Giornata dell’Osteoporosi: in Italia la malattia è in aumento

In occasione della Giornata Mondiale dell’Osteoporosi del 20 ottobre è stato pubblicato il Report curato dall’International Osteoporosis Foundation (IOF) dal quale emerge un dato preoccupante per il nostro Paese, che detiene purtroppo il primo posto per l’incremento dell’osteoporosi nel prossimo futuro. La presa di coscienza di questo poco invidiabile primato ha però stimolato il sorgere di alcuni importanti iniziative che sono state illustrate all’Istituto Superiore di Sanità dalla professoressa Maria Luisa Brandi, Presidente di Fondazione FIRMO e Ordinario di Endocrinologia presso l’Università degli Studi di Firenze. All’appuntamento sono intervenuti anche: Paolo Tranquilli Leali, Silvia Migliaccio, Umberto Tarantino, Maria Rizzotti, Roberto Messina, Emmanuel Biver, Gaetano Lanzetta, Rosanna D’Antona, Maria Luce Vegna, Daniele Santini, Francesco Pantano e Marcella Marletta, che hanno fatto il punto sulla situazione italiana relativamente alle fratture da fragilità e all’incidenza dell’osteoporosi.

«La Giornata Mondiale dell’Osteoporosi 2019 si presenta con luci e ombre, anche se siamo ben lontani da una presa di consapevolezza generale del problema», ha puntualizzato la professoressa Brandi. «In compenso possiamo annunciare la nascita di FRAME, una vera “cornice” che accoglie associazioni di pazienti, società scientifiche ed esperti di salute pubblica, indirizzati verso un’azione collettiva per costituire, in coordinato, l’agenda delle azioni da compiere per combattere in modo efficace le fratture da fragilità. FRAME si è rivelata uno strumento efficace e produttivo, da cui sono nati più manifesti, tra cui uno sociale, importantissimo, che ribadisce come le fratture debbano essere riconosciute, diagnosticate e seguite nella cura secondo un protocollo coordinato e complessivo».

In occasione della Giornata è stata anche presentata la seconda edizione della Campagna di sensibilizzazione “Ora pOSSO, la forza delle donne contro la fragilità ossea”, realizzata da Europa Donna e Amgen, sotto l’egida di FIRMO. In Italia ci sono oggi 58mila donne colpite ogni anno da tumore al seno e più del 75% di queste assume terapie antiormonali. Però meno del 40% riceve informazioni sul fatto che tali farmaci causano fragilità ossea, esponendole così a un crescente rischio di fratture. La dottoressa Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia, ci conferma: «Le donne non sanno che il percorso di cura dovrebbe comprendere anche la gestione di questo aspetto: l’informazione e la collaborazione tra il mondo della scienza e dell’informazione sono quindi punti strategici per la battaglia alla fragilità ossea favorita da terapie antiormonali». Dal 1° novembre, data di inizio della campagna, le donne verranno raggiunte attraverso i canali social da informazioni, servizi, esperti, per essere aiutate a prendere coscienza del problema e capire che si può evitare e curare. Per info: www.fondazionefirmo.com.

La Giornata Mondiale vuole quindi, da una parte, accrescere il grado di conoscenza su questa patologia silenziosa e, dall’altro, sensibilizzare la popolazione sulla prevenzione. L’osteoporosi non è, come spesso viene considerata, una patologia prettamente della terza età o che colpisce le sole donne: solo in Italia infatti si stima che circa 4 milioni di persone ne siano colpite, di cui 3.200.000 donne e 800mila uomini di età superiore ai 50 anni. «La fragilità ossea può però insorgere come effetto secondario di alcune terapie farmacologiche anche nelle persone più giovani, persino i bambini, nei quali il picco di massa ossea può essere influenzato negativamente», aggiunge Brandi. «Per questo motivo, anche la salute delle ossa dei bambini e dei giovani che hanno affrontato le cure per il cancro, deve essere monitorata attentamente e i pazienti devono essere informati di eventuali complicazioni tardive di cure mediche fatte durante l’infanzia».

Paola Trombetta

Una start-up in rosa per la prevenzione

Una start-up tutta in rosa, per la prevenzione dell’osteoporosi: si chiama M2TEST ed è nata a Trieste. Mediante l’uso del BES TEST, acronimo di Bone Elastic Structure Test, un innovativo strumento di analisi della qualità dell’osso e del rischio di frattura, è possibile diagnosticare la patologia con un unico test, veloce e non invasivo. A differenza delle principali tipologie di analisi che valutano la densità minerale ossea del paziente, BES TEST permette di valutare la qualità della struttura interna dell’osso, simulando l’applicazione di carichi su una biopsia virtuale ottenuta a partire da un’immagine radiografica. «Credo che far resistere le strutture sia un desiderio innato negli ingegneri», afferma Francesca Cosmi, inventore del BES TEST e Co-Founder di M2TEST. «Una costruzione complessa e organizzata come quella dell’architettura interna dell’osso rende la sfida ancor più affascinante. In un materiale così articolato, il calo della massa ossea, misurato dagli strumenti comunemente in uso, non basta da solo a spiegare tutte le fratture osteoporotiche. Su queste basi ho deciso di approfondire il problema della valutazione del rischio. Migliorare la conoscenza della situazione specifica del paziente richiede di studiare anche la complessa struttura trabecolare all’interno dell’osso, essendo la prima spia delle alterazioni ossee. In virtù della bassa quantità di radiazioni emesse, BES TEST risulta decisivo, sia a livello di prevenzione che di personalizzazione del trattamento». È infatti possibile utilizzarlo in età giovane, già dai 30 anni, e a intervalli più frequenti rispetto alle altre soluzioni disponibili. M2TEST ha assistito a un rapido sviluppo, grazie alla spinta ottenuta a partire dalla vittoria, nello stesso anno, di Innovation Factory Challenge, il programma di sostegno allo sviluppo di start up innovative promosso da AREA Science Park. Durante il mese di ottobre saranno tante le iniziative che vedranno M2TEST protagonista, tra cui il Congresso Nazionale SIOMMMS, a Bologna dal 24 al 26 ottobre, con un poster dal titolo “Associazione di metodi classici e innovativi per la valutazione del rischio di frattura da fragilità”.  P.T.

Per informazioni: www.bestest.it

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