Osteoporosi e disturbi cardiovascolari si curano anche a tavola

Donne sempre più forti? Sì, ma non in fatto di ossatura. Soprattutto le over 60 che possono essere descritte come donne “fragili”, accomunate dalla probabilità di incorrere in una frattura femorale, ma anche vertebrale o ai polsi o di qualche altro elemento osseo. Quasi tutte, circa il 40-45%,  soffrono infatti di osteoporosi, con un rischio maggiore per le donne entrate in menopausa precoce o che hanno condotto uno stile di vita poco sano. Abitudine al fumo, uso/abuso di caffeina, dieta non correttamente bilanciata, povera soprattutto di calcio e proteine vegetali e all’insegna della sedentarietà: sono questi fattori di rischio che si sommano al naturale processo di indebolimento osseo, legato all’età e soprattutto al venir meno della protezione ormonale associata agli estrogeni. Infine, in percentuali minori, il rischio osteoporotico potrebbe essere indotto e aumentato a causa di terapia con cortisonici.

Gli esperti però tranquillizzano. Alcune misure preventive, a partire dalla correzione della dieta, o integrazione di particolari cibi o supplementi, possono infatti aiutare a migliorare la robustezza delle ossa, così come a ridurre il rischio cardiovascolare, altro problema importante associato alla fase della menopausa e a volte trascurato dalla donna, poco consapevole del fatto che i problemi di cuore aumentano quando cessa il periodo fertile, raggiungendo percentuali di rischio pari a quelle maschili.

«Anche la tavola – spiega Fabio Parazzini, Professore Associato di Ginecologia e Ostetricia all’Università degli Studi di Milano – può svolgere un’azione sinergica e di contrasto all’osteoporosi, includendo nella dieta alimenti ricchi di calcio come latte, latticini e derivati che ne rappresentano la fonte nutrizionale principale. Il calcio andrebbe consumato fin dall’infanzia, seppure questa abitudine non escluda il rischio di sviluppare fragilità ossea in età avanzata. La dieta femminile deve prevedere anche proteine vegetali, contenute soprattutto in cereali e legumi, in cui il calcio è meno biodisponibile rispetto a latte e latticini, ma che possono anch’essi contribuire a supportare le ossa». Ma non basta, perché oltre al calcio, la donna sempre e soprattutto in certe fasi della sua vita, necessita di un altro elemento/alimento fondamentale: la vitamina D il cui fabbisogno è prevalentemente garantito dall’esposizione alla luce solare e, in parte minore, dalla dieta nella quale, secondo evidenze scientifiche, è deficitaria anche nel caso in cui venga seguita un’alimentazione corretta. Una motivazione potrebbe essere legata ai cibi in cui è contenuta, non di consumo così comune o frequente. «La vitamina D – aggiunge Parazzini – abbonda nell’olio di fegato di merluzzo, un alimento assente dalle nostre tavole, mentre è presente in maniera minore nel salmone, nell’aringa, nel pesce azzurro e, in quantità ancora inferiori, in fegato, latte, tuorlo d’uovo e in alcuni formaggi grassi. Di fatto, la carenza di vitamina D è un problema diffuso in tutta la popolazione, a causa della ridotta esposizione al sole che invece è determinante per la conversione da vitamina D inattiva alla forma attiva e che interviene nei processi di mineralizzazione delle ossa». Carenza molto più pericolosa nella seconda metà della vita, soprattutto della donna, nella quale la vitamina D potrebbe invece svolgere un’azione preventiva e protettiva contro l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari, i disturbi dell’umore e le alterazioni immunologiche. Tutte problematiche piuttosto frequenti nel periodo della post-menopausa: da qui l’importanza di un’integrazione di vitamina D nella dieta, con una supplementazione laddove necessaria e consigliata dal medico, unita alla correzione della dieta, resa più ricca di alimenti-anti osteoporosi.

Per scoprire se la propria dieta, le proprie abitudini quotidiane riguardo l’attività fisica e gli altri consumi, ad esempio di acqua e alcol, sono adeguati o richiedono una “modifica di stile”, è possibile usufruire di uno strumento utile ed efficace: il Test della Piramide, ideato nell’ambito del progetto “Curare la salute”, la cui compilazione richiede solo pochi minuti (www.curarelasalute.com/test-della-piramide.php). Rispondendo a semplici domande, il test genera la propria piramide alimentare interattiva che permette di visualizzare in modo accattivante se i propri comportamenti alimentari sono salutari o deficitari. La piramide, poi, può essere condivisa anche con il proprio medico o farmacista di fiducia.

«Oggi non è difficile disporre di informazioni sulle corrette abitudini alimentari; – precisa Parazzini – più difficile è rendersi conto dei propri comportamenti virtuosi o no, primo passo per poterli correggere, laddove necessario. Il Test della Piramide alimentare è lo strumento ad hoc per arrivare a questa consapevolezza nutrizionale e non solo». Soprattutto in questa fase delicata della vita della donna, infatti, l’alimentazione deve essere funzionale a correggere o a modificare nutrizionalmente fattori di rischio – come quello osseo e cardiovascolare – a cui la donna è rapidamente esposta con la cessazione dell’attività ovarica e dunque ormonale».

«Osteoporosi e problemi cardiovascolari sono due condizioni cliniche – conclude Parazzini – che in associazione con la regolare attività fisica devono e possono trovare (anche) nella dieta e, se necessario, con una corretta integrazione multivitaminica-multiminerale, una risposta adeguata per il loro migliore controllo».

di Francesca Morelli

Articoli correlati