesso uniforme sul territorio nazionale. Questi cambiamenti significano molto in termini di quantità e qualità di vita guadagnate».

«La pandemia ci ha ricordato che “nessuno è un’isola”», commenta Nicoletta Luppi, Presidente e Amministratore Delegato MSD Italia. «Tutti, oggi, siamo interconnessi e fare rete diventa un’esigenza fondamentale. Questo particolare momento storico ci obbliga a sperimentare nuove vie di connessione e strumenti di solidarietà virtuale, capaci di tenerci uniti, nonostante il distanziamento fisico. Da queste premesse e dal grande successo della prima parte della campagna si è sviluppato il potenziamento dell’ecosistema digitale di “In famiglia all’improvviso”, con i nuovi contenuti audio. Un progetto che ben rappresenta l’impegno di MSD in oncologia, che non si “limita” a rendere disponibili innovazioni terapeutiche per migliorare e prolungare la vita della persone che convivono con una diagnosi di tumore, ma che promuove anche campagne e progetti di comunicazione per sensibilizzare sull’impatto di queste neoplasie nella vita dei pazienti e dei familiari, sulla prevenzione e sui fattori di rischio, per veicolare una corretta informazione scientifica».

di Paola Trombetta

La doppia immunoterapia con chemioterapia migliora la sopravvivenza

Buone notizie per il tumore al polmone provengono dall’ASCO di Chicago, l’annuale Congresso internazionale di oncologia medica, in corso fino all’8 giugno in forma virtuale. I dati dello studio di fase 3 CheckMate -9LA confermano che, nei pazienti colpiti dalla forma più comune di questo tumore, quella non a piccole cellule, l’immunoterapia, associata a cicli limitati di chemioterapia, cioè due invece di quattro, riduce del 28% il rischio di morte e del 33% il rischio di progressione della malattia. Non solo, il 38% dei pazienti che hanno ricevuto la duplice terapia immuno-oncologica, costituita da nivolumab più ipilimumab, in associazione con 2 cicli di chemioterapia, è vivo a due anni rispetto al 26% di quelli con sola chemioterapia.

«Nel 2020 in Italia sono state quasi 41 mila nuove diagnosi di tumore del polmone», afferma Cesare Gridelli, Direttore del Dipartimento di Onco-Ematologia dell’Azienda Ospedaliera “Moscati” di Avellino che, in occasione dell’ASCO, ha ottenuto il prestigioso riconoscimento “B.J. Kennedy Award for Scientific Exellence in Geriatric Oncology”, per il contributo decisivo nella ricerca, diagnosi e trattamento dei tumori negli anziani. «Si tratta di una neoplasia particolarmente difficile da trattare, perché il 70% dei casi è scoperto in fase avanzata. E la sopravvivenza a 5 anni non supera il 6%. Da qui l’importanza di nuove opzioni terapeutiche. Lo studio CheckMate -9LA ha coinvolto più di 700 pazienti. La combinazione di due molecole immuno-oncologiche, nivolumab e ipilimumab, consente di ottenere un meccanismo d’azione completo e sinergico, perché diretto verso due diversi checkpoint (PD-1 e CTLA-4). L’ulteriore vantaggio di questo schema terapeutico è rappresentato dall’utilizzo di cicli limitati di chemioterapia, che permette di ridurre gli effetti collaterali. Si tratta di un grande beneficio per i pazienti, anche dal punto di vista psicologico, perché la chemioterapia fa ancora paura. Il paziente, in meno di un mese, termina la chemioterapia e prosegue il trattamento solo con l’immunoterapia. Questa nuova cura ha evidenziato miglioramenti, sia nella sopravvivenza globale che in quella libera da progressione di malattia, oltre a mostrare un miglioramento duraturo della sopravvivenza in confronto alla sola chemioterapia, con una mediana di 15,8 mesi rispetto a 11 mesi. Anche la durata della risposta ha raggiunto 13 mesi rispetto a 5,6 mesi con la sola chemioterapia».

All’ASCO è stato presentato anche un altro studio su una nuova molecola Sotorasib, che ha di recente ottenuto l’autorizzazione dalla FDA per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma polmonare non a piccole cellule, avanzato o metastatico, con mutazione del gene KRAS, che hanno ricevuto una precedente terapia sistemica. «Questo gene è sempre stato uno dei target terapeutici più impegnativi nella ricerca sul cancro: i risultati ottenuti con sotorasib cambiano la pratica clinica e danno speranza ai pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule, con la mutazione KRAS, che in precedenza non avevano opzioni terapeutiche mirate a disposizione», conclude la professoressa Silvia Novello, coordinatore a livello nazionale dello studio di Fase 3 CodeBreaK 200, attualmente in corso, che coinvolge 16 centri italiani e 15 Paesi europei.  P.T.

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